sabato 11 luglio 2015

Mela friulana sana, promettente, ma quando sarà matura varrà così poco che forse non la raccoglieranno proprio.

Le aberrazioni del mercato incidono in maniera pesantemente negativa sulla gestione agronomica e fitosanitaria: al punto da rendere economicamente svantaggioso raccogliere la frutta che non asseconda i gusti estetici dei consumatori.


di Giancarlo Stasi

Osserviamo attentamente questa piccola mela, che proviene da un frutteto del Friuli. E' perfettamente sana, promette di diventare lungo tutta l'estate un bel frutto saporito. Ma mostra sulla buccia alcune macchiette rosse, che differiscono dalla distribuzione del colore secondo quanto di solito avviene per questa varietà.
Queste pigmentazioni non sono sintomo di malattia, non incideranno sulla forma, sulle prorietà nutritive e sul sapore del frutto maturo. Difficile dire da cosa dipendano, potrebbe essere anche solo un raggio di sole che ha subito l'effetto lente di una goccia d'acqua.
Fatto sta, che il mercato questa mela non la vorrà, quantomeno non negli scaffali dei negozi: perchè ha le "lentiggini". Quindi il suo valore sul mercato nazionale precipita e la rende utilizzabile forse solo come mela da industria ( valore commerciale bassissimo).
Nessuna possibilità sui mercati esteri. E questo perchè le macchiette rosse sembrano - anche se non sono - le punture di una cocciniglia: il che preclude l'esportazione.
Quindi con tutta probabilità resterà a marcire sull'albero, perchè i costi della raccolta risulterebbero superiori al suo valore commerciale.
E siccome i consumatori siamo noi, vediamo di fare alla svelta un'inversione di rotta nelle nostre scelte al momento dell'acquisto di prodotti agricoli, mettendo il fattore estetico al giusto posto nella nostra scala di valori. Altrimenti gli agricoltori saranno  sempre di più costretti a scegliere pratiche agricole che assicurino determinanti standard estetici: ma questo non significa agricoltura di qualità e nemmeno agricoltura sostenibile per l'ambiente.

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