venerdì 10 gennaio 2014

Piscopo Francesco, il dilemma dell’etica: politica, personale o professionale?

di Martina  Luciani








Caso del sottufficiale della Guardia di Finanza e consigliere comunale  ( Popolo di Gorizia) Francesco Piscopo.

Fluisce l’indignazione.

Comunicati stampa e prese di posizione: Manuela Botteghi (M5S), Rosi Tucci ( Gorizia è tua), Giuseppe Cingolani (PD), Stefano Abrami (IdV), Livio Bianchini (SEL), Emanuele Traini ( Federazione della Sinistra) e via dicendo. Dimissioni dal consiglio comunale, dalla presidenza delle commissioni ambiente e cultura, chiarimenti sul complotto razzista che si celerebbe dietro la sospensione di quattro mesi dal servizio stabilita per una faccenda di straordinari pagati ma non eseguiti.

Ma perché mai Francesco Piscopo dovrebbe dimettersi? Per dignità personale e onorabilità politica?

Dispone, il suddetto, di illustri esempi  in senso contrario: le cariche pubbliche si tengono e non si mollano, in questo paese di impassibili facce di bronzo. 

Molto nobile, dunque,  la preoccupazione del centro sinistra goriziano (“ il caso Piscopo nuoce alla credibilità delle istituzioni”) e certamente opportuno  il richiamo alla “dimensione etica  dell’impegno politico”, ma un così banale intrallazzo, roba da piccolo cabotaggio, è persino ridicolo: sul palcoscenico di una cittadina di provincia, compromettersi per così poco è patetico.

Guardiamo però un’altra articolazione della vicenda, che produrrà effetti  urticanti  sulla pelle degli elettori/contribuenti , onesti e no, anche dopo l’applauso per l’improbabile scena finale, ovvero le invocate dimissioni : al termine della sospensione dal servizio, indossata la divisa del Corpo cui continua ad appartenere, il Nostro con quanta fermezza si presenterà a chiedere i libri contabili o altri documenti fiscali al cittadino sottoposto a controllo? Con che autorevolezza  rappresenterà la funzione di vigilanza e tutela della legalità in campo economico e fiscale?

1 commento:

  1. Considerata la fine ingloriosa di Gorizia, ritengo che debba dimettersi tutto il consiglio comunale non solo il sig. Piscopo. Le istituzioni non rappresentano più la comunità per cui questa fiammata di moralità per il caso di un singolo consigliere è disgustosa e puerile.
    Stefano Cosolo

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