Il Patto per l’Autonomia ha proposto un coordinamento del
fronte del NO al referendum costituzionale e di portare in Consiglio regionale,
attraverso i propri rappresentanti, il tema della rappresentatività
dei
territori e delle minoranze, che la riforma costituzionale di riduzione del
taglio del numero dei parlamentari ha reso gravemente insufficiente.
Questo progetto del Patto per l'Autonomia, in vista del referendum costituzionale del 29 marzo, è una delle principali indicazioni politiche
emerse dalla conferenza stampa del Patto per l’Autonomia del Friuli Venezia
Giulia, svoltasi sabato scorso a Udine, con la partecipazione del presidente
Markus Maurmair e del consigliere regionale Massimo Moretuzzo.
Il Patto per l’Autonomia si è espresso a sfavore della
riforma che viene sottoposta a
referendum poiché la riduzione del
numero dei parlamentari, anche in relazione alle norme vigenti in materia
elettorale:essa inciderà negativamente sui diritti di rappresentanza delle
comunità caratterizzate dalla presenza di minoranze linguistiche, come quelle
del Friuli-Venezia Giulia. Ha precisato Moretuzzo: "Nella realtà, il taglio dei parlamentari, che sarà confermato o meno dall’esito del prossimo referendum popolare, non tiene conto dei criteri di rappresentatività politica e territoriale, con effetti molto importanti sulle piccole Regioni, come il Friuli-Venezia Giulia. Qualora il referendum venisse approvato, i partiti territoriali – quelli più vicini alle istanze delle comunità locali – spariranno dalla scena."
Il Parlamento in questa legislatura ha già approvato alcune modifiche alle leggi elettorali in vigore allo scopo di adattarle per il momento in cui si applicherà la modifica costituzionale di riduzione dei parlamentari: cioè a referendum confermativo approvato.
In pratica, «si consegneranno le chiavi della rappresentanza della Regione alle segreterie dei partiti italiani, che saranno libere di decidere quali candidati imporre. Se questo è il prezzo da pagare per seguire la logica del risparmio, peraltro irrisorio, conseguente al taglio dei parlamentari, noi non ci stiamo, perché questa riforma costituzionale non produrrà né efficienza né efficacia, e ridurrà fortemente la democrazia».
Il Rosatellum già aveva posto delle barriere invalicabili per non permettere a liste rappresentative di minoranze linguistiche di ottenere seggi e quindi con la riduzione dei parlamentari le barriere si alzano ulteriormente, salvo che per Sud Tirolo e Trentino.
(NdR: per capire meglio, relativamente alla rappresentanza in Senato, il Trentino Alto Adige, con 1.029.475 abitanti avrà più seggi della del Friuli Venezia Giulia che ne ha 1.215.220, e questo perché il nuovo testo dell’art.57 Cost. ha abolito l’elezione su base regionale sostituendola con quella a base circoscrizionale. I 6 seggi di senatore attribuiti complessivamente al Trentino Alto Adige corrisponderanno ognuno ad una popolazione di 171.579; i 4 del Friuli Venezia Giulia, a 304.746 abitanti).
Nella foto della conferenza stampa: Stefania Garlatti-Costa, componente del Consiglio direttivo del Patto per l'Autonomia, il segretario Massimo Moretuzzo e il presidente Markus Maurmair.
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