domenica 23 febbraio 2014

Un goriziano al Cairo

Appunti di viaggio

di Diego Kuzmin

Al Cairo ieri pioveva.

Incredibilmente, perché piove un paio di volte all`anno.

Infatti i ficus benjamin, che da noi sono piante da appartamento mentre qui sono alberi stradali, hanno sempre le foglie impolverate.

Il Cairo e` una citta` enorme.

Pare ci siano una ventina di milioni di abitanti, ma nessuno li ha mai contati tutti.

Pare ci siano anche cinque milioni di automobili, in perenne movimento, alla velocità media di una ventina di chilometri all`ora.
Gli ingorghi sono frequentissimi anche perche` il traffico non e` per nulla razionalizzato e le vetture, eccetto le auto blu, sono tutte ammaccate.

Tutti suonano il clackson sempre. Un trillo per avvertire l`altra automobile che si passa, un po` piu` forte per chiedere di spostarsi, un doppio bip per dire al pedone di spostarsi, un cenno interrogativo del taxi quando ti vede al bordo della strada.

A distesa infine, quando il traffico si blocca.

E` evidente che l`ingorgo non si risolvera` facendo casino, ma pare sia un gesto apotropaico, che porta fortuna.

Oltre il traffico infernale, le macchine vanno contromano,prendono le rotonde all`incontrario, vanno in retro per lunghi tratti e il rosso serve per far bella figura, sono le immondizie che la fanno da padrone.

Le strade sono tutte sporche di qualunque cosa, ci sono buche dappertutto, pezzi di sterrato anche sulle vie principali, bancarelle, chioschi, venditori di ogni genere, tutti urlano la loro merce in un caos indescrivibile.

Gli edifici completano il quadro.

Specialmente in centro, nella cosiddetta Down Town, sono in genere costruzioni erette dalla seconda meta` dell`ottocento agli anni cinquanta, inframmezzate da edifici moderni di pessima estetica e pessima fattura.

Gli edifici piu` antichi sono invece generalmente eleganti, con dei ingressi lussuosi, spesso deco` o in stile razionalista.

Pero`, veramente maltenuti. Le facciate generalmente sono ridotte a un fondo color sabbia, sul quale ogni inquilino dipinge il terrazzino e lo spazio di pertinenza, a proprio piacimento, generando un incredibile disordine cromatico.

Insomma qua non si capisce cosa dica la gente, il traffico e` pazzesco, marciapiedi alti mezzo metro, barriere architettoniche dappertutto, venditori in ogni dove, la citta` e` disordinata e sporca di immondizie dappertutto.

Sembra proprio di essere a Napoli!

3 commenti:

  1. Eppure io lo invidio, il nostro concittadino, perché sarà pure disastrato il contesto urbano, ma l'idea di poter varcare la soglia del Museo egizio del Cairo, e non venirne più fuori per almeno tre giorni, rende del tutto trascurabili i dettagli del percorso. Martina

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  2. Quello che qui viene chiamato disordine è piuttosto espressione di vita. Le strade pulsano di vita, restituendo appieno il loro significato primordiale: strati, non solo di materiali, ma di veicoli, persone, animali e attività. La strada, al Cairo, è l’essenza dello spazio pubblico e condiviso.

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  3. Mi ricorda via Rastello fine anni sessanta inizio settanta ... solo con meno Sloveni.

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