Vietato confondere vacanza con ferie, perchè si corre il rischio di confondere lucciole con lanterne. Ed è ahimè, l'errore in cui più facilmente si incorre
di Salvatore Simeone
E’ tempo di vacanza, ma forse non tutti conoscono il vero
significato di questa parola.
L’etimologia di “vacanza” è la stessa di “vacante”, dal
latino vacare e vacuus, che significa “vuoto”.
Quindi la vacanza dovrebbe essere un periodo libero da
impegni, per lo meno quelli consueti, libero dal lavoro, oppure da altro in
relazione con le abitudini della vita quotidiana.
La “vacanza” è, quindi, la sospensione delle solite attività
(relax).
Si può dire, però, che solo poche persone riescono a
concedersi una vacanza nel vero senso della parola.
Ho l’impressione che durante la vacanza il rilassamento non
sia così immediato, e il “vuoto” non sia facile da praticare: si finisce con il
riempire più che con lo svuotare, e addirittura ci si stressa proprio come si
fa di solito nella vita normale.
Infatti, accade spesso di eccedere nelle attività,
nell’animazione, oppure si frequentano persone con le quali si ripropongono
tensioni, piccoli litigi o frizioni interpersonali che si pensava di lasciare
finalmente alle spalle.
Spesso si cercano spiagge o ritrovi affollati, e magari ci
si ritrova impelagati nel traffico proprio come a casa!
Paradossalmente, anche se si riesce a trovare una situazione
riposante, distensiva e senza impegni particolari, può succedere che si sia
incapaci di apprezzarla, e il vuoto e il silenzio possano diventare persino
oppressivi, e la mancanza di stimoli possa essere vissuta addirittura come un
incubo dal quale non si vede l’ora di fuggire.
Evidentemente, siamo troppo abituati allo “stress” e non
sappiamo più farne a meno…
Il fatto è che il “vuoto”, anche quello delle vacanze, è
simbolicamente – nel profondo – come una morte. In fondo se ne ha paura.
Dopo aver tanto desiderato una pausa, la si riempie con ogni
sorta di cose per evitare di fermarsi davvero; manca l’abitudine a rimanere soli con sé stessi.
Eppure la vacanza è una cosa meravigliosa, rigenerante,
durante la quale si può ritrovare l’essenziale, recuperare valori, essere più
sé stessi.
La vacanza è reintegrativa, è una grande benedizione, un
beneficio possibile per molti soprattutto del mondo di oggi.
La vacanza è un’occasione per imparare ad apprezzare un
“vuoto” rigenerante e liberatorio, uno spazio che ci riconduca a noi stessi.
A proposito di vacanza/vuoto, mi viene da pensare alle
tecniche di cura che più di altre somigliano ad una “vacanza”, e mi riferisco
ad esempio allo Yoga, alla Meditazione e
al digiuno.
A proposito di digiuno, i Francesi lo definiscono “Etat de
Grace”, cioè “Stato di Grazia”, che è esattamente la sensazione che si prova
quando si digiuna.
Questo accade proprio perché la Mente, durante il digiuno,
va in “vacanza”, e solo quando la Mente va in vacanza è possibile sperimentare
sensazioni straordinarie, cioè “extra-ordinarie” (fuori dall’ordinario).
Con la Mente vuota, potersi finalmente concedere il viaggio
più stimolante: quello dentro sè stessi…
Chissà quanti tesori nascosti ci sono…
Il dottor Salvatore Simeone è direttore di un centro di medicina naturale a Roma e gran sostenitore del digiuno come terapia:
www.digiuno.it .
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