Nel 2016 è terminato il macrociclo di 250 anni iniziato nel 1765. Nel 2017 è cominciato il nuovo macrociclo, che per 36 anni sarà influenzato da Saturno. Considerazioni, interpretazioni e prospettive, a partire dagli antichi templi egizi passando per la quarantena con cui fronteggiamo il COVID-19.
di Marco Vittori
Un ragazzino svolazzante e
chiaccherone, un giorno di un tardo novembre, ormai lontano negli anni, venne
invitato dall’anziano, burbero e duro zio a fare una passeggiata dalle parti
del santuario mariano di Castelmonte nei pressi di Cividale.
I due giunsero sulla vecchia
Fiat 850 di color verde scuro al limitare di un sentiero, a qualche centinaio
di metri dal parcheggio del santuario.
L'anziano scese, invitando
con un gesto il ragazzino, sceso a sua volta, a seguirlo lungo il sentiero che
si addentrava in mezzo ad un castagneto piuttosto vecchio, popolato da
imponenti signori del bosco, alcuni ormai con rami secchi e scortecciati.
“Zio Luciano perchè siamo
venuti qui? “ chiese il ragazzino.
L'anziano, come succede a
quelli a cui l'età toglie la fretta del fare e del dire, non rispose.
Passò un tempo infinito per
il ragazzino, per l'anziano solo un attimo fatto di respiri profondi e lenti,
come capita a coloro che ricordano a mala pena l'inizio della loro vita e
invece ne intravedono l'approssimarsi del tramonto.
“Zio Luciano perchè siamo
venuti qui? “ ripetè a voce sommessa il ragazzino, con un po' di strano
rispetto per quel silenzio che era intercorso tra la prima richiesta e la seconda.
Allora l'anziano a sua volta
chiese: “Quante castagne vedi per terra?”
Intimorito il ragazzino
guardò in mezzo alle foglie secche che coprivano il suolo sotto i grandi
castagni e sorridendo divertito rispose all'anziano: “Zio, sono tante
centinaia..”
Lo sguardo burbero
dell'anziano si raddolcì un attimo per questa risposta e gli disse “Migliaia! E
quanti castagni vedi?”......
Per l'antica cultura
contadina del Mediterraneo, quasi del tutto divenuta oggetto di studio solo
nell’ambito delle tradizioni popolari, l'inizio dell'anno coincideva con
l'inizio astronomico della Primavera.
Tale evento prende il nome
di Equinozio, in quanto le durate del tempo di luce e di buio si equivalgono.
Al cultore di antiche
discipline custodite nei templi faraonici non sfugge che il 20 marzo del 2017
non è stato “solo” l'ennesimo Equinozio di Primavera.
In prossimità del
mezzogiorno delle nostre latitudini, in quella data è avvenuto un passaggio
molto particolare : la fine di un periodo lungo 252 anni (36 settimane cosmiche
per 7 archetipi planetari) e l'inizio di un nuovo macrociclo che durerà 252
anni.
I cicli di 252 anni sono
formati da 7 Settimane[1] cosmiche di 36 anni, che si susseguono secondo i
simboli dei Pianeti che governano i giorni della settimana, in senso inverso:
Saturno (Sabato), Venere (Venerdì), Giove (Giovedì), Mercurio (Mercoledì),
Marte ( Martedì), Luna (Lunedì), Sole (Domenica). Per approfondire leggi qua.
A.Angelini. Il Serto di Iside. |
Il macrociclo iniziato nel
1765 è terminato nel 2016: nell’ultima settimana cosmica di 36 anni, tra il
1981 e il 2016, è stato dominato
dall'archetipo planetario Sole.
Quello iniziato nel 2017,
per i primi 36 anni sarà dominato da
Saturno, il greco Cronos, l’egizio Seth.
Per comprendere ciò che per
noi può significare l'attuale entrata nell’ influsso del raggio di Saturno,
dobbiamo rifarci alle vicende accadute nel ciclo di Saturno tra il 20 marzo del
1765 e l'equinozio di primavera del
1801.
In quei 36 anni si vennero esplicitamente ad
affermarsi il pensiero scientifico illuminista e un nuovo pensiero politico,
produttivo di grandi rivoluzioni, come quella che tra il 1775 e il 1783 portò
all’indipendenza delle 13 colonie britanniche in terra d’America.
Appena sei anni più tardi
esplose la rivoluzione francese, i cui effetti terminarono con il colpo di
stato del Brumaio del 1799 da parte di Napoleone Bonaparte.
Anche sul piano giuridico si
verificarono notevoli cambiamenti del concetto di Uomo: nel 1764 fu pubblicato il trattato, ancor oggi tenuto
in gran conto, dell'illuminista Cesare Beccaria, “Dei delitti e delle pene”,
nel 1765 additato come “proibito” dal Concilio Vaticano in quanto faceva venire
meno il concetto di peccato.
Insomma le ultime vestigia
del pensiero Rinascimentale, in cui scienza e magia erano unite e conviventi,
vennero soppiantate dall'affermazione del pensiero razionale, che nel suo
nobile intento doveva dare dignità all'Uomo.
Non essendo uno storico
lascio ad altri la visione dei cambiamenti di pensiero e i suoi effetti sulla
società di allora.
Ma veniamo ad oggi.
Il paradigma evidente sembra
essere quello della distruzione e unificazione delle diversità, attraverso una
progressiva omologazione dell'individuo e della Natura, in funzione di pochi
eletti che dominano, come in un gioco di Monopoli mondiale, la stragrande parte
delle persone, ridotte a rango di “gente”, al massimo di “consumatori di cose”.
Questa attuale pandemia di
coronavirus, o meglio, questo parossismo epidemico ci ha posto improvvisamente
in una condizione in cui siamo “livellati”, vincolati dai lacci della Natura
che, obbedendo a leggi superiori a quelle umane, contrasta (più o meno
naturalmente, ma poco importa) questa infezione che si chiama Umanità.
I virus e i batteri possono
essere considerati il sistema immunitario di un organismo che chiamiamo Terra.
Scientificamente questa
visione potrebbe fare sorridere gli scienziati più “neoilluministi”; ma il
fatto è che i paradigmi narcistici dell'Uomo conquistatore dell'Universo,
solcatore di mondi e dominatore della Natura, si stanno schiantando
miseramente, anche a causa della scarsa considerazione del “se stesso” e,
quindi, del suo “prossimo” umano, animale, vegetale e minerale.
Si è dissolto l'aspetto
sacrale dell'armonia suprema, lo stesso ecosistema di cui ogni individuo di
Natura fa parte non può reggere se il soggetto più invadente e pericoloso non
comprende e mette in pratica il precetto “ ama il prossimo tuo come te stesso”.
Siamo dunque entrati
nel regno di Crono, il titano che evirò
il padre Cielo per liberare la creazione nella manifestazione.
Crono, temendo di essere
oggetto delle stesse attenzioni da parte di uno dei suoi figli, come gli era
stato vaticinato, ingoiò i suoi figli, cioè in senso simbolico cercò di
impedire alla luce di manifestare le sue sfumature.
Quindi Crono/Saturno è contemporaneamente la divinità del
cambiamento e della fissità.
Della cristallizzazione e
della smaterializzazione,
Del bianco e del nero, due
non colori che segnano la presenza o l'assenza di luce.
La disciplina di Saturno è
l'anacoretismo, la privazione, l'ascetismo, ma anche i suoi vizi
l'egoismo,l'avarizia, il senso di colpa, la cupezza.
E' rappresentabile anche
attraverso l'espressione dell'Angelo della Morte e negli Arcani maggiori la
carta del Giudizio.
Proseguendo il ragionamento,
ciò che si profila è il tempo dei Capri espiatori; come già nella tradizione
greca, tacerà la Commedia a favore del canto del Capro, ovvero la Tragedia.
La sofferenza umana, oggetto
dell’insegnamento della Tragedia, è insegnamento già presente negli antichi
testi dei Veda e nel più recente Mahābhārata , dove si narra del Kali Yuga, l'età del ferro
straordinariamente simile al sogno di Nabbuccodonosor, e ai riferimenti, secchi
e diretti, di Esiodo nelle Opere e i giorni (chi volesse leggere i versetti
175-202 li trova qui.
Prepariamoci dunque ad un
periodo che ci sta portando ad una limitazione esterna: non mi riferisco solamente agli eventi che ci
accompagnano oggi, ma a tutte le limitazioni di una libertà vagheggiata e mai
veramente raggiunta. Ma ricordiamoci che per legge saturnina ciò che ci viene
tolto nel mondo esteriore viene compensato nella dimensione interiore.
Perché più è grande la
costrizione esterna, tanto più diventa vasto, addirittura tendente
all'infinito, il nostro spazio interiore.
Non si tratta del contentino
religioso, che ha vincolato per millenni l'essere umano ma, al contrario, di
una notazione scientifica con annesso un pensiero che, se si affermasse,
sconvolgerebbe dalle fondamenta tutto lo scibile umano.
Mi riferisco al pensiero
antico che viene accolto e rielaborato a livello matematico, filosofico e
pratico dalla Teoria endosferica (La
suprema armonia dell'Universo di Paolo Emilio Roxas, preside della Facoltà di matematica
della Sapienza di Roma).
Alla fine qualcuno conterà i
vecchi castagni rimasti...
La tavola illustrativa del
ciclo degli anni è tratta da Il Serto di Iside,vol.II,ed. Kemi.
Grazie perché metti la tua conoscenza nell' aiutare tutti coloro che lo desiderano. Mi esprimo solo con cui che Sento: Siamo chicchi di Luce di diversissimi colori, TUTTI formiamo un Caleidoscopio. Appena un chicco fa un piccolissimo movimento, TUTTI lo Fanno; con diverse tonalità per ognuno, ma TUTTI INSIEME formiamo uN una nuova IMMAGINE/OPPORTUNITÀ
RispondiEliminaAnalisi di grande importanza grazie alla tua Sapienza Esoterica. Ti ringrazio tanto. Mi ritengo fortunata per averti conosciuto.
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