Ci sono nuovi elementi per discutere concretamente il riassetto organizzativo del meccanismo che assegna alle Commissioni territoriali, incardinate nelle Prefetture,il riconoscimento delle richieste d'asilo. Prevista la ridistribuzione dei carichi di lavoro.
di Martina Luciani con la foto di Pierluigi Bumbaca
Non è ancora stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la conversione in legge approvata definitivamente dal Senato alcuni giorni fa del decreto agostano (22 agosto 2014, n. 119) che interveniva sul funzionamento delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, previsioni curiosamente infilate tra i provvedimenti per contrastare la violenza negli stadi.
Come annunciato, raddoppia il numero delle Commissioni sul territorio nazionale ( saranno venti), e saranno insediate nelle Prefetture. E’ prevista la possibilità di articolare l’attività in trenta sezioni . Finanziamenti di quasi 63 milioni di euro al Ministero dell’Interno per fronteggiare la situazione di eccezionale afflusso di stranieri ( 50, 8 milioni di euro per le politiche e i servizi dell’asilo, ovvero ad esempio lo SPRAR , rete di accoglienza gestita dai comuni.
Rimangono 4 i componenti della singola Commissione, ma il colloquio con il richiedente asilo potrà essere ora sostenuto da uno solo dei commissari senza la compresenza degli altri Commissari o relativi supplenti.
Sono previsti i meccanismi per spostare la competenza all’esame delle richieste d’asilo da una Commissione all’altra nel caso il richiedente asilo sia trasferito in un altro centro d’accoglienza ed anche quelli per distribuire, su iniziativa della Commissione nazionale, i carichi di lavoro tra Commissioni così da riequilibrare i sovraccarichi di lavoro. E’ stata indicata anche la possibilità di avvalersi della collaborazione, nell’elaborazione complessiva da parte della Commissione nazionale dei flussi di dati riguardanti i richiedenti asilo e le situazioni nei paesi d’origine ed in quelli in cui sono transitati, di agenzie ed enti di tutela dei diritti umani operanti a livello internazionali, affiancati al Ministero degli Esteri e all’ ACNUR. Dati che poi vengono messi a disposizione delle Commissioni territoriali e anche degli organi giurisdizionali chiamati a pronunciarsi sull’impugnazione di decisioni negative per il richiedente.
E’ stata confermata anche l’esclusione dai limiti del patto di stabilità interna delle spese derivanti dall’emergenza immigrazione per i tredici comuni siciliani che hanno dovuto affrontare il massiccio flusso di profughi nei loro territori.
Adesso attendiamo nuove concrete proposte sull'applicazione di questi nuovi spazi normativi e sui riassetti organizzativi che ne discenderanno.
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Non servono piu' commissioni, servono persone che facciano i controlli e la creazione di una banca dati centrale dove tutti in tutta europa inseriscono i dati. Pochi clik e sai chi sei da dove arrivi che domande hai fatto .
RispondiEliminaCortesemente, basta con i commenti anonimi. Grazie. Martina
RispondiEliminaEvidentemente, l'Anonimo non sa di che cosa sta parlando, ovvero di che cosa si occupano queste commissioni. Se il riconoscimento dello status di rifugiato (o di protezione sussidiaria) fosse concesso a tutti automaticamente, allora sì ci sarebbero le condizioni per contestare le decisioni assunte, sopratutto in relazione al fatto che a quest'ultimi viene erogato, seppur una tantum, un assegno per sostenere le spese in attesa di una collocazione in un centro di accoglienza.
RispondiEliminaCiò che sconcerta, invece, è che ai componenti delle Commissioni in questione viene erogato un gettone di presenza, a prescindere (pare) dal fatto che già percepiscano uno stipendio e questo è in contrasto con il principio di diritto della onnicomprensività dello stipendio dei dipendenti pubblici.
Per il resto, riguardo i post "Anonimi" poichè non costa nulla (se non si ha un account google) inserire alla fine il proprio nome o cognome, cancellerò, d'ora innanzi, personalmente i post firmati a prescindere se il loro contenuto sia condivisibile o meno.
Marilisa Bombi
C'è scritto: "cancellerò i post firmati". Credo che ci sia un errore.
RispondiEliminaGiuseppe
Si, scusate, " i post non firmati". Marilisa
RispondiEliminaIn tutti i blog si accettano commenti anonimi, solo a voi interessano gli elogi alle cazzate che scrivete.
RispondiEliminaCancellare i messaggi è veramente antipatico, al limite potete togliere l'opzione. Comunque, mi sembra utile evidenziare come i Garanti Privacy europei – inclusa la nostra Autorità Garante – da tempo suggeriscono agli utenti di interagire con le piattaforma di social network in forma anonima o, almeno, utilizzando degli pseudonimi e, soprattutto che, il relatore speciale delle Nazioni Unite per la promozione e tutela della libertà di parola ha spesso ricordatocome, proprio l’anonimato, sia un presupposto indefettibile per l’esercizio di tale libertà e, come, per tanto, tutti gli stati dovrebbero garantirlo.
RispondiEliminaE’ innegabile che consegnare a un editore o al gestore di una qualsiasi piattaforma elettronica la mia identità anagrafica ricollegata o ricollegabile alle mie convinzioni politiche, culturali, religiose espresse in un commento esponga la mia privacy a una serie di rischi di violazione, anche solo potenziali, importanti.
Nessuno è obbligato a commentare i post. Quindi, cortesemente, leggere la nota posta a margine destro. Grazie.
RispondiEliminaMarilisa
Rispetto al periodo, più di dieci anni fa, nel quale ero responsabile del progetto sprar, le cose sono cambiate. Allora esisteva una sola commissione con sede a Roma e dunque i tempi di attesa per l audizione si aggira vano attorno ai 18 mesi. Da un lato era possibile preparare con cura la documentazione, dall altro lato però i richiedenti asilo si ritrova vano in un limbo di incertezza in quanto il pds rilasciato dalle questure non consentiva di svolgere attività lavorative.
RispondiEliminaVero è che un progetto di ascolto e valutazione in quei contesti disagiati sarebbe auspicabile ed eviterebbe un gran numero di morti nel Mediterraneo.
una simile iniziativa si sta verificando nello Yemen dove operano diverse agenzie di riconoscimento dello status di rifugiati, in soccorso ai migranti provenienti dalle coste della Somalia, spietatamente affogati e uccisi a migliaia dagli scafisti senza nemmeno consentire loro di raggiungere l Arabia.
In quanto al nodo dell anonimato, non posso che condividere il commento della anonimo delle 17.03.
A.B.Elsayed
Care Piazza Traunik, adesso il problema vuoi vedere che è l’anonimato. A me personalmente non interessa proprio sapere il nome e cognome della persona che scrive commenti in un blog, così come non mi interessa sapere se mangia il Kebab o beve la coca cola, che lavoro fa e dove abita, mi interessa piuttosto guardare alle cose che dice, alla riflessione che è in grado di suscitare ed alle nuove verità che è in grado di svelare. Interventi che sono in grado di analizzare gli eventi per aprire a nuove realtà non hanno bisogno della firma dell’autore per sancire la loro efficacia… li preferisco a tanti altri, ancorché firmati, completamente inutili, che si compiacciono di emettere sentenze opinabili, superficiali e gratuite, senza alcun apporto analitico su quanto espresso da altri.
RispondiEliminaCare mie, cosa è questa curiosità di sapere chi è che commenta, considerato che comunque in faccia non ci si può vedere in ogni caso? L’anonimato è la modalità normale di partecipazione dei cittadini alla discussione pubblica sul web, l’anonimato è nel codice genetico della rete e costituisce uno strumento necessario per limitare forme sempre più pervasive di sorveglianza da parte di poteri pubblici o privati. Tutto il resto è noia.