P.zza Municipio com'era. (Cartolina di R.Ballaben) |
Adesso che la Giunta cittadina sta per cessare, assieme al Sindaco, il suo mandato, qualche considerazione va fatta a proposito delle scelte operate in materia di personale. Tra queste, quella di affidare la responsabilità dell'ufficio che si occupa di pratiche nel campo del commercio, al comandante della Polizia locale.
Sussiste un’ipotesi di conflitto di
interesse, anche potenziale, nel caso in cui al Comandante/ responsabile della
Polizia locale, indipendentemente dalla configurazione organizzativa della
medesima, sia affidata la responsabilità di uffici con competenze gestionali,
in relazione alle quali compie anche attività di vigilanza e controllo. Lo ha
affermato l’ANAC Antorità nazionale anticorruzione, nell’orientamento numero 19
del 10 giugno 2015, ribadendo, peraltro, un concetto già espresso (orientamento
n. 57 del 3 luglio 2014).
Al Comune di Gorizia, l'ufficio che si occupa di pratiche commerciali, ovvero il SUAP, è collocato
nell'ambito del settore Polizia locale e attività produttive, (come puntualmente riporta la pagina web dell'Ente) il cui dirigente ne è il responsabile. Insomma, proprio quella situazione che
secondo l’Autorità in questione è necessario evitare.
Insomma, la situazione non è delle più rosee. Ma proprio adesso che sono in corso
gli importanti lavori di sistemazione dei viali cittadini ed i dehors, tende,
tendoni che dir si voglia sono stati messi in discussione, sarebbe il caso di
lasciare al futuro Sindaco ed esecutivo la consapevolezza che è stata
effettuata quell’attività di controllo e vigilanza che una città civile come
Gorizia dovrebbe pretendere. Ciò in quanto la convivenza civile non si
costruisce soltanto con il rimuovere o nascondere ciò che può dar fastidio,
bensì con il rispetto delle regole. E questo vale per tutti, soprattutto nei
tempi in cui ignorare la legge, lungi dall’essere considerato fatto riprorevole
è visto come elemento di forza e di superiorità sociale. Ahimè.
La seconda anomalia esistente in città è il capanno-bar posizionato nel piazzale della stazione. E’ ben noto che strutture precarie sono ammesse dalla legge soltanto per casi eccezionali e per una durata limitata (containers di medici senza frontiere docet) e non certamente per strutture destinate ad attività imprenditoriali. Di conseguenza, non ci si può non chiedere quale stratagemma è stato usato per rendere lecito ciò che lecito non potrebbe essere. E ciò tenendo conto che la struttura è da tempo ormai posizionata nel medesimo luogo.
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