Nella proba Italietta, ai tempi del Covid e del PNNR: una
condanna in appello, un processo in corso e una inchiesta in capo al presidente
dell’Agenzia che farà da tramite per la gestione di 7 miliardi in interventi di
rilancio della sanità territoriale.
1_Una sentenza della Corte d’Appello di Napoli che il 22 settembre ha condannatoEnrico Coscioni, dott. e prof., presidente di Agenas - Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, a due anni di reclusione per violenza privata tentata e continuata, aggravata dall'abuso di potere. Dal decreto di ripartizione dei fondi PNRR alle Amministrazioni sappiamo che Agenas è identificato come il tramite del Ministero della Salute per l’attuazione di interventi per il rilancio della sanità territoriale per un valore di 7 miliardi di euro.
2_Un processo in corso in cui Coscioni è imputato di omicidio per colpa medica per la morte di una ragazza operata al cuore all’ospedale Raggi di Salerno.
3_Il coinvolgimento di Coscioni nell’ indagine nell'ambito del filone dell'inchiesta sugli appalti Covid che riguarda Ebris, Istituto europeo di ricerche biomediche di Salerno che ha, o aveva, appunto Coscioni nel cda: Coscioni è uno dei quindici indagati per i quali la Procura ha chiesto la proroga delle indagini preliminari avviate lo scorso aprile.
Niente male, vero per un personaggio con incarichi pubblici
rilevanti.
Ma nell’ Italietta proba, cristallina
e grazie al Covid 19 affetta da una dilagante pandemia di etica
sociale, tutti zitti zitti.
Poi qualcuno in Parlamento chiede le dimissioni di Enrico Coscioni dalla presidenza di Agenas . Il Ministero della Sanità risponde per mezzo
del Sottosegretario Andrea Costa. Risposta: il
dott. prof. in questione ha informato il
Ministero, eccerto, della condanna della Corte d’appello di Napoli, anzi Coscioni stesso “ ha precisato che la
stessa attiene ai delitti contro la persona. Tale fattispecie delittuosa non
può comportare ipotesi di inconferibilità, incompatibilità o decadenza da
incarichi amministrativi".
Adesso
spiego meglio la storia, emblematica del livello dell’etica personale e
professionale delle dirigenze istituzionali e dell’impossibilità a che la produzione
normativa a copra tutte le sostanziali ipotesi di illegittimità contro cui
reagire. Perchè le illegittimità in Italia si riproducono meglio e più velocemente di un virus, difficile stargli dietro, soprattutto con il Parlamento che ci ritroviamo, prono all'esecutivo.
Nel senso che, in un altro Paese fornito
di civiltà giuridica, una persona in questi rapporti con la magistratura
sparisce dalla scena pubblica senza bisogno che ci sia una norma ad
imporglielo.
Invece ci ritroviamo che un Ministero dello Stato risponde ad una scottante
interrogazione relata refero, cioè riportando fatti e norme riferiti proprio da
colui di cui si contesta la posizione di vertice di un ente pubblico, tra l’altro per una condanna altamente disonorevole ( la violenza privata e l'abuso di potere riguardano secondo i giudici d'Appello le pressioni esercitate su manager
della sanità campana affinchè si dimettessero e lasciassero il posto a persone
“vicine” a De Luca).
Ma come si fa, in Parlamento, a dire che il dott. prof.
condannato in Appello rivendica di
essere al riparo, per la natura del reato, dagli effetti
delle norme che prevengono e reprimono corruzione, illegalità, infiltrazioni
mafiose e criminali e opacità nella pubblica amministrazione. E per l’ANAC (
delibera n. 447 del 17 aprile 2019) sono norme che si applicano anche per il
delitto tentato, non solo per quello consumato.
AGENAS è l' organo tecnico-scientifico del SSN che svolge attività di ricerca e
supporto nei confronti del Ministro della Salute, delle Regioni e delle
Province autonome di Trento e Bolzano, punto
di raccordo tra il livello centrale, regionale e aziendale, assicura il proprio
supporto tecnico-operativo alle Regioni e alle singole aziende sanitarie in
ambito organizzativo, gestionale, economico, finanziario e contabile, in tema
di efficacia degli interventi sanitari, nonché di qualità, sicurezza e
umanizzazione delle cure. Di Agenas avevo già scritto mesi fa, qui.
Enrico Coscioni , primario di cardiochirurgia e super consigliere per la
sanità del presidente della Regione
Campania De Luca, è anche componente della cabina di regia per
«Adozione dei criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio
sanitario di cui all'allegato 10 del decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri del 26 aprile 2020»; presso la regione Campania, è componente della Task
Force per la realizzazione di misure per la prevenzione e gestione
dell'emergenza epidemiologica da Covid-19; direttore della struttura complessa
«Cardiochirurgia» dell'A.o.u. San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona di Salerno.
Il deputato che ha chiesto chiarimenti in Commissione affari sociali, il 13
ottobre ( mentre imperversa la protesta nei porti e nelle piazze e, almeno per
mera opportunità, ci si aspetterebbe un certo qual rigore nell’atteggiamento
dello Stato/Ministero della Sanità anche all’interno del proprio palazzo, e non
solo fuori) è Nicola Provenza ( M5S). Che già aveva dichiarato pubblicamente: “La condanna in appello di Enrico Coscioni che peraltro ricopre
l’incarico di Presidente dell’Agenas, per violenza privata tentata e continuata
aggravata dall’abuso di potere, svela drammaticamente una modalità di gestione
del potere da parte di un sistema ben consolidato, che appare ancora più odioso
poiché perpetrato in campo sanitario, e che già in passato era apparso teso ad
occupare ogni postazione secondo modalità marcatamente clientelari, in totale
spregio di ogni professionalità e competenza. Tenendo
distante il piano giudiziario, esprimiamo un severo giudizio sul piano
politico-gestionale, alla luce del quale siamo convinti della opportunità di
dimissioni immediate da parte del Presidente Coscioni, a tutela
dell’istituzione che rappresenta”.
E ancora, in aggiunta, sempre Provenza, chiedendo l'intervento di Speranza: " I contorni di questa vicenda gettano ombre pesantissime sulla gestione che farà Agenas dei 7 miliardi e si pongono in antitesi rispetto alle sacrosante ragioni che impongono che ai più alti vertici delle amministrazioni dello Stato e delle Regioni vi siano persone in grado di garantire la massima onorabilità, trasparenza e tutela dell'immagine dell'amministrazione. La natura dei reati contestati a Coscioni stride fortemente con il fatto che il prsidente dell'Agenas possa mantenere tale ruolo, al di là di quelli che continua, a quanto sembra a ricoprire contemporaneamente."
Nella risposta
fornita dal Sottosegretario Andrea Costa si precisa, a conferma delle informazioni cortesemente fornite dallo stesso Coscioni, che il divieto di assunzione di incarichi amministrativi di vertice nelle
amministrazioni statali, regionali e locali nei confronti di coloro che siano
stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, riguarda i reati
commessi da pubblici ufficiali, o da altri soggetti, contro la pubblica
amministrazione, quali, ad esempio, il peculato, la concussione e la
corruzione. E che Coscioni ha annunciato farà ricorso in Corte di Cassazione.
Fine.
Quindi, visto che non sono state presentate spontaneamente le dimissioni,
nemmeno le si chiedono, perlomeno nelle segrete stanze? Giusto per recuperare dignità
e decenza?
Però, rassicura il Sottosegretario, il Ministero della Salute chiederà
ad Agenas di fornire ogni informazione utile, anche per valutare eventuali
conseguenze collegabili alla pronunzia giurisdizionale in questione.
Quali?
Mah, lo chiederanno a Coscioni.
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