Storie, dichiarazioni, attacchi con le truppe cammellate e sinuosi attacchi preventivi così da anticipare le mosse dell’avversario, documenti che si affastellano, consulenze e anticipazioni, detti e contraddetti, minacce e linguaggio da bassifondi, ambientalisti criminali, politica illeggibile e imprenditori etici, trasmissioni televisive che sfiorano senza apparentemente dir nulla che già non si sappia ma eloquentemente suggeriscono prospettive a chi voglia e sappia comprendere….un vortice attorno al contestato progetto del rigassificatore e terminal GNL targato Smart Gas, a Monfalcone.
di Martina Luciani
E attorno al
suo mentore, l’imprenditore Vescovini.
Dopo i rumors suscitati dalla trasmissione Report, oggi , dominando a vario titolo la stampa locale, Alessandro Vescovini spiega che l’idea dell’accordo volontario Carboon foot print ( quello fatto anche dal Comune di Gemona del Friuli) per la sua azienda monfalconese è nata per caso, in occasione di un suo incontro con l’ex ministro Clini a proposito del rigassificatore di Monfalcone. E che non ha ottenuto alcun finanziamento pubblico. Ammirevole sensibilità imprenditoriale e ambientalista; presumiamo che, da abile manager qual è, Vescovini non abbia avuto bisogno, a differenza di altri, di alcuna consulenza ed intermediazione, possedendo in casa propria specifiche e qualificate professionalità. Ma accendiamo comunque sulla scena una luce radente, di quelle che evidenziano le piccole imperfezioni sulle superfici più lisce.Il progetto rigassificatore è in itinere, fa tappa al Ministero dell’ambiente; lateralmente si avvia, per una opportuna coincidenza, un percorso per attivare il protocollo Carboon fooot print, di cui sappiamo bene chi era il deus ex machina al femminile. La firma del protocollo è l’occasione per presentare il progetto del rigassificatore Smart Gas. Però, cerca cerca, sul sito del Ministero dell’ambiente, la Sbe-Varvit non c’è ancora nell’elenco dei contraenti gli accordi volontari per il monitoraggio delle prestazioni ambientali.
Qualcuno ci deve rassicurare sul fatto che, in una rete così complessa come quella che si sospetta esistesse attorno all'ex Ministro dell’ambiente, qualcosa potesse avvenire per caso, esclusivamente in nome della scienza e della tutela dell’ambiente?
Una rete, ancora, di cui si trovano tracce ovunque, ce l’ha detto anche Gabanelli. Delle due, una: o si conclude che i soggetti regolarmente schierati fianco a fianco effettivamente detengono le massime competenze sui specifici temi trattati o ci si chiede se queste evidenze piuttosto che rappresentare relazioni tra soggetti portatori di sapienza scientifica e tecnica siano il prodotto di sodalizi puramente “imprenditoriali”.
Ad esempio nell’ambito del progetto europeo AGRIPORT, co-finanziato dalla Commissione Europea e dal Ministero Italiano dell’Ambiente allora retto da Corrado Clini, la partnership riuniva tra gli altri lo Studio Galli Ingegneria spa, DFS Engineering del Montenegro, D’Apollonia. Del progetto non riesco a trovare più traccia, ma sappiamo che ha sviluppato e sperimentato tecniche per il recupero e il trattamento mediante piante dei sedimenti e fanghi provenienti dai dragaggi portuali. Interessante prospettiva, visto che sedimenti contaminati costituiscono un grave problema per tutti i porti, quello di Monfalcone incluso e con l’aggravante del mercurio; e visto che quella dei dragaggi è un’altra delicatissima storia.
Dopo i rumors suscitati dalla trasmissione Report, oggi , dominando a vario titolo la stampa locale, Alessandro Vescovini spiega che l’idea dell’accordo volontario Carboon foot print ( quello fatto anche dal Comune di Gemona del Friuli) per la sua azienda monfalconese è nata per caso, in occasione di un suo incontro con l’ex ministro Clini a proposito del rigassificatore di Monfalcone. E che non ha ottenuto alcun finanziamento pubblico. Ammirevole sensibilità imprenditoriale e ambientalista; presumiamo che, da abile manager qual è, Vescovini non abbia avuto bisogno, a differenza di altri, di alcuna consulenza ed intermediazione, possedendo in casa propria specifiche e qualificate professionalità. Ma accendiamo comunque sulla scena una luce radente, di quelle che evidenziano le piccole imperfezioni sulle superfici più lisce.Il progetto rigassificatore è in itinere, fa tappa al Ministero dell’ambiente; lateralmente si avvia, per una opportuna coincidenza, un percorso per attivare il protocollo Carboon fooot print, di cui sappiamo bene chi era il deus ex machina al femminile. La firma del protocollo è l’occasione per presentare il progetto del rigassificatore Smart Gas. Però, cerca cerca, sul sito del Ministero dell’ambiente, la Sbe-Varvit non c’è ancora nell’elenco dei contraenti gli accordi volontari per il monitoraggio delle prestazioni ambientali.
Qualcuno ci deve rassicurare sul fatto che, in una rete così complessa come quella che si sospetta esistesse attorno all'ex Ministro dell’ambiente, qualcosa potesse avvenire per caso, esclusivamente in nome della scienza e della tutela dell’ambiente?
Una rete, ancora, di cui si trovano tracce ovunque, ce l’ha detto anche Gabanelli. Delle due, una: o si conclude che i soggetti regolarmente schierati fianco a fianco effettivamente detengono le massime competenze sui specifici temi trattati o ci si chiede se queste evidenze piuttosto che rappresentare relazioni tra soggetti portatori di sapienza scientifica e tecnica siano il prodotto di sodalizi puramente “imprenditoriali”.
Ad esempio nell’ambito del progetto europeo AGRIPORT, co-finanziato dalla Commissione Europea e dal Ministero Italiano dell’Ambiente allora retto da Corrado Clini, la partnership riuniva tra gli altri lo Studio Galli Ingegneria spa, DFS Engineering del Montenegro, D’Apollonia. Del progetto non riesco a trovare più traccia, ma sappiamo che ha sviluppato e sperimentato tecniche per il recupero e il trattamento mediante piante dei sedimenti e fanghi provenienti dai dragaggi portuali. Interessante prospettiva, visto che sedimenti contaminati costituiscono un grave problema per tutti i porti, quello di Monfalcone incluso e con l’aggravante del mercurio; e visto che quella dei dragaggi è un’altra delicatissima storia.
Agriport:
RispondiEliminahttp://sgi-spa.it/download/InnovationResearchITGISandRenewableenergy3.pdf
http://ec.europa.eu/environment/eco-innovation/projects/en/projects/agriport
;-)
RispondiEliminaContact Point: Name:
Pretner, Augusto
La fiaba dei 3 porcellini: Gascovini/Clini/D’Appolonia
RispondiEliminaD’Appolonia, redattrice del progetto Smart Gas, è collegata alla DFS dei compagnucci di Corrado Clini, quella del Montenegro. Ne è socia.
www.dfs-engineering.com/home.htm
E chi fa le analisi sui sedimenti, per conto di Gascovini ? la Multiproject di Gorizia, costituita da due soci, di cui uno ha lavorato come dipendente della D’Appolonia.