Acuto ed ironico osservatore, Rosario Di Maggio quasi quasi introduce una nuova branca dell'etologia umana, forse più precisamente dell'etologia sociale umana, visto che getta le basi per una classificazione dell'ontogenesi di specifici gesti, oltre che per un'analisi (ampliabile) di alcuni elementi individuali e, visto il contesto cioè i bagni degli uomini negli autogrill, anche sociali del comportamento maschile. Un contributo che gioco forza auspichiamo venga completato con riflessioni provenienti dai bagni delle donne.
di Rosario Di Maggio
Ultimamente, mi sono fatto circa 1000km di autostrada,
attraversando longitudinalmente la penisola italiana, da nord a sud. Ora, sarà
che il viaggio era piuttosto lungo, sarà anche complice l'età, mi è capitato
più di una volta di servirmi dei servizi igienici degli autogrill.
Devo dire che me ne sono servito con atteggiamento di attento osservatore, incuriosito dal comportamento degli altri utenti. Curioso, al punto di rischiare l'equivoco.
Devo dire che me ne sono servito con atteggiamento di attento osservatore, incuriosito dal comportamento degli altri utenti. Curioso, al punto di rischiare l'equivoco.
Avevo però voglia di capire.
Gli uomini, nei servizi igienici, sono animali strani e variegati. C'è la categoria dei timidi, che rischiano di farsela addosso, in attesa che si liberi un box chiuso, piuttosto che usare gli urinali a parete a disposizione. La poca privacy li blocca, evidentemente. Li riconosci, perchè per placare la prostata saltellano lievi una specie di ridicola danza della pioggia di radice indiana. Sembrano indifferenti, ma i loro occhi esprimono il terrore per il pericolo imminente della mutanda bagnata.
Gli uomini, nei servizi igienici, sono animali strani e variegati. C'è la categoria dei timidi, che rischiano di farsela addosso, in attesa che si liberi un box chiuso, piuttosto che usare gli urinali a parete a disposizione. La poca privacy li blocca, evidentemente. Li riconosci, perchè per placare la prostata saltellano lievi una specie di ridicola danza della pioggia di radice indiana. Sembrano indifferenti, ma i loro occhi esprimono il terrore per il pericolo imminente della mutanda bagnata.
Ci sono invece gli spavaldi che, come se fossero
nell'intimità di casa loro, iniziano a sbottonarsi la patta già prima
dell'atrio, incuranti degli astanti, e arrivano al dunque con l'attrezzo già
bello e pronto all'uso. Il pericolo di atti osceni in luogo pubblico non li
sfiora nemmeno. In genere si tratta di persone che disturbano, perchè, potendo
scegliere altri urinali liberi anche più lontani da te, comunque ti si piazzano
al fianco.
Una contiguità con il prossimo che io, personalmente, non
amo, quando sono impegnato nelle delicate operazioni di deposito liquami.
I fruitori degli orinatoi, normalmente, piuttosto che
passare per sessualmente attratti dagli ammenicoli altrui, adottano
atteggiamenti di plateale disinteresse. Strategie diverse finalizzate a
scansare la possibile onta di essere considerati omosessuali.
In genere molti guardano, a testa bassa, con curiosa
insistenza il loro pisello, con amorevole concentrazione e attenzione. Un po'
come se fossero per la prima volta davanti a cotanto spettacolo della natura.
Altri, all'opposto, guardano inebetiti in aria, verso un
punto infinito sulla parete di piastrelle, immersi in meditazioni che sarebbe
bello poter condividere. Sono così fissi nel loro sguardo e posa, che ti viene
il dubbio siano rimasti ipnotizzati dal reticolo delle piastrelle.
Trasformati per maleficio, in statue di pietra gocciolanti
prive di volontà autonoma.
Gli uomini ben sanno che l'operazione deve essere necessariamente preceduta da qualche scossa di assestamento, per evitare di finire nei pantaloni ciò che si è iniziato sul sanitario.
Anche qui, si passa da vigorose e plateali manovre (tali da
indurre a pensare che si voglia unire l'utile al dilettevole])a più delicate e
gentili operazioni, fatte con la segreta paura che il tutto, se agitato
eccessivamente, si possa rompere.Sia mai.
Una lavatina frettolosa alle mani (ma anche no) e via felici
a mangiare un pessimo panino rovente fuori e gelato dentro, al costo di una
aragosta fresca pescata in Madagascar e portata a mano nell'autogrill.
Insomma, nel momento del bisogno (è il caso di dirlo) si
svela, in molti ometti, la natura del rapporto tra il “coso” e il suo
proprietario. E' uno spettacolo divertente e per certi versi istruttivo.
Credetemi, sono pronto a scommettere che osservando bene un uomo impegnato a
fare pipì, si possa, con una grande possibilità di successo, ipotizzare perfino
la sua inclinazione politica.
Una sola cosa accomuna tutti (me compreso), a prescindere
dalla latitudine.
Noi uomini siamo incredibilmente sporcaccioni. Forse temiamo che, in assenza di almeno due gocce del nostro passaggio lasciate sul pavimento, nessuno si ricordi più di noi.
E, specialmente, della nostra amatissima appendice.
Noi uomini siamo incredibilmente sporcaccioni. Forse temiamo che, in assenza di almeno due gocce del nostro passaggio lasciate sul pavimento, nessuno si ricordi più di noi.
E, specialmente, della nostra amatissima appendice.
A parte l'articolo, su cui già si potrebbe discutere, chi è lo scienziato che ha scritto l'introduzione?
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