Se non c'è lavoro, se ne può inventare uno. Via libera alla fantasia. Dall' UberEats alle offerte della casa o anche soltanto di una stanza, la rete offre mille possibilità.
di Marilisa Bombi
La rete racconta di tutto. Da chi si è inventato l'Ufficio informazioni a piacere, a chi guarda con attenzione alla ricerche delle professioni del futuro, dove pare saranno richiesti - secondo le previsioni degli esperti - mestieri come «guida turistica spaziale» o «filosofo di etica delle nuove scienze». Ma rimanendo con i piedi per terra e pensando a ciò che, invece, è fattibile già da oggi, c'è chi ha deciso di fare l'host.
Senza tenere conto dei bed and breakfast, a Gorizia città,
sono già cinque, per ora, coloro i quali hanno deciso di mettere a disposizione
la propria casa e di promuoverla, attraverso il sito Airbnb, un fenomeno che
sta dilagando, a livello mondiale, e che consente – a conti fatti – di avere a
disposizione un appartamento al costo di una camera d’albergo. Che, per chi non
vuole trovare tutto pronto e non ha problemi a rifarsi il letto alla mattina, è
opportunità da prendere attentamente in considerazione.
Il fenomeno sta assumendo, secondo Federalberghi, dimensioni
preoccupanti, ma tutto dipende da una regola semplicissima di mercato: alloggio
dove mi conviene e dove comunque c’è un buon rapporto qualità/prezzo. Ha
ragione, comunque, Federalberghi a paventare possibili danni erariali se i
proventi non vengono dichiarati al fisco. Ma il medesimo problema si pone per i
bed and breakfast, per le vendite fatte via Ebay o Amazon. Insomma in tutte
quelle situazioni in cui la domanda ed offerta si incontra on-line. Ed i
governi che stanno insistendo ed intervenendo per incentivare l’uso della rete
ne dovrebbero essere consapevoli; così come gli operatori del settore
dovrebbero prendere atto che un’offerta turistica ferma agli anni 70/80 non può
più incontrare le preferenze del pubblico se, sul mercato, più o meno virtuale,
si affacciano nuove opportunità sollecitate anche dalla crisi occupazionale.
Insomma, come si suol dire, tanto di cappello, a chi si inventa imprenditore e
cerca di ricavare un minimo di reddito offrendo ciò che ha. Fermo restando,
ovviamente, l’obbligo di denunciare al fisco gli introiti, al fine di evitare
ciò che è successo alcuni anni fa proprio ad un concittadino, il quale in un
paio d’anni aveva accumulato oltre 600 mila euro per un totale di 26 mila
transazioni completate.
Le attività svolte da soggetti non imprenditori
Affittare la casa, una stanza, partecipare ad un mercatino,
insomma, non consente di avere un utile netto e non dichiararlo allo Stato. E
ciò anche se ci si qualifica “non imprenditori”, perché in tal caso l’unica
differenza è che i proventi andranno dichiarati in una sezione apposita, ovvero
quella dei proventi “diversi”. E’ bene che questo fatto sia a tutti noto. Ciò
in quanto l’elenco dei partecipanti ai vari mercatini riservati ai cosiddetti
hobbisti può essere – senza alcuna difficoltà – richiesto dalla Guardia di
finanza al comune o all’Associazione che per conto del comune ha organizzato l’evento.
Lo stesso si può dire per i bed and breakfast che in Italia, contrariamente a
ciò che avviene, ad esempio, in Inghilterra, dove viene affittata la stanza del
figlio temporaneamente assente, maschera difatto la diversa attività
imprenditoriale dell’affittacamere. Che non è certamente accattivante come nome
per qualificare la funzione, ma ha comunque i caratteri propri dell’imprenditorialità.
Tenuto conto che non ci sono le caratteristiche della occasionalità che
dovrebbe caratterizzare, invece, in senso stretto, il bed and breakfast, quello vero per intenderci.
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