venerdì 30 maggio 2014

La storia poco chiara del nuovo canile di Gorizia

Giuseppe Cingolani, capogruppo del PD in consiglio comunale, nuovamente interviene sulla questione del canile, e aggiunge dettagli ad una vicenda sulla quale, da oltre un anno e mezzo, non riesce ad ottenere chiarezza. Pubblichiamo la sua nota, che ha intitolato " Altri soldi pubblici bruciati a vantaggio di un privato. Giunta Romoli inaffidabile."

 
Una sciagurata operazione di cessione e riacquisizione di terreni da parte del Comune, che fa guadagnare lautamente un privato e sperpera migliaia di euro di soldi pubblici: è l'ultimo tassello emerso dalla sempre più oscura vicenda del nuovo canile di Gorizia, su cui il sindaco da 15 mesi si è cucito la bocca, rifiutandosi di rispondere alle interrogazioni.
Il misfatto si è consumato nel giro di due anni: prima il Comune ha ceduto al privato dei terreni sapendo già che avrebbe dovuto riappropriarsene poco dopo, per costruirci sopra una strada. E quando se li è ripresi, lo ha fatto sborsando molto più del doppio del valore a cui li aveva ceduti.
Ecco la ricostruzione dei fatti: il 17 marzo 2010 viene stipulato il contratto di permuta con cui il Comune di Gorizia cede circa 35mila metri quadri di terreno ad un privato ottenendo in cambio 2mila metri quadri su cui ha intenzione di costruire il nuovo canile. Nel “Certificato di destinazione urbanistica”, allegato al contratto di permuta, si legge che alcune parti dei terreni ceduti al privato sono “Aree per le sedi stradali di progetto”: di lì dovrà passare la famosa strada 56 bis, la cui realizzazione è stata deliberata dal Consiglio comunale il 22 giugno 2009, con l'approvazione della variante n. 29 al Piano regolatore. Dunque il Comune, nel momento in cui li cede, sa benissimo che dovrà riprendersi quei terreni in funzione della loro pubblica utilità.
Infatti nell'aprile 2012 arriva il decreto: 1.206 metri quadri tra quelli ceduti poco prima devono tornare al Comune tramite esproprio. Il decreto dice espressamente che ciò viene fatto in forza di quanto stabilito nella variante al Piano regolatore approvata nel 2009, dunque prima della permuta del 2010. Inoltre si delibera che quei terreni devono essere pagati, in base al loro valore effettivo, 3,20 euro al metro quadro (per complessivi € 3.859,20). Ma due anni prima, quando era stato l'ente pubblico a cederli al privato, erano stati valutati solamente 2 euro al metro quadro. Come mai una simile disparità di valutazione, a tutto vantaggio del privato, in un così breve lasso di tempo? E non è finita: il 18 settembre 2012 il Comune stabilisce che dovrà versare al privato anche l'indennità aggiuntiva prevista quando si espropria un coltivatore diretto: ulteriori 2.148,65 euro.
Alla fine il Comune sborsa la cifra di 6.000,85 euro per riavere indietro dei terreni che erano suoi due anni prima e che aveva ceduto valutandoli molto meno della metà di quel prezzo. Come è possibile un utilizzo così scellerato del denaro pubblico? Sarebbe questa la sapiente gestione economica delle casse comunali di cui è capace il sindaco commercialista Romoli? Come possono i cittadini continuare a ritenere affidabile un'Amministrazione che getta al vento in questo modo i loro soldi?
Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd di Gorizia
Il cane nella foto si chiama Betty ed è una degli ospiti in attesa di adozione del canile gestito dall'Aipa in via degli Scogli.

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