martedì 5 giugno 2018

Task force PER UN’ITALIA LIBERA DA OGM: esposto alle Procure della Repubblica di Udine e Pordenone sulle coltivazioni di mais OGM di Vivaro e Colloredo.

La richiesta: e' legittimo che Fidenato a Colloredo di Montalbano (Ud) e Della Libera a Vivaro (PN) abbiano seminato e si apprestino a raccogliere il mais OGM Mon 810?  E mentre la magistratura verifica l'esposto, data l’imminente fioritura delle piante di mais OGM MON 810 coltivate in violazione delle disposizioni di legge, si disponga anche il sequestro preventivo urgente dei terreni e delle piante nonchè la loro distruzione.




di Martina Luciani

100 giorni: questo il tempo che serve a Fidenato, a parer suo, per raccogliere il mais MOn810  nei suoi 4000 metri quadrato di campo. L'agricoltore si è considerato autorizzato a seminare dalla sentenza assolutoria del Tribunale di Udine relativamente a quanto accaduto nel 2015: allora, in occasione della semina di OGM sul suolo italiano, non poteva essere accusato di violazione alcuna, perchè la norma di riferimento, cioè il decreto interministeriale, non era conforme alla legislazione europea ( decreto che perlatro, a livello europeo, nessuno aveva contestato producendone l'abrogazione):
Allora, però: cioè quando l'Italia prendeva faticosamente posizione contro gli OGM, praticamente in solitaria in un Europa incerta e, tanto per cambiare, molto sottomessa alle multinazionali delle sementi e della chimica collegata.

Oggi è ben diverso: la direttiva UE 2015/412, che riconosce agli Stati membri la possibilità di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio, è stata recepita nell’ordinamento italiano con il d.lgs. n. 227 del 2016 che ha inserito, nel vigente d.lgs. n. 224 del 2003 relativo alla emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati, il Titolo III-bis concernente limitazione e divieto di coltivazione di OGM sul territorio nazionale.
L’art. 35- bis del d.lgs. n. 224 del 2003 disciplina, inoltre, il quadro sanzionatorio applicabile nelle ipotesi di violazione del citato Titolo III-bis.
Ben diversa anche la situazione europea, certamente anche grazie alla massiccia presa di posizione dei cittadini contro gli OGM .Oltre all'Italia, 18  Stati membri hanno chiesto il divieto di coltivazione per il mais MON 810 attraverso l’adeguamento dell’ambito geografico dell’autorizzazione: il 3 marzo 2016 la Commissione ha  disposto che la coltivazione del mais granturco MON 810 è vietata nei territori di quegli Stati.
L'Italia, nel 2015, di fatto ( e come purtroppo raramente accade), aveva anticipato gli orientamenti europei: quindi sia la pronuncia della Corte di Giustizia europea del 2015 ( clamorosamente e ad arte fraintesa nei suoi contenuti, sostanzialmente burocratici, nella campagna di auto glorificazione di Fidenato & C.) sia l'assoluzione da parte del giudice udinese, non spostano di una virgola il quadro normativo vigente oggi. Cioè il divieto a seminare MON 810.
Va detto che la portata della pronuncia della Corte di Giustizia non è stata immediatamente e adeguatamente chiarita dalla stampa, nonostante il testo della sentenza fosse chiarissimo, anche in quanto non applicabile al contesto generale: quella pronuncia valeva, ed è valsa,  come pregiudiziale nel processo penale a Fidenato, a Udine e doveva interferire solo con la sentenza di quel giudice, nonostante l'agricoltore friulano ne abbia pubblicamente enfatizzato un valore che non ha mai avuto.

La task Force che ha presentato gli esposti a Procuratori della Repubblica di Udine e Pordenone è composta da


Acli · Adiconsum · Adusbef · Aiab · Amica · Associazione per l’Agricoltura Biodinamica · As. Se. Me. · Associazione Rurale Italiana · Campagna Amica · Città del Vino · Cgil · Cna Alimentare · Codacons · Coldiretti · Consorzi agrari d’Italia · Crocevia · Federbio · Federconsumatori · Federparchi · Firab · Focsiv · Fondazione Univerde · Greenaccord · Greenpeace · Isscon · Legambiente · Lipu · Movimento consumatori · Movimento difesa del cittadino · Slow Food Italia · Symbola · Uecoop · Unaapi · Vas · Wwf · Wwoo. Come si vede, l'esposto è condiviso da

organizzazioni del mondo del lavoro, agricolo, ambientalista, cooperativo e consumeristico;
promuove e sostiene azioni per salvaguardare i caratteri identitari del nostro patrimonio
agroalimentare e si batte contro gli OGM che riducono gli spazi della biodiversità, della tipicità e della distintività in agricoltura, nella convinzione che comportamenti virtuosi e responsabili, condotti nel rispetto della legalità, possano contribuire ad uno sviluppo equilibrato basato su un uso razionale dell’acqua, del suolo e del territorio, attraverso il coinvolgimento attivo dei consumatori nelle politiche ambientali e sociali.
Il modello di agricoltura attualmente perseguito dall’Italia è, infatti, basato sulla valorizzazione delle distintività locali e costituisce il tratto tipico di un’economia che fa registrare risultati positivi al made in Italy in tutto il mondo.
La Task Force è concretamente attiva nel vigilare sul rispetto delle disposizioni nazionali ed europee in materia; tali controlli hanno condotto in più occasioni alla denuncia, presso le Autorità competenti, di coltivazioni condotte illegalmente attraverso l’impiego di sementi
geneticamente modificate, e all’adozione di provvedimenti diretti ad impedire la contaminazione dei
campi limitrofi.
Resta da chiedersi: ma la Regione FVG che fa, oltre a subire le provocazioni di Fidenato & C.?







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