Non è una pastasciutta qualunque, è ovvio. E’ la più
emozionante della gastronomia contemporanea, dal dal 25 luglio 1943 ad oggi. Ha tanto sapore quanto carattere,e fa parte
delle migliori tradizioni italiane, apprezzata e condivisa senza confini(figurarsi qua da noi).
di Martina Luciani
Numero imprecisato di commensali, orientativamente da
tantissimi a una moltitudine.
Le sedie portate da casa sono un’ utile precauzione organizzativa.
Ingredienti:
1_ Un numero adeguato di confezioni di pasta proveniente da aziende agricole
che lavorano sulla terra affrancata dal giogo criminale dalle mafie: di solito,
come Libera Terra, hanno lo scopo di creare
prodotti di alta qualità utilizzando metodi di coltivazione e di lavorazione rispettosi
dell'ambiente e della dignità della persona. Questa pasta, ottima per di più, venga scelta
tra quelle di cooperative che nella pratica quotidiana generano lavoro, indotto
,recupero sociale dei territori. Il sapore di questa pastasciutta antifascista avrà così anche i confortanti sapori della legalità e della giustizia sociale e ambientale.
2_ Un numero imprecisato di polpa di pomodoro: coltivato secondo i criteri dell’agricoltura sostenibile e raccolto da uomini liberi, trattati come tali e non come schiavi, pagati in maniera adeguata per il lavoro svolto e per assicurare a sé e alla loro famiglia un’esistenza dignitosa.
3_ Olio extravergine di oliva: esistono grandi estensioni di uliveti che fanno parte di proprietà confiscate alla criminalità organizzata. Ed esistono anche progetti per riattivare le masserie e sviluppare la produzione di olio, spesso anche ripristinando i vigneti e i mandorleti.
4_ Basilico, timo, origano: ognuno porti quelli che coltiva a casa, sul balcone, che una finestra o un terrazzo con le aromatiche è segnale di grazia e sensibilità, e anche queste virtù sono necessarie per mantenere vivi i diritti democratici, la fratellanza e la libertà.
5_ Pane: quello artigianale prodotto con la farina del Patto di filiera della farina. Perché l’esperienza democratica , ambientalista e anti consumistica di mettere in rete agricoltori, trasformatori e consumatori genera la condivisione di saperi senza poteri (citazione dal sito del Molino Tuzzi) svincolando il pane e i prodotti suoi fratelli dalle leggi economiche e dalle bramosie speculative che devastano il concetto stesso di bene comune e del vivere sociale delle comunità.
6_ Vino: io sono astemia, quindi arrangiatevi, meglio se in sintonia con i sapori e significati della pastasciutta.
7_ Sale, q.b.: ma abbiate il dubbio, salando l’acqua che sta per bollire, che il miglior fior di sale dell’angolo più pulito del Mediterraneo non rechi in sé le tragiche vibrazioni di coloro che su quel mare e in quel mare perdono la vita per cercare un mondo nuovo, libero e giusto.
Tutto ciò, anche tutto ciò, fa parte della mia idea di antifascismo. Buon appetito.
La storia della pastasciutta antifascista, i dettagli organizzativi di questa seconda edizione goriziana, numeri di telefono e altri canali per avvisare della partecipazione etc etc, è tutto sull'articolo del blog di Forum Gorizia.
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