Nel libro di Boato un capitolo si intitola "Cassetta degli attrezzi" ed elenca gli strumenti per affrontare ( e vincere) le battaglie ambientali: l’esposto, la denuncia, il ricorso al Tar e alla Corte dei Conti, l’interrogazione, l’interpellanza, la mozione, l’ordine del giorno, referendum locali e nazionali, statuti e regolamenti comunali.
Nella sede di Agorè, in via Rastello 49, venerdì 13 ottobre,
alle 18, presentazione del libro di Michele Boato “ Quelli delle cause vinte. Manuale di difesa dei beni comuni”:
Dialogheranno con l’autore Renato Fiorelli e Sergio Pratali Maffei, che a loro volta hanno raccontato due delle 80 vicende raccolte nel volume. 80 storie in cui comitati e associazioni ambientaliste sono riusciti nei loro intenti, che sembravano impossibili, di impedire disastri, speculazioni, inquinamenti.
Dialogheranno con l’autore Renato Fiorelli e Sergio Pratali Maffei, che a loro volta hanno raccontato due delle 80 vicende raccolte nel volume. 80 storie in cui comitati e associazioni ambientaliste sono riusciti nei loro intenti, che sembravano impossibili, di impedire disastri, speculazioni, inquinamenti.
Nei primi mesi del 2017 Michele Boato ha censito quasi 200
storie di battaglie vinte.
Ambientalista di lunga data, già deputato dei Verdi, responsabile dell’Ecoistituto “Alexander Langer” del Veneto, Michele Boato ha raccolto 80 di queste “cause vinte”, casi in cui il bene comune è riuscito a prevalere sugli interessi economici, che andavano a discapito della salute delle persone e dell’ambiente. Si tratta di casi che Boato ha conosciuto personalmente. Metà delle storie le racconta lui, l’altra metà le raccontano persone protagoniste dei fatti e osservatrici dirette, per lo più attivisti di iniziative e associazioni ambientaliste.
Ambientalista di lunga data, già deputato dei Verdi, responsabile dell’Ecoistituto “Alexander Langer” del Veneto, Michele Boato ha raccolto 80 di queste “cause vinte”, casi in cui il bene comune è riuscito a prevalere sugli interessi economici, che andavano a discapito della salute delle persone e dell’ambiente. Si tratta di casi che Boato ha conosciuto personalmente. Metà delle storie le racconta lui, l’altra metà le raccontano persone protagoniste dei fatti e osservatrici dirette, per lo più attivisti di iniziative e associazioni ambientaliste.
Si va dall’abbattimento del Fuenti (l’ecomostro di Amalfi)
alla chiusura della base missilistica di Comiso (in Sicilia), passando per i
due referendum nazionali contro il nucleare, i veleni chimici a Marghera, i
1.000 giorni di digiuno contro l’inceneritore di Trento e gli 880 di presidio
contro la discarica di Buscate, il secolo di lotte per risanare la Val Bormida,
i “100mila passi” dal Grappa a Venezia che hanno salvato la valle di Schievenin.
Alcune vittorie risalgono già agli anni ’80, ma la maggior parte si è verificata negli anni 2000-2017. È una lunga storia di vittorie, balsamo per l’anima ambientalista e conferma che la resistenza e l’impegno pagano.
Alcune vittorie risalgono già agli anni ’80, ma la maggior parte si è verificata negli anni 2000-2017. È una lunga storia di vittorie, balsamo per l’anima ambientalista e conferma che la resistenza e l’impegno pagano.
L’attenzione principale, più ancora del tema della lotta,
viene posta sul come si è arrivati al risultato, cioè sugli strumenti che hanno
portato a vincere. Ad alcuni di questi mezzi è dedicato l’importante capitolo
“Cassetta degli attrezzi”: l’esposto, la denuncia, il ricorso al Tar e alla
Corte dei Conti, l’interrogazione, l’interpellanza, la mozione, l’ordine del
giorno, referendum locali e nazionali, statuti e regolamenti comunali e via
dicendo. Poi ancora altri strumenti di lotta: manifestazioni, flash mob,
raccolta di firme, boicottaggio, fino al blocco stradale. Così il libro, oltre
ad una documentazione molto viva di cause vinte, è anche un manualetto sui
metodi di lotta nonviolenti per difendere l’ambiente. Una pubblicazione preziosa,
un libro incoraggiante, di alto valore, ma con un prezzo molto contenuto (5
euro).
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