giovedì 11 agosto 2016

Slalom consapevole tra le etichettature: perchè solo "senza olio di palma" non può e non deve bastarci!


Semplificato l'acquisto di molte marche di prodotti, che ora evidenziano " Senza olio di palma". Bene, ora facciamo l'ulteriore balzo evoluzionistico, a partire dagli imballaggi: basta incarti che finiscono nel secco residuo! Apprezzabilissime, in attesa di una norma a tutela del consumatore, anche le scelte delle aziende che ci avvisano di usare prodotti dalla cui filiera sono esclusi ab origine gli OGM.




di Martina Luciani

Mentre si moltiplicano negli scaffali della grande distribuzione i prodotti che esibiscono ricette senza olio di palma, il percorso della maggior leggerezza nella bilancia ambientale dei nostri consumi ( l'8 agosto è stato il termine per il 2016 della sopportabilità da parte del Pianeta dell'impatto umano di consumo e inquinamento: da 3 giorni rapiniamo e violentiamo la Terra, perchè non c'è più ricambio e sostenibilità) deve proseguire ancora in salita.
La questione dei rifiuti da imballaggio è enorme, abbiamo appena saputo che per essere considerati virtuosi dovremmo produrre 70 kg di
rifiuti a testa, mentre ci attestiamo, in provincia di Gorizia, sui 140 ( poco incisiva evidentemente l'azione persuasiva delle istituzioni competenti a ridurre, ridurre, ridurre....perchè come recita il sito della Provincia di Gorizia " L'ambiente è una cosa seria, non una palestra elettorale.)
Oltre a tutti gli accorgimenti del caso per favorire e attuare la cosiddetta dematerializzazione, possiamo anche  tentare di orientarci su imballaggi riciclabili, andando a cercare l'etichetta che ci indirizza, ad esempio, alla raccolta carta.
O alla raccolta plastica, basta che non ci dicano che la confezione deve finire nel secco residuo, nel gorgo dell'indifferenziato e indifferenziabile, che rappresenta un costo economico e ambientale allucinante della nostra società dei consumi.

Ulteriore passaggio è rappresentato da un ragionamento sul tipo di ingrediente che è andato a sostituire l'olio di palma: olio di semi di girasole e olio di mais sono i più frequenti.
A parte la mia personale avversione per il mais ( troppo presente nelle nostre diete attraverso i suoi derivati) comunque vorrei sapere anche se tali prodotti sono o meno OGM free. Pochissimi ci avvisano, avanguardie di una consapevolezza al consumo che altro non richiede che l'essere messi in condizioni di esercitare il proprio libero arbitrio nelle scelte alimentari. Ma insistere è l'unica opzione che abbiamo, in attesa sia resa obbligatoria in Italia l'etichettatura che evidenzia non già l'OGM free, ma il prodotto in cui rientrano ingredienti da filiera OGM.

Nessun commento:

Posta un commento

Se inserisci il commento in un vecchio post, invia una mail alla redazione, in modo che se ne possa informare i lettori.