Silenzio sul fronte goriziano della lotta alla zanzara tigre, nonostante molti si aspettino un'invasione peggiore degli anni passati.
di Martina LucianiMentre in tutta Italia, comuni e regioni già da un mese si attrezzano e attrezzano i cittadini per far fronte alla lotta contro la zanzara tigre, Gorizia attende fiduciosa che uno sconosciuto antagonista intervenga miracolosamente e pietosamente per contrastare quella che sarà un'esplosione degli agguerriti insetti ( già avvistati numerosi) con conseguente anticipazione dei picchi di infestazione. Prepariamoci intanto a spendere un sacco di soldi in larvicidi, repellenti, pomate e stick lenitivi, insetticidi e aggeggi vari per resistere in barricata e - ultima ratio - mettiamo in conto l'intervento di ditte specializzate in trattamenti esterni ( ambientalmente osceni, perché non selettivi, ma ad un certo punto dell'infestazione, soprattutto se non controllata in via preventiva, inevitabili).
Auspichiamo un risveglio delle coscienze, e se ci fosse smarrimento, nei ranghi degli amministratori, su chi deve fare cosa portiamo ad esempio il Comune di Lugano che fa "cooperare tutti i differenti enti comunali preposti alla manutenzione di edifici, strade, stabilimenti comunali come pure i servizi del verde pubblico e della nettezza urbana. Oltre alla collaborazione interna è altresì importante la coordinazione intercomunale che in questo caso specifico è assicurata in modo particolare dalla protezione civile."Purtroppo, per ora, a Gorizia niente in vista. Ci fu nel 2006 un' ordinanza del sindaco Brancati ( eh, ma allora c'era un'opposizione che sollecitava strenuamente informazione e interventi: peccato che quelle stesse persone oggi non hanno più manifeste emozioni sul problema) e seguì la partecipazione ad un progetto transfrontaliero 2007 - 2013 per la lotta all'insetto ( 176 mila euro che non paiono aver prodotto decisive consapevolezza su come affrontare localmente il problema).
Nessuna strategia brillante è stata successivamente prodotta dai nostri amministratori, a parte una serie di poco riusciti interventi sulle caditoie stradali e sui luoghi pubblici di infestazione.
Stesso andazzo poco preoccupato sulla pagina del sito della Regione FVG dove si inquadra il problema ( che per una regione a vocazione turistica non è poca cosa, anche a voler ignorare le problematiche sanitarie e sociali dei propri cittadini) rimanda ad un indirizzo defunto del Dipartimento di biologia dell'Università di Udine.
Se volete vedere un bel lavoro informativo , andate sul portale realizzato dalla Regione Emilia Romagna.
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