Quando un comune dice no alla chimica in agricoltura.É successo in Val Venosta, con un referendum a Malles. Conseguenze e benefici: i consumatori sapranno apprezzarli?
di Giancarlo Stasi
A Malles, nella Val Venosta
patria della coltura/cultura del melo, un gruppo di cittadini, da circa
dieci anni, si batteva per l’introduzione nel regolamento comunale di norme più
restrittive sull’uso dei pesticidi sia nelle colture agricole sia in ambito
urbano per la difesa del verde ornamentale. Il referendum propositivo - nel
comune di Malles da alcuni anni si possono indire referendum propositivi con
effetti vincolanti, con un quorum di partecipazione del 20% e con la
possibilità di voto anche a mezzo posta -
si è tenuto da 22 agosto al 5 settembre.
Il 69 % degli aventi diritto ha votato e di questi il 75 %
si è espresso a favore del divieto d’uso sul territorio comunale “di sostanze
fitosanitarie chimico-sintetiche molto velenosi, velenosi, dannosi per la
salute e per l’ambiente e di erbicidi”.
Gli agricoltori operanti nel territorio comunale dovranno
perciò obbligatoriamente ricorrere alle strategie di coltivazione previste in
agricoltura biologica.
La melicoltura biologica in Val Venosta è una realtà
importante e consolidata, resta comunque altrettanto importante che un comune,
al di là di mere dichiarazioni di principio che non sortiscono alcun effetto
come ad esempio: “Comune denuclearizzato”, si orienti in modo così deciso verso
una maggior tutela dell’ambiente e della salute di tutti i suoi cittadini,
operatori agricoli compresi.
Anche il consumatore deve però far la propria parte variando
ed adeguando le proprie aspettative estetiche nei confronti dei prodotti
ortofrutticoli diventando più consapevole e più tollerante. Attualmente su
alcune varietà di mele si eseguono degli interventi con fitormoni per
determinare l’allungamento del frutto (ma cambia il sapore se la stessa mela è
più tonda o più allungata?), non si adoperano alcuni fitofarmaci, con profilo
eco tossicologico migliore rispetto ad altri, perché determinano rugginosità
sui frutti stessi (nella mia personale esperienza ho sempre constatato che le
mele Golden ruggini sono più dolci di quelle lisce) . Alcuni anni fa ho
assistito al respingimento da parte del paese importatore di un camion di
insalate italiane perché su alcuni cespi erano stati reperiti afidi e questo
poteva provocare nei consumatori “disgusto”
(non poteva invece essere interpretato come una prudenza da parte del produttore
ad irrorare insetticidi poco prima della raccolta?) I dati sui consumi degli
alimenti da agricoltura biologica, in crescita anche in questi anni di crisi
economica, fanno ben sperare perché questo mercato da nicchia (e con i prezzi
praticati al consumatore gonfiati) diventi sempre più importante. Certo è che
anche altre azioni attuate lungo la filiera alimentare pongono importanti
domande sulla loro innocuità: un esempio? Le nanotecnologie?
http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2014/08/12/news/malles-referendum-per-proibire-i-pesticidi-dannosi-1.9753040
RispondiEliminaA maggio scorso il comitato promotore del referendum è stato insignito del premio "Coraggio civile e responsabilità sociale" della fondazione Ilse Waldthaler. Il quesito referendario ha trovato un importante alleato nel manifesto sottoscritto da 21 medici, dai dentisti, da 8 veterinari, da 15 biologi e dai farmacisti del distretto sanitario dell'alta Val Venosta nel luglio dello scorso anno. Un appello a difesa della salute rivolto ai sindaci venostani e all'intero territorio provinciale affichè si forniscano ai contadini le alternative per rendere la piana di Malles, in primo luogo, e l'intero territorio circostante libera dall'uso di pesticidi chimici e sintetici attraverso un divieto. Nella piana di Malles spira sempre un forte vento di tramontana, tanto da far crescere gli alberi inclinati. Con questo vento costante, e la crescita della frutticoltura industriale – aveva sostenuto il primo firmatario della petizione popolare - è impossibile controllare le derive dei pesticidi nella valle, con la contaminazione di spazi pubblici e privati. A dicembre 2013 il via libera alla raccolta di firme per il referendum, poi a febbraio la presentazione di oltre 500 firme (ne bastavano 300) depositate in Comune. Ma il percorso di avvicinamento al referendum non è stato tutto rose e fiori. È lo stesso dottor Fragner a sostenerlo nel corso della cerimonia di premiazione della fondazione Waldthaler. "Da agosto 2013 è iniziato – scrive il farmacista di Malles nella sua relazione – il fuoco di sbarramento dei contrari alla indizione del referendum con aggressioni verbali, danni al giardino e alla tomba di famiglia, diffamazione anche da parte di personalità politiche che sono state tutte segnalate ai carabinieri, che ci hanno tutelato anche con pattuglie serali e notturne».