venerdì 21 novembre 2014

Piazza Municipio non potrà mai essere l'Agorà di Gorizia


da street view

Riemerge dalla polvere dei tomi del Tavolare l'atto di cessione di un'area condizionata ad un uso specifico.

di Marilisa Bombi

Ordine dall’alto: svecchiare la pubblica amministrazione. Ma le nuove leve non hanno né la memoria storica né tempo e voglia di interrogarsi sul senso stesso delle cose. Come ben dimostra la situazione dello spazio antistante il Municipio di Gorizia che, chiamarlo “piazza”, pare un eufemismo. Lo spunto, per chi è interessato ad andare a fondo delle cose, parte dalla recentissima legge 30 ottobre 2014, n. 161 che entrerà in vigore tra alcuni giorni e con la quale l’Italia ha cercato di superare le violazioni dell’ordinamento interno con il diritto comunitario.  Una delle disposizioni introdotte, infatti, è volta a eliminare l’obbligo di presidio delle stazioni di distribuzione dei carburanti, nei centri urbani. Insomma, anche in centro città sono ammessi gli impianti ghost, ai quali peraltro, siamo già abituati.
Ma che dire quando il distributore stesso non c’è più e non appare neppure il suo fantasma? Anche se nella piazza rimane, comunque, parte della struttura che a suo tempo fungeva da servizio a supporto dello stesso?
Scartabellando negli atti dell’Ufficio tavolare si possono scoprire atti interessanti, che con molta probabilità nessuno dei dirigenti comunali preposti ai servizi viabilità, urbanistica, lavori pubblici  che dir si voglia, si è mai preso la briga di far riemergere dalla polvere dei decenni. A partire dalla decisione del Consiglio comunale di cedere l’area al privato per lo specifico uso di distributore e con la possibilità, successiva, per l’ente locale, di riacquistare l’area ceduta. Evidentemente qualora fosse venuto meno l’utilizzo dell’area stessa ai fini pubblici.
Piazza Municipio non potrà avere mai la dignità di una Agorà, perché l’attuale assetto viario della città non lo consente. Ma una sua migliore sistemazione potrebbe certamente rappresentare un facile obiettivo da raggiungere, se soltanto, ci fosse un po’ di buona volontà.

3 commenti:

  1. Meno male che ci sono le vecchie leve allora! Riacquistare vuol significare forse che ci vogliono i dindini per riappropriarsi dell'area e finché qualcuno non li trova il privato si tiene l'immobile è ha diritto di utilizzarlo

    RispondiElimina
  2. Diomio, nessuno ha messo in dubbio il diritto del proprietario di utilizzare l'immobile! Ma credo che il Comune abbia conservato il diritto di riacquistare l'area e non certamente l'immobile che vi è stato costruito sopra. Quindi non credo che qualche decina di metri quadri di piazza (o forse anche meno)sia particolarmente onerosa. Forse, il calcolo più esatto sarebbe quello della ricapitalizzazione del prezzo di vendita .....
    Marilisa

    RispondiElimina
  3. Ma non capisco...per costruire strade, motostrade, autostrade (ade,ade...) e centri commerciali (ali, ali...)che sono fonti di lucro e guadagno per amministratori avidi e famelici di soldi pubblici, non ci si fa scrupolo di espropriare terreni fertili in cambio di poche noccioline, devastando l'ambiente.
    Invece quando si tratta di mettere un po' di decoro in città, la strada è tutt'altro che spianata. Sarà mica che non interessa a nessuno perchè nessun amministratore, in fondo, ci guadagna nulla?

    RispondiElimina

Se inserisci il commento in un vecchio post, invia una mail alla redazione, in modo che se ne possa informare i lettori.