Il consigliere uscente Stasi, componente della lista Popolo di Gorizia, non vuole impianti industriali inquinanti in città. Il suo collega Hassek si fa portatore sulla stampa delle preoccupazioni dei cittadini di Sant'Anna. Come si cambia in campagna elettorale!
Continua il confronto del comitato con l'amministrazione comunale: unidirezionale, troppo spesso, alla faccia della partecipazione dei cittadini e del dovere ( giuridico ed etico) di trasparenza.
di Martina Luciani
E' una dichiarazione sorprendente quella resa in una trasmissione elettorale RAI da un partecipante alla tornata elettorale tra le file che sostengono la candidatura di Rodolfo Ziberna e quindi il perpetuarsi attraverso opportuna discendenza della attuale amministrazione Romoli. La sorpresa deriva dal fatto che il consigliere in questione fu tra coloro che il 19 marzo 2012 votarono a favore della variante 36 in consiglio comunale. O perchè non capirono o perchè si fidarono dell'allora assessore all'urbanistica, architetto Dario Baresi, che in sede di adozione della variante confidava nel fatto che non si prevedeva l'introduzione di potenziali sorgenti di inquinamento per l'ambiente o la salute umana.
Bene, in forza di quella variante, nel sito oggetto di variante la Rail Service sta costruendo la prima delle due centrali a biomasse, quella annessa e connessa al funzionamento dell'impianto per la lavorazione di rifiuti metallici non ferrosi.
Il signor Riccardo Stasi, che ora in televisione ci rassicura sul fatto che le industrie inquinanti non devono stare in città, ha memorie e consapevolezze, oppure no? Le sue sono fuggevoli dichiarazioni da campagna elettorale o sta tardivamente cambiando qualcosa nell'assetto della compagine politica cui appartiene? Gli interrogativi valgono anche per il suo collega Franco Hassek, anche lui favorevole alla famigerata variante 36, nel 2012, che recentemente ha riportato attraverso la stampa la preoccupazione degli abitanti di Sant'Anna per gli impianti che si preannunciano dirimpetto a casa: ci piacerebbe sapere se si limiti a prenderne atto, vista la sua diretta responsabilità politica, o se invece rassicuri i futuri elettori in qualche modo.
Non cambia nulla, invece, nelle modalità di relazione tra comitato NoBiomasseGo e cittadini, da una parte, e pubblica amministrazione dall'altra.
Dopo aver segnalato alla Polizia locale del Comune di Gorizia e alla Direzione regionale Ambiente la necessità di un controllo sui termini dell'autorizzazione alla costruzione della centrale a biomasse sud, oggi una rappresentanza del comitato ha tentato di incontrare il responsabile del Comando in corte Sant'Ilario per conoscere gli esiti degli accertamenti richiesti il 12 maggio scorso. Nell'impossibilità di conferire di persona, è stato chiesto un accesso agli atti. L'ennesima formale richiesta, che come molte altre si risolve in un eloquente silenzio. Ma c'è un detto popolare che ben si attaglia alla noncuranza sul rispondere alle richieste di informazione dei cittadini: a dare ci si spiccia, a negare ci si impiccia. In altre parole, il comitato attenderà i canonici 30 giorni, ma poi in silenzio non intende restare e adotterà le opportune iniziative perchè sia dato conto di quanto NON accade e di tanta opacità.
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