Traditi in materia di trattati internazionali tossici tutti gli impegni elettorali. Dichiarazioni politiche roboanti a tutela dell'agricoltura italiana contraddette sistematicamente. Svendute le eccellenze alimentari ai mercati più "falsi" del mondo. E in più, diritti umani e sviluppo sostenibile per l'ambiente valgono meno di niente. Stop TTIP Italia lancia l'allarme e ci chiama ad una condivisa protesta.
Dopo gli inspiegabili sì ai trattati di libero scambio Unione europea-Giappone (JEFTA) e Unione europea-Singapore, venerdì il Ministero dello Sviluppo Economico ha nuovamente stupito le tante organizzazioni della società civile che si aspettavano un cambio di rotta.
Il Sottosegretario con delega al commercio estero, Michele Geraci, ha dato infatti il via libera per l’Italia alla firma europea dell’accordo Ue-Vietnam. E di bocciare il CETA non si parla più.
Tutti i dettagli sulla deriva schizofrenica del governo italiano in materia di trattati internazionali li potete trovare riassunti sulle pagine di Stop TTIP Italia.
Dove risalta forte e chiara la richiesta al ministro allo Sviluppo Economico Luigi Di Maio di spiegare la linea politica del suo Ministero, e al vicepremier Salvini la ragione per cui un sottosegretario in quota Lega contraddica con i fatti il contratto, le loro dichiarazioni e le promesse elettorali.
Ulteriore richiesta: BOCCIARE IL CETA in Parlamento, prima delle elezioni europee, e fermare, nel frattempo, l’iter di tutti i trattati tossici, attivando un confronto serrato in Europa sulla strategia e le priorità commerciali dell’Unione e dei Paesi membri, Italia compresa
Ma per capire quanto sia basso lo standard della dignità politica, culturale e civile italiana riprendo integralmente quanto analizzato in capo alla controparte dell'EVFTA, cioè il Vietnam, che viola sistematicamente i diritti umani e non gliene frega niente proprio niente di sviluppo sostenibile per l'ambiente e per tutti gli esseri umani.
Sulla pagina intitolata "I brutti fratelli del CETA", si legge, tra l'altro, questo.
"La Commissione europea ha incluso una breve valutazione d'impatto dell’EVFTA in allegato al documento di posizione sulla valutazione dell'impatto sulla sostenibilità (SIA) condotta per l'accordo di libero scambio originariamente pianificato tra l'UE e l'ASEAN. Tuttavia, per EVFTA non è stata condotta alcuna valutazione dell'impatto sui diritti umani.
Una denuncia presentata dalla società civile all’Ombudsman europeo relativa al rifiuto della Commissione di effettuare una valutazione di questo tipo non ha avuto alcun effetto.
L’Ombusdman, infatti, ha raccomandato la realizzazione di una valutazione d'impatto sui diritti umani, ma è rimasto inascoltato perché la Commissione aveva già concluso i negoziati con il Vietnam nel momento della pubblicazione della decisione.
L’Ombudsman, a quel punto, ha potuto solo concludere che l'approccio della Commissione costituiva un caso di cattiva amministrazione ma senza che questa constatazione sortisse alcun effetto pratico.
Che un focus sui diritti umani fosse particolarmente necessario nel caso del Vietnam lo dimostra il fatto che un cartello importante di organizzazioni vietnamite che lottano per la difesa dei diritti umani ha di recente chiesto al Consiglio e al Parlamento europeo, in una lettera aperta, di non ratificare l’accordolvii. Si denuncia, infatti che “nell'ultimo anno, le autorità vietnamite hanno arrestato arbitrariamente decine di attivisti e blogger. Nel mese di aprile 2018, le autorità vietnamite hanno condotto cinque processi politici e condannato dieci difensori dei diritti umani fino a 15 anni di carcere per aver esercitato pacificamente i diritti alla libertà di espressione e di associazione. “In prigione, torture e maltrattamenti vengono abitualmente utilizzati per estorcere confessioni e costringere i detenuti a dichiararsi colpevoli. Non èinusuale che i funzionari della prigione neghino agli attivisti detenuti cure mediche appropriate”, denuncia la lettera.
Il Servizio europeo per l'azione esterna ha condannato il 5 aprile 2018 l’arresto e la condanna di Nguyen Van Dai, Le Thu Ha, Pham Van Troi, Nguyen Trung Ton, Nguyen Bac Truyen e Truong Minh Duc, affermando che “hanno pacificamente sostenuto la promozione e la protezione dei diritti umani garantiti dalla Costituzione vietnamita, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dal Patto internazionale sui diritti civili e politici. Le loro condanne sono in violazione diretta di questi accordi internazionali, che il Vietnam stesso ha sottoscritto e di cui l'Unione europea si aspetta il pieno rispetto”. La Repubblica socialista del Vietnam, dal canto suo, secondo quanto denunciano le associazioni, “ha intensificato la repressione e continua a punire la difesa pacifica, la libertà di informare e la libertà di espressione con la detenzione arbitraria, processi iniqui e lunghe reclusioni”
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