lunedì 27 novembre 2017

Profughi a Gorizia. Chiudere Galleria Bombi, come prevedibile, ha spalmato altrove il problema, incluse le rive dell'Isonzo. Bel colpo!

Dopo la sconcertante serie di salamelecchi e rimpalli sull'operazione chiusura di galleria Bombi, è di queste ore la notizia che il Prefetto di Gorizia e la Presidente della Regione FVG hanno esaminato la questione dei bivacchi sul fiume.
Forum Gorizia e circolo VerdeRosso di Sinistra Italiana scrivono  alla Prefettura di Gorizia per un banale suggerimento organizzativo.


di Martina Luciani

Era ovvio che la chiusura di galleria Bombi ( disposta da un sindaco di destra con specifico riferimento allo strumento normativo  noto come decreto Minniti sulla sicurezza urbana)  non avrebbe risolto il problema del flusso di richiedenti asilo che giungono a Gorizia.
Infatti è bastato un fine settimana di chiusura delle istituzioni preposte perchè i volontari si trovassero di fronte un nuovo gruppo di persone da gestire. Senza calcolare le persone che hanno scelto di nascondersi nei bivacchi lungo il fiume.
La soluzione è saltata fuori dalla triangolazione Caritas, parrocchia del Duomo e volontariato: generosa tanto quanto provvisoria, ovviamente, in attesa dell'allestimento del tendone nell'area di proprietà della Diocesi di Gorizia in via Garzarolli ( data di scadenza 90 giorni, non sarà nemmeno passato l'inverno).
Tuttavia la preoccupazione è che lo spazio messo a disposizione  si riveli in breve insufficiente se i meccanismi di inserimento "istituzionale" nelle strutture convenzionate non si semplificano e accellerano. 
Per questo motivo, Andrea Picco - consigliere comunale per il Forum Gorizia - ed io - a nome del circolo VerdeRosso di Sinistra Italiana FVG, abbiamo oggi scritto al prefetto Marchiesello e al viceprefetto Gulletta segnalando l'utilità di modificare, in via temporanea, le modalità di accesso dei richiedenti asilo allo hub di prima accoglienza San Giuseppe.
Attualmente, infatti, l'ingresso nella struttura è possibile solo attraverso la segnalazione, da parte della Prefettura alla direzione del centro di accoglienza, dei nominativi delle persone ammesse. Abbiamo semplicemente suggerito che, vista la situazione, sia consentito l'accesso diretto, con i criteri usati nel 2016 durante la gestione di Medici senza Frontiere.


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