La presidente Serracchiani (che da avvocato dovrebbe essere ben avvezza all'uso dei brocardi) avrà pensato che melius abundare quam deficere, ponendo sullo stesso piano le micro e le medie imprese destinatarie dei contributi in conto capitale decisi dalla Regione un anno fa. Ma qualche dubbio su questa scelta, ahimè, si pone.
di Marilisa Bombi
La microimpresa, (ovvero quella con un numero dei dipendenti
inferiore a 10, e con fatturato annuo o con totale attivo dello stato
patrimoniale annuo non superiore a 2 milioni di Euro) svolge un ruolo
fondamentale nello sviluppo imprenditoriale e nella creazione di posti si
lavoro. E non soltanto, quindi, rende vive le nostre città e soprattutto i
centri storici. Eppure, nonostante ciò, la Regione Friuli Venezia Giulia pone,
nell’agevolarne l’attività mediante la concessione di contributi, le microimprese sullo stesso piano non
soltanto delle piccole imprese (50 dipendenti e 10 milioni di euro) ma anche
delle medie imprese, ovvero quelle con 250 e con fatturato annuo di 50 milioni
di Euro o attivo dello stato patrimoniale di 43 milioni di Euro.
Non ci si può esimere da questo dato di fatto nel dare la
notizia che, oggi 27 febbraio e precisamente alle 9.15, è scattato il termine
che scadrà alle 16.30 di venerdì 31 marzo per la presentazione delle domande di
contributo in base alla legge regionale 29/2005, e precisamente in base all’art.
100. Articolo che, pur essendo inserito all’interno della disciplina del
commercio, è stato introdotto nell’ordinamento regionale soltanto lo scorso
anno, ovvero con la legge n. 4 del 2016 e con la concessione dei contributi,
pertanto, a decorrere dal 2017. Insomma,
sono queste le politiche economiche di una amministrazione di centro-sinistra.
Ne prendiamo atto e sotto, quindi, a chi tocca, ovvero agli interessati.
Queste le info tecniche che devono essere tenute in
considerazione da coloro i quali hanno in programma per il 2017 investimenti
nei seguenti settori: lavori di ammodernamento, ampliamento, ristrutturazione e
straordinaria manutenzione, acquisto di arredi, attrezzature e strumentazioni
(anche per pagamenti in moneta elettronica e per il commercio elettronico), sistemi di
videosorveglianza e sicurezza innovativi e per l’accrescimento dell’efficienza
energetica; adeguamento di strutture e impianti alle normative in materia di
prevenzione incendi e infortuni, igiene e sicurezza sul lavoro, antinquinamento;
strumenti, programmi e servizi per il commercio elettronico; ma anche spese per
consulenze per l’innovazione, la qualità e le analisi di fattibilità e
consulenza economico-finanziaria per la realizzazione di nuove iniziative
economiche; partecipazione a mostre, fiere, esposizioni e manifestazioni
commerciali. E ancora, sempre con un occhio alla Rete: corsi di formazione del
personale destinato alla gestione dei siti di commercio elettronico; acquisto
di automezzi e macchine per la movimentazione delle merci; oneri relativi alla
pianificazione finanziaria aziendale e accesso ai finanziamenti delle
microimprese. E, infine, contributi integrativi per il pagamento dei canoni di
locazione e per le spese per la successione d’impresa.
Le domande di contributo in conto capitale concesso, secondo
la procedura valutativa a graduatoria, a titolo de minimis, nella misura
massima del 50% della spesa ammissibile per sostenere gli investimenti (lo dice
la Regione nelle sue note informative) previsti dall’art. 100 devono essere
presentate al CATT
FVG, Centro di Assistenza Tecnica alle Imprese del Terziario S.r.l. che ha
sede a Tavagnacco - via Alpe Adria, 16, telefono 0432 538744 - 0432 538738.
Per saperne di più consulta i sottoindicati documenti:
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