Se ne parla sempre più spesso, dei benandanti.Non di rado arruffando tra loro verità documentale e fantasia. Del resto è argomento fascinoso, fonte di ramificate implicazioni culturali e radicato nella storia locale, consapevole e non. A Udine, nell'ambito del ciclo Eresie, iniziativa su " A 50 anni da I benandanti, a 40 da Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg. Il contributo del circolo culturale Menocchio alla ricerca su inquisitori e inquisiti”. La sede è lo sconsacrato Oratorio del Crocefisso, antica sede dell'Inquisizionale aquileiese.
Venerdì 15 gennaio, alle 17.30, a Udine, presso l’Oratorio
del Crocifisso, in Largo Ospedale Vecchio 10/2, sede della Civica Accademia
d’Arte drammatica Nico Pepe, si terrà il quinto incontro del ciclo “Eresie”,
iniziativa a sostegno del circolo culturale Menocchio, di Montereale
Valcellina, dal titolo: “A 50 anni da I benandanti, a 40 da Il formaggio e i
vermi di Carlo Ginzburg. Il contributo del circolo culturale Menocchio alla
ricerca su inquisitori e inquisiti”.’
L'evento avrà significativamente luogo nell’oratorio (ora sconsacrato e sede dell’Accademia teatrale Nico Pepe) in cui aveva sede l’Inquisizione del Patriarcato d’Aquileia: avviene a 50 e 40 anni dall’edizione delle due innovative monografie di Carlo Ginzburg – I benandanti del 1966 e Il formaggio e i vermi del 1976 – che hanno inciso in maniera profonda non soltanto in ambito storiografico, ma anche sulla percezione che il Friuli ha oggi di sé.
Saranno tre ricercatori d’eccezione, come gli storici Giuseppina Minchella e Andrea Del Col, e l’antropologo Gianpaolo Gri, a raccontare il debito che la cultura friulana ha nei confronti del circolo, determinante nel lavoro di valorizzazione delle fonti inquisitoriali, impegnato instancabilmente, con un ruolo di primo piano, in pubblicazioni, cicli seminariali, convegni, mostre, attività di divulgazione, assistenza ai ricercatori.
Proprio a Montereale Valcellina infatti, leggendo
quarant’anni fa Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg, alcuni illuminati
operatori culturali, raccolti attorno ad Aldo Colonnello, si sono sentiti eredi
e debitori del sogno di trasformazione del mondo che quattro secoli prima
riempiva la testa e i discorsi del loro compaesano, il mugnaio Domenico
Scandella, ed ha fatto propria la scelta di Menocchio: gli ha dedicato un
circolo culturale e quel circolo da trent’anni fa lievitare dall’interno la
vita culturale del Friuli, anche se oggi
serie difficoltà economiche potrebbero imporne la chiusura (di qui
l’iniziativa di “Eresie”, curata da un gruppo di amici del circolo).L'evento avrà significativamente luogo nell’oratorio (ora sconsacrato e sede dell’Accademia teatrale Nico Pepe) in cui aveva sede l’Inquisizione del Patriarcato d’Aquileia: avviene a 50 e 40 anni dall’edizione delle due innovative monografie di Carlo Ginzburg – I benandanti del 1966 e Il formaggio e i vermi del 1976 – che hanno inciso in maniera profonda non soltanto in ambito storiografico, ma anche sulla percezione che il Friuli ha oggi di sé.
Saranno tre ricercatori d’eccezione, come gli storici Giuseppina Minchella e Andrea Del Col, e l’antropologo Gianpaolo Gri, a raccontare il debito che la cultura friulana ha nei confronti del circolo, determinante nel lavoro di valorizzazione delle fonti inquisitoriali, impegnato instancabilmente, con un ruolo di primo piano, in pubblicazioni, cicli seminariali, convegni, mostre, attività di divulgazione, assistenza ai ricercatori.
Va ricordato che nel 1966 l’archivio udinese dell’Inquisizione
(uno dei più completi e importanti d’Italia) non era ancora aperto al pubblico.
La monografia di Ginzburg l’ha rivelato agli storici e al grande pubblico in
tutto il mondo, lasciando intravedere la fertilità delle carte che contiene,
anche in direzioni nuove e sorprendenti. In questo mezzo secolo, dopo
l’apertura e il riordino, il lavoro di ricerca ha profondamente innovato sia
gli studi sull’Inquisizione friulana sia la ricerca sulle tradizioni popolari e
sulla personalità di inquisitori e inquisiti.
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