Investimento culturale o soldi buttati al vento? La Provincia di Gorizia fa il bilancio del "suo" Bookcrossing.
di Marilisa Bombi
Mi è sempre piaciuta molto l’idea del libro circolante ed ho
da tempo aderito al progetto mondiale di bookcrossing anche se, a dire il vero,
non ho mai costretto alcuno a registrarsi nel sito, segnare dove l’ha trovato,
dove l’ha lasciato e via dicendo. Preferisco, insomma, il bookcrossing easy. Ho
abbandonato, infatti, e senza formalità alcuna, moltissimi libri sulle panchine
di corso Italia e, proprio due giorni fa, “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello,
sul tavolino del bar da Titta a Sant’Anna. Bookcrossing significa condivisione
di libri, significa leggere un libro e poi decidere di abbandonarlo, per
permettere ad altri di leggerlo, di provare emozioni.
Diceva Arthur Bloch “non
si perde mai nessun libro prestandolo, ad eccezione di quelli cui si tiene
particolarmente”. Questa è un po’ la filosofia del bookcrossing, ossia della
condivisione dei libri con altra gente. Insomma, niente a che vedere con il
progetto della Provincia di Gorizia lanciato un paio di anni fa. E non è un
caso se la Provincia stessa ha voluto puntualizzare, al momento della
presentazione del progetto, che “Libri e Libertà”, l’idea di promozione alla
lettura ideato dalla Provincia di Gorizia, con un contributo della Fondazione
Cassa di Risparmio di Gorizia, […] presenta regole molto semplici, simili a
quelle del tradizionale bookcrossing. Chiunque può prendere gratuitamente uno
dei volumi e leggerselo comodamente a casa. Senza obblighi né divieti. In piena
libertà, come suggerisce il titolo dell’iniziativa. Con la speranza che una
volta terminata la lettura, i libri vengano passati a un amico o riportati in
uno dei cinquanta scaffali rossi presenti in tutto il territorio provinciale.”
Che, poi, i supporti che erano stati posizionati nei luoghi
più disparati siano rimasti subito dopo irrimediabilmente vuoti perchè chi ha preso il libro se lo è poi tenuto è forse, per il presidente Gherghetta, del tutto irrilevante. E questo fatto pare un po' demagogico e molto propagandistico.
Insomma,
se l’intenzione originaria di chi all’inizio degli anni 2000 ha lanciato l’idea
del Bookcrossing era, ed è quella di condividere un libro con il mondo,
liberandolo, l’iniziativa della Provincia di Gorizia è stata un investimento
culturale, che è costato alla Comunità – come dichiarato dallo stesso
Gherghetta 160 mila euro. Fermo restando che tutti i classici, essendo ormai
scaduti i termini per la tutela dei diritti d’autore, sono disponibili on-line
in appositi siti, tra i quali liber liber è solo, forse, il più organizzato.
In
tempi di vacche magre sembra un importo non trascurabile per un progetto di
questo tipo e sarebbe interessante sapere quindi quanto, di questo importo, non
è stato coperto da contributi ed è stato assunto direttamente a carico della Provincia.
Va precisato, peraltro, che nonostante una ricerca accurata non è rinvenibile
nel sito istituzionale alcun provvedimento che abbia ad oggetto il progetto in
questione, quali sono stati i riferimenti normativi presupposto della decisione
che ha lanciato il progetto, in relazione alle funzioni della Provincia, costi
effettivi, ditte coinvolte ecc. E, di
conseguenza, non risulta possibile fornire alcun dato utile per poter valutare
compiutamente la portata dell’iniziativa, anche se sarebbe interessante sapere dalla fornitissima biblioteca
cittadina e dalle librerie cittadine, se il numero degli utenti e dei libri
venduti è aumentato dopo l’avvio, nel 2008, del progetto ”libri e libertà”. E ciò proprio in relazione al fatto che l'intento dell'ente provinciale era quello di stimolare e promuovere la lettura.
Regalare un libro è sempre un dono prezioso perchè, come disse Marguerite Yourcenar «Istituire
biblioteche e librerie è come edificare granai pubblici, ammassare
riserve contro un imminente inverno dello spirito». Ma regalare libri con i soldi pubblici è tutt'altra cosa, e di questo la Giunta ed il Consiglio provinciale dovrebbero darne conto.
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