Verrà inaugurata nella sala mostre della Galleria Fenice del Circolo Fincantieri Wartsila, il 16 novembre alle 18.30, la mostra di Erika Cei, goriziana di nascita e triestina a tutti gli effetti, intitolata "Ferriera".
Il progetto nasce nell’ottobre dello scorso anno con la finalità
di documentare le condizioni di vita delle persone che abitano nei quartieri di
Servola e Valmaura, a stretto contatto, dunque, con la Ferriera, stabilimento
siderurgico, che ha cominciato a produrre ghisa nel datato 1897 che è tuttora in piena attività.
" È difficile descrivere - spiega l'autrice - con poche immagini la vita degli
altri. È difficile soprattutto quando ci si trova di fronte a persone che sono
malate o che soffrono per la perdita dei loro cari e, oltre a questo, si
trovano a combattere quotidianamente, contro fumi, polveri, odori, rumori di
ogni genere che rendono la loro vita difficile, per non dire al limite."
Erika Cei, che ha un bellissimo blog intitolato Photofrasando, ha iniziato a interessarsi al reportage grazie ad un workshop con la fotografa Monika Bulaj.
Erika Cei, che ha un bellissimo blog intitolato Photofrasando, ha iniziato a interessarsi al reportage grazie ad un workshop con la fotografa Monika Bulaj.
Premiata da Workshop Foundry Photojournalism per “A time for
gypsies”, un lavoro riguardante una famiglia Rom a Sarajevo, ha inoltre
realizzato “E io ci metto la faccia”, 160 ritratti di persone nell’ambito
dell’iniziativa “Salviamo la scritta La verità è rivoluzionaria”, presso l’ex
o.p.p. di Trieste.
Agli inizi del 2016, ha allestito, nell'ambito di Oltre il giardino, a Pordenone, la mostra “La meta”, reportage realizzato prevalentemente nel
silos di Trieste, struttura fatiscente in cui i richiedenti asilo, giunti fin qua lungo la rotta balcanica, per più di tre anni hanno trovato un rifugio temporaneo, in verità molto poco temporaneo.Da tre anni sviluppa
un progetto sulle contraddizioni dell’Europa contemporanea, di cui il reportage
“Ferriera” è parte integrante.
Più di recente, alla Icon Factory di Dublino, nell'ambito dell'iniziativa
“Cities of Joyce” ha partecipato alla mostra collettiva “Trieste Dublin /Dublin
Trieste” con alcune immagini relative agli anni trascorsi a Trieste dallo
scrittore irlandese James Joyce. Il progetto porta il titolo “Sua mare grega”,
appellativo scherzoso e del tutto triestino, con cui Joyce chiamava la sua
opera più celebre, l’Ulisse.
La mostra "Ferriera" resterà aperta fino al 9 dicembre. Da lunedì a venerdì, dalle 10 alle 11.30, e dalle 17 alle 19.
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