lunedì 8 giugno 2015

Martedì e mercoledì, nuovamente #noBiomasseGo in piazza davanti alla Provincia di Gorizia.


Green economy non significa che qualsiasi iniziativa con il prefisso “bio” abbia una valenza positiva: il coordinamento #noBiomasseGO organizza due nuove manifestazioni di sensibilizzazione dei cittadini e dei decisori pubblici, davanti alla sede della Provincia di Gorizia, martedì 9 giugno dalle ore 10.00 alle ore 11.00, e mercoledì 10 giugno dalle ore 18.00 alle ore 19.00.




Il Coordinamento è intanto in attesa della risposta  alla lettera inviata alla Provincia di Gorizia e all'assessore per l'Ambiente e l'Energia, Sara Vito, con cui è stata richiesta, con urgenza, la costituzione di un Tavolo di confronto dove rappresentare le istanze dei cittadini, analisi dell'aria, valutazione sul possibile cumulo dei singoli impatti ambientali del progetto Three Shades of Green concernente le due centrali a biomassa e l'impianto di recupero dell'alluminio in via Trieste, nel mezzo dei quartieri di Sant'Andrea, Sant'Anna e Campagnuzza. Manca a Gorizia e, in particolare nelle zone dove ci sono già diverse centrali a biomassa funzionanti, un'analisi dell'aria e della diffusione delle polveri sottili: e questo giustifica  la sospensione immediata di ogni procedimento in corso diretto a rilasciare l'AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) ad impianti che presentino elementi di pericolosità e nocività per la salute dei cittadini. Green economy non significa che qualsiasi iniziativa con il prefisso “bio” abbia una valenza positiva, ed una coerente coscienza ambientale deve saper discernere tra le mistificazioni del linguaggio ( che nel caso specifico corrispondono a significativi incentivi statali) e le operazioni che effettivamente generano sviluppo in maniera sostenibile per le persone e l’ambiente.
La stessa normativa vigente europea e nazionale, in materia ambientale, impongono alle istituzioni, cui ci siamo rivolti, Regione e Provincia, di “mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri casi”. A tale proposito, un recentissimo studio – denominato “progetto Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute” -, finanziato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute, ha affermato che “l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 30mila decessi solo per il particolato fine (PM 2.5) e che, in termini di mesi di vita persi, l’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di  10 mesi ( 14 per chi vive al Nord): il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite all’anno.” Anche la combustione di biomasse (principalmente legno e pellet) è responsabile della maggiore incidenza di morti e malattie per l’esposizione al particolato. Infatti il Rapporto mette anche a fuoco come è cambiata la natura dell'inquinamento atmosferico negli ultimi dieci anni, individuando nella combustione di biomasse per il riscaldamento e negli scarichi dei veicoli diesel i due principali bersagli verso cui indirizzare nuove misure preventive.  Il coordinamento è convinto della necessità che la Giunta provinciale, chiamata prossimamente a deliberare sul terzo impianto, la centrale Nord, ascolti e assicuri la dovuta ponderazione delle motivazioni e delle istanze della popolazione residente – portatrice di interessi diffusi tramite associazioni e comitati - sulla quale ricadranno gli effetti di questi impianti.

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