Borgo Conventi, settembre 2015 |
Una civiltà che non rispetta i morti non merita di sopravvivere, e la diffusa insensibilità amorale nei confronti di coloro i quali fuggono da condizioni di vita inumane ne è la dimostrazione
di Marilisa Bombi
Ugo Foscolo, ne I Sepolcri, lo aveva inteso perfettamente:
una società che non conserva il culto dei morti fra i suoi valori spirituali
più preziosi, non merita di sopravvivere. Perfino il feroce Achille, che ha
giurato a Ettore morente di lasciare il suo corpo in pasto alle belve feroci,
finisce per piegarsi davanti alle lacrime di Priamo e restituisce al vecchio re
di Troia il cadavere, perché questi possa dare al figlio delle degne esequie.
Ma sempre più persone, invece, decidono per la cremazione e
la dispersione delle ceneri. E ciò avviene anche in forza del fatto che i
cimiteri non rappresentano più quel luogo della memoria che per molto tempo
hanno svolto. Insomma, la sensibilità cambia, passo dopo passo, azione dopo
azione, e pochi o nessuno se ne accorge che un mondo è cambiato.
il cimitero, oggi, senza siepe |
Ben lo sapevano i progettisti del nuovo cimitero di Gorizia
che avevano ricreato, in stile inglese ma coerente con le nostre tradizioni,
uno spazio in cui anche la panca posta sotto l'albero doveva rappresentare lo
strumento per valorizzare il connubio tra memoria e ricordi.
Pensavo a questo, ieri, mentre percorrevo la strada di campagna
che costeggia l'azienda Borgo Conventi a Farra d'Isonzo, proprio a fianco
dell'osservatorio astronomico. Un confine delimitato per tutta la sua lunghezza
da una lunghissima e curatissima siepe di Pyracantha.
E allora, mi è risalita la rabbia di alcuni anni fa, quando
in una visita alla tomba dei miei genitori ho scoperto lo scempio deciso dal
Comune che ha disposto l'eliminazione della bellissima siepe che faceva parte
del complessivo progetto del cimitero e a proposito del quale mi sono, mesi fa,
già soffermata.
Il fatto drammatico è che chi ci amministra raramente riesce
a pensare al futuro. La contingenza è l'oggi, anche se in questo modo si rompe
la continuità generazionale dell'educazione, del rispetto ed anche della
memoria che, sotto un certo punto di vista, è custodita nei cimiteri. Di lì,
all’abbandono il passo è breve.
Se la memoria è considerata un valore e un fattore di
identità e di conoscenza, non esiste anche a fianco del diritto dei singoli
alle scelte un interesse pubblico al mantenimento dei luoghi della memoria? In
particolare, non sono i cimiteri i luoghi in cui si ritrova un comune senso di
appartenenza e in cui si ricompongono relazioni e si ritrovano persone o
ricordi che non si incontrano da tempo, anche al di là dei rapporti parentali?
A me capita ancora, ogni tanto, e non in occasione del due
novembre, ad esempio, di andare sulla tomba di Sofronio Pocarini, che avevo
scoperto a seguito della lettura della bellissima biografia "Mio fratello
Sofronio" edita dalla Cassa di Risparmio,
un secolo fa, e scritta dal di lui fratello, il germanista Ervino Pocar. E mi è
capitato anche, più volte, di percorrere la salita che, a San Daniele del Carso
porta al cimitero dove sono stati traslati i resti di Max Fabiani. Ogni volta l'emozione si rinnova perchè se anche sotto la terra forse non c'è più nulla perchè tutto si è dissolto, non viene mai meno quella particolare sensazione interiore che non si trova in altri luoghi.
PS A proposito della cremazione, consiglio la lettura
dell'articolo Ceneri al vento la fine
dei cimiteri di Umberto Galimberti, pubblicato nel 2003 dal quotidiano laRepubblica.
L'emozione di entrare nel cimitero di Pere Lachaise a Parigi è stata unica....con la piantina in mano per trovare Moliere, Friedrich Chopin, Oscar Wilde, Isadora Duncan, Edith Piaff, Jim Morrison.....dove ancora oggi incontri giovani che bivaccano sulla tomba di Morrison, cantando le sue canzoni. I cimiteri sono luoghi sacri, importanti, emozionanti! Come quello di Colonia, dove le tombe si nascondono tra alberi secolari e gli scoiattoli ti vengono incontro sperando in qualche nocciolina....oppure quello monumentale di Spoleto, con la splendida basilica di San Salvatore al suo interno. Oppure quello dove riposa la tua maestra delle scuole elementari o il tuo professore di greco che ogni tanto vai a salutare. I cimiteri ci legano al passato, alla Terra, alle emozioni, alla famiglia. Ci ricordano che non siamo eterni e che la vita....se ne va!
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