giovedì 20 giugno 2019

Comitato promotore della petizione su industrie insalubri: e di nuovo si scrive al sindaco! Stavolta c'è pure una istanza, come da Statuto comunale.


Il comitato promotore delle petizioni popolari chiede formalmente di conoscere la dichiarazione di innammissibilità della petizione su industrie insalubri. E chiede anche che il Comune solleciti un parere sulla questione dagli uffici regionali competenti.




Provate a leggere quanto segue, è la trascrizione più accurata possibile delle dichiarazioni rese dall'assessore Del Sordi durante la seduta del consiglio comunale del 3 giugno 2019.

"....Modificare un piano regolatore significa andare a modificare una legge che per essere modificata deve avere certi requisiti, per modificare una legge non si può, questo non perché non si vuole, ma perché purtroppo il nostro ordinamento non lo permette, non si può badare solo a quelle che sono le giuste e legittime richieste di chi ha firmato una petizione o quant'altro perché se da una parte ci sono le giuste e legittime richieste di chi firma una petizione per modificare questa legge, per modificare una legge bisogna avere anche un parere, questo ahimè purtroppo lo prevede la norma.
Il sindaco le ha detto: è stata fatta un'istruttoria, istruttoria tecnica da parte dell'ufficio, il quale alla fine semplificando e banalizzando dice che quel tipo di modifica non poteva essere accolta..."
Mi rendo conto che non si tratta di un testo agevole, incuriosirebbe persino Noam Chomsky e i linguisti convinti che bisogna analizzare le strutture profonde del linguaggio e non solo quelle superficiali; ma anche ritenendo che una lingua si rimodella secondo gli utenti, le circostanze,i presupposti, qua non è impresa facile determinare le relazioni tra "modificare un piano regolatore", "una legge che per essere modificata deve avere certi requisiti" (... eh non so cosa farci, così ha detto l'assessore), "il nostro ordinamento non lo permette", e così via, lungo tutto un discorso che non ho riportato (e mi aspetto gratitudine dai lettori).

Quello che noi cittadini,firmatari della petizione su industrie insalubri, abbiamo compreso ( qui i dettagli) è che il pezzo di carta su cui stava scritta è stato consegnato in un ufficio dotato delle competenze tecniche per valutarlo e che dopo questo procedimento lo stesso ufficio ha detto: non si può fare. No se pol. Non va bene: avrebbero dovuto dircelo subito che la petizione era innammissibile, e avremmo discusso di quello, nei mesi successivi, invece di impegnarci - noi e pure i consiglieri comunali - a portare il tema in consiglio comunale, assieme all'altra petizione, quella sull'adozione del Piano di classificazione acustica.

Fatto sta che che di nuovo i cittadini si mettono al lavoro e scrivono al Sindaco, perchè questo documento lo vogliono proprio leggere,la richiesta era già stata resa pubblica con un comunicato ed era anche stata amplificata dalla stampa locale, ma evidentemente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Oggi, dunque, è stata depositata all'ufficio protocollo del Comune una lettera cortese in cui si ripropone la richiesta e si aggiunge un'ulteriore istanza.  Le istanze sono
previste dall'art. 76 dello Statuto del Comune di Gorizia: i cittadini possono rivolgere agli organi elettivi comunali istanze dirette a promuovere interventi per la tutela di interessi collettivi, alle quali il sindaco deve dare risposta scritta entro due mesi dal ricevimento.
Nello specifico, l'istanza chiede che "L'iter di approvazione di un Piano Regolatore prevede sia la Regione a confermare l'esecutività, disporne la rielaborazione da parte dell'amministrazione comunale oppure imporre delle modifiche; per meglio affrontare il percorso partecipato previsto ed avere da subito un parere tecnico da chi dovrà disporre l'esecutività del piano, rivolgiamo un istanza
diretta a promuovere interventi per la tutela di interessi collettivi in base all'art.76 dello Statuto Comunale, sempre nella massima collaborazione e trasparenza nei confronti di
tutti i firmatari della petizione, che dell'ammissibilità tecnica di quanto chiesto dalla petizione sia investito il competente ufficio regionale, chiedendo un parere a riguardo."

Questo il comunicato stampa trasmesso oggi dal comitato promotore.


COMUNICATO STAMPA.
20 GIUGNO 2019
In consiglio comunale la petizione popolare su industrie insalubri è stata definita “non accoglibile”.
 Dichiarazione sconcertante: il comitato promotore non ne sapeva niente e vuole il documento dell’istruttoria tecnica che ha prodotto questa conclusione. Istanza al Sindaco per ottenere un parere dagli uffici regionali competenti in materia.

A quattro mesi e mezzo dal deposito, in consiglio comunale si dice che, in base ad una istruttoria tecnica, la petizione popolare per una Variante al PRG del comune di Gorizia che inserisca norme più stringenti per la realizzazione di industrie insalubri e impianti gestione e trattamento dei rifiuti speciali per il miglioramento e la salvaguardia ambientale non può essere accolta, cioè è inammissibile,  il comitato promotore ha chiesto al Sindaco di Gorizia di poter leggere il relativo documento.
In realtà questa informazione avrebbe dovuto pervenire al comitato parecchio tempo fa, unitamente ad altre notificazioni relative all’iter procedurale, con una comunicazione al proponente in cui  si dichiarasse, esplicitamente e con adeguata motivazione, non accoglibile quanto richiesto dalla petizione.
La lettera consegnata oggi al Comune di Gorizia, e sottoscritta da numerosi cittadini firmatari della petizione popolare,  precisa il contesto in cui è avvenuta questa dichiarazione da parte dell’assessore Del Sordi, il quale ha anche sostenuto che ai proponenti era stato risposto che l’argomento individuato non poteva essere trattato. Invece la risposta del Sindaco esprimeva un concetto completamente diverso, cioè che l’amministrazione per dare adeguata risposta alle istanze della cittadinanza intendeva approfondire la questione nell’ambito della variante generale al PRGC.

Inoltre, il comitato promotore ricorda al Sindaco che la modifica richiesta dalla petizione va semplicemente a limitare le destinazioni d'uso di due zone omogenee (artigianale ed industriale), analogamente a quanto già fatto dal piano della zona industriale di Sant'Andrea, approvato dalla Regione nel settembre del 2017, al quale  questa Amministrazione comunale, nell'agosto dello stesso anno, aveva dato una valutazione tecnica favorevole. Perché dunque stavolta, sempre stando a quanto dichiarato in consiglio, non si potrebbe più fare?

Infine, in base all’art. 76 dello Statuto comunale sulla promozione di interventi per la tutela di interessi collettivi, è stata rivolta al Sindaco istanza affinchè , in previsione di una revisione strutturale del piano che dovrà ottenere anche il nulla osta regionale, si provveda ad investire il competente Ufficio regionale della questione relativa all’ammissibilità tecnica di quanto oggetto della petizione popolare, ottenendo un parere a riguardo anche per meglio affrontare il percorso partecipato che la Giunta ha previsto e annunciato.









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