Robert Capa a Gorizia
di Martina Luciani
Il Kinemax ha proposto, l’altra sera, la visione di “ In love and war”, documentario sulla vita del fotoreporter Robert Capa. Iniziativa collegata alla mostra in corso a villa Manin. Ingresso libero (lo può fare solo un cinema di città, e se non è culturale un simile proposta, ditemi voi cos’è), sala 2 quasi piena.
Serata emozionante. Alle prese con un personaggio come Capa, un documentario non può che diventare un film, nel senso che la sua vita è stata un romanzo, un tragico romanzo nell’apocalisse del 900.
Alla fine dei travolgenti novanta minuti di proiezione ti chiedi inevitabilmente: perché non ho potuto conoscere quest’uomo?
E ragioni: gli strumenti tecnici che aveva a disposizione sono oggi quasi da museo. Eppure ogni sua foto è eccezionale. Perché evidentemente non serve Instagram, gli occhi di Capa erano eccezionali ( e bellissimi), e la sua anima esprimeva la generosa follia degli esseri umani che riuscirono a restare se stessi, ad amare, a sognare, ad osare la verità, in epoche - succedutosi nell’arco di pochi decenni senza la pietà di un’interruzione abbastanza lunga che consentisse rigenerazione culturale,sociale e politica - in cui guerre, genocidi, regimi, cecità collettiva impedivano ai più di sperare e tentare un mondo migliore.
Dopo la proiezione: si esce dal Kinemax, si attraversa piazza Vittoria, il pubblico si disperde, ognuno verso la propria notte e la propria storia. Ma a me è rimasta un’ansia: quell’energia vitale, quella fierezza e quella coerenza ai propri ideali, quel coraggio che portò Capa all’estrema conseguenza di saltare in aria su una mina in Cambogia, tutto ciò appartiene ad un altro mondo? Qui, nella mia allibita città, in questi tempi di nebbia intellettuale e senza sogni, l’approccio esaltante con un personaggio così forte, può sostenerci a sollevare la fronte dalla punta delle nostre scarpe, ben misero orizzonte, e credere davvero in qualcosa?
Per favore, Giuseppe Longo, direttore del Kinemax, fa in modo che “In love and war” lo vedano gli studenti di Gorizia: terminato il documentario, alle mie figlie scintillavano gli occhi…..
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