I richiedenti asilo sono affamati: ieri sera, nella sala della Caritas, i goriziani hanno improvvisato una mensa che ha accolto una settantina di persone.L'emergenza umanitaria sembra essere diventata una prassi.
di Martina Luciani
Ennesimo intervento di civiltà che tampona l'indifferenza o, pure peggio, le strategie delle istituzioni competenti. Strategie illeggibili a chi si riconosce quale componente di una società civile, legata e collegata dai principi di rispetto dei diritti umani, dell'eguaglianza, della solidarietà.
Queste iniziative di soccorso umanitario vengono spontaneamente realizzate perché non è ancora stata attivata la convenzione tra Prefettura e Caritas per organizzare la presenza dei richiedenti asilo nella situazione dell'immediata presa in carico.
Le coscienze individuali, le associazioni e i partiti politici si riuniscono attorno ad un problema di giustizia, di salute pubblica, di sicurezza; la rete di disponibilità personali dimostra la capacità della comunità goriziana di farsi carico della clamorosa incapacità istituzionale ad intervenire ( sul piano umanitario, della salute pubblica, della sicurezza). Per contro, gli interlocutori pubblici che scaricano le proprie specifiche responsabilità sono tenuti a rispondere politicamente alle richieste inascoltate: quelle dei cittadini, ancor prima di quelle dei richiedenti asilo.
Bisognerebbe anche dire che non tutte le richieste dei cittadini vanno in quel senso. Sarà pure cinico dirlo, ma a me pare che la maggior parte dei goriziani abbia un punto di vista molto diverso. Resta il fatto che più ne accogli e più ne arrivano, da questo punto di vista i nostri vicini d'oltre confine mi pare che adottino altre strategie.
RispondiEliminaMa qualcuno può immaginare che i flussi di profughi dalle zone in guerra e stravolte da terrorismo, carestia, povertà e ingiustizie di ogni genere possa diminuire?
RispondiEliminaPurtroppo anche molti cittadini goriziani sono afflitti da povertà e ingiustizie e sono già qui in città.
RispondiEliminaIn passato però Gorizia è stata attraversata da diverse ondate migratorie ben più consistenti e non sono mai state riscontrate difficoltà organizzative cosi difficili.
dobbiamo comunque essere ottimisti, non possiamo pensare che questi flussi di profughi non si fermino. DOBBIAMO SPERARLO.
Pero è anche vero che il fronte caldo delle emergenze negli ultimi mesi è l Iraq e la siria, ma da li nessun siriano e nessun iraqeno ha raggiunto gorizia.
Infine un pensiero alle centinaia di bambini innocenti uccisi ieri in Pakistan, uno per uno, a scuola, con un colpo di pistola alla testa.
e alle bimbe yemenite uccise ieri allo stesso modo.
Sommessamente ricordo che per i cittadini goriziani in condizioni di svantaggio e disagio esistono specifici servizi di assistenza sociale del Comune. Se anche questi non funzionano, direi che il governo di questa città può andarsene a casa.
RispondiEliminasi intendevano gli italiani...in difficoltà. A Gorizia, a Monfalcone, a Trieste, a Milano...al mare, in montagna, al sud, al nord...la crisi ha travolto milioni di persone, centinaia di lavoratori licenziati, famiglie senza casa, senza diritti alla tutela Persino i dipendenti dello stato, leggevo di insegnanti precari che fanno la fila alla Caritas, alla San Vicenzo, alla Cri, gente che ha perso tutto , la casa, non può più pagare le tasse, le bollette...
RispondiEliminaFamiglie alle quali viene negato per delibera il bonus bebè, che sottende al diritto alla vita, e che ricade quindi sui minori...un dramma piuttosto complesso che anzi, perveade granparte dell Europa, qualcosa di più grave che inevitabilmente ci rende più simili ai paesi di provenienza dei profughi. ho letto di casi di malnutrizione degli anziani che non possono più comprare il cibo, la gente non accede più alle cure mediche...insomma, carestia e povertà senza guerra o dittatura sanguinaria, senza persecuzione terroristica, e dunque senza nemmeno la speranza di poter chiedere asilo, di diventare profughi.
Cosi', era uno spunto di riflessione...se si può.
Concludiamola la riflessione; pertanto, non potendo garantire un'esistenza decorosa ai bisognosi italiani è giusto negare l'accoglienza ai richiedenti asilo.
RispondiEliminaChe poi l'accoglienza nel suo complesso costi poco più dell'1% della spesa pubblica non è rilevante. Che questa spesa rappresenti 1/20esimo delle spese militari neanche. Per non parlare della dimensione di fenomeni come l'evasione, la corruzione e la malversazione che costano al paese cifre spropositate. Se le risorse per gli indigenti non ci sono la colpa è dei richiedenti asilo.
Tradotto in parole povere stona il fatto che lo Stato, i Comuni, le istituzioni si debbano fare carico in continuazione di uomini che fuggono dai loro paesi per i più svariati motivi, quando non riescono a far fronte alle situazioni di disagio interne. Con tutta la buona volontà e i buoni sentimenti è difficile farlo comprendere a chi fa fatica a sopravvivere anche se non ha lo status di profugo.
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