Un Accordo firmato due anni fa da 5 ministri, sei presidenti di Regione e due Province autonome riconosce che la combustione di biomasse è tra le principali fonti di emissioni inquinanti.
di Martina Luciani
"Le parti si impegnano ad attuare interventi relativi ai seguenti settori
emissivi, individuati tra quelli maggiormente responsabili delle emissioni
inquinanti: combustione di biomasse, trasporto merci, trasporto passeggeri,
riscaldamento civile, industria e produzione di energia, agricoltura."Parole,queste, che riflettono chiaramente le crescenti preoccupazioni scientifiche sulle biomasse, per le quali l’Agenzia europea per l’ambiente ha dichiarato che l’ipotesi per cui “la combustione delle biomasse fosse di per sé neutra dal punto di vista dell’emissione di anidride carbonica è errata”. Che ovviamente non basta a smontare l’enorme meccanismo di interessi economici in gioco, ma almeno è un onesto inizio.
Ma vediamo chi sono le parti e dove e come si sono impegnate, anche con l’individuazione di misure a breve, medio e lungo termine. Stiamo parlando dell’Accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano, firmato il 19 dicembre 2013 di ministri dell’Ambiente, Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti, Politiche agricole, Salute,i presidenti di sei Regioni e di due Province autonome. C’è anche il Friuli Venezia Giulia, firmataria l’assessore all’Ambiente Sara Vito, delegata dalla presidente Serracchiani.
Questo elenco dimostra che tutti, ma proprio tutti, i principali interlocutori istituzionali del dibattito cittadino sulle centrali a biomasse da far funzionare in ambito residenziale, sono al corrente degli obiettivi dell’Accordo. Magari sarà solo letteratura legislativa, però nel testo dell’Accordo ci sono interessanti riferimenti nelle premesse, che ben esprimono la gravità della situazione italiana, fotografata al 2013 ben inteso: la Corte di Giustizia europea con sentenza 19 dicembre 2012 ha condannato l’Italia per non aver provveduto nel 2006 e 2007 a far rispettare i limiti del PM 10; la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione a causa dei superamenti di lungo periodo dei valori di PM 10; i superamenti riguardano anche il Friuli Venezia Giulia; la sentenza di condanna imporrebbe oneri economici molto rilevanti e la possibile riduzione dei fondi strutturali per l’Italia.
L’Accordo è integralmente scaricabile dai siti governativi. Sarà nostra cura verificare in che modo la nostra Regione sta mantenendo e attuando gli impegni assunti firmando quel documento.
Nella lettura del documento, fate comunque caso alla frequenza di questi due concetti: assicurare che in tutti i provvedimenti delle amministrazioni sia valutata anche la finalità del miglioramento dell’aria; identificazione delle sorgenti che contribuiscono al complesso delle emissioni in atmosfera.
L'Accordo prevede anchecampagne di sensibilizzazione ambientale del pubblico. A Gorizia invece capita il contrario: è il pubblico che deve attuare campagne di sensibilizzazione ambientale, difendere la propria azione e le richieste di trasparenza e tutela dalle sarcastiche accuse di essere ambientalisti da strapazzo, che rifiutano tout court un’occasione da oscar della ( presunta) green economy o che impediscono il luminoso avanzare del progresso e del profitto privato.
Nessun commento:
Posta un commento
Se inserisci il commento in un vecchio post, invia una mail alla redazione, in modo che se ne possa informare i lettori.