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Riflessioni in vista del 2017: dovrebbe partire dalla tutela dell'ambiente una proposta elettorale credibile in vista delle prossime elezioni amministrative.
di Marilisa Bombi
Strano Paese il nostro, vittima della passione del gioco,
ahimè non a seguito della interpretazione dei numeri, il che potrebbe anche
essere intrigante, come un tempo quando si faceva la fila davanti allo sportello
del gioco del lotto, una sola volta alla settimana, e si sperava nella sorte. Oggi non si giocano più i numeri sognati o
collegati alla cosiddetta smorfia. Oggi, il gioco, è l’azzardo in senso stretto: sia attraverso
quello che sembra un innocuo gratta e vinci (diomio quanti euro gettati al
vento) sia le terribili slot machine a proposito delle quali mi sono molto
spesso soffermata e forse anche dilungata. Sta di fatto che è proprio notizia di ieri, del riciclaggio internazionale dei proventi da imposte non pagate su
gioco online e vlt che ha visto tra gli arrestati il “Re delle Slot”, l’ex parlamentare
Amedeo Laboccetta (mai il brocardo nomen omen fu più azzeccato) e vari
professionisti, con il sequestro per centinaia di milioni.
Non può che essere infatti che un beffardo gioco dei
contrasti, quello che quasi nello stesso giorno ha viste contrapposte due
analisi svolte da soggetti altamente qualificati: da un lato l’elaborazione dei
dati forniti dall’Istat da parte del Sole 24 ore a proposito della qualità
della vita e che vede in testa Aosta, Milano e Trento. Dall’altro, l’analisi/indagine,
svolta da Openpolis, una associazione che, di giorno in giorno accresce la sua
credibilità in relazione al lavoro svolto di acuto osservatore della società e
della politica.
Ma se Debora Serracchiani, come riporta il quotidiano economico, esprime la sua soddisfazione per il fatto che tutte le quattro
province della regione si sono classificate entro le prime 20, qualche
riflessione va fatta circa il fatto che la provincia di Gorizia, tra le
quattro, è quella che si è classificata più in basso, ovvero al diciannovesimo
posto. Anche se, va detto, si deve riflettere sui parametri che sono stati
utilizzati per la stesura della classifica in questione che, come ha rilevato
il sindaco De Magistris, sono quelli del consumismo, del denaro e della
proprietà privata, ipotizzando (ironicamente?) di fare domanda per escludere il
territorio partenopeo da rilevazioni di questo genere. Insomma, come dargli
torto se la qualità della vita viene basata su elementi economici e non sulla
effettiva qualità della vita come comunemente intesa, ovvero – come ci spiega
correttamente Wikipedia – “Quando un ambiente qualsiasi o città ha una buona
qualità di vita, significa che la maggioranza della sua popolazione può fruire
di una serie di vantaggi politici, economici e sociali che le permettono di
sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità umane e condurre una
vita relativamente serena e soddisfatta”
E diventa interessante, allora, l’altra indagine presentata
in questi giorni da Openpolis, chiamata – non a caso - “Poveri noi” e pubblicata
sul numero 11/2016 della collana di approfondimento MiniDossier. L’impostazione
di data journalism consiste nella verifica, analisi e comparazione dei dati
provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre punti di
vista nuovi e diversi.
E’ partendo, pertanto, dal dato oggettivo di quanto siamo
poveri rispetto a quello effimero del “che bene che stiamo” che dovrebbe
partire l’analisi di quale futuro immaginiamo per la nostra città. Una città
che ricca non è, ma che ha alcuni potenziali che dovrebbero essere valorizzati,
come più volte abbiamo sostenuto anche dalle pagine di questo Blog. E’ tempo,
insomma, di rimboccarsi le maniche, ma senza trionfalismi da diciannovesimo
posto. Piuttosto guardando alla realtà, pur senza pessimismo o rancori, a quali
possibilità di sviluppo ci sono ancora, nonostante siano stati persi importanti
tasselli, come del resto nelle altre province italiane. E’ la progettualità che
manca a Gorizia. Un disegno complessivo in cui coinvolgere tutte le categorie
economiche che ancora possono o vogliono investire in questa città. Ma prima di
tutto, ciò che serve a Gorizia – come in ogni città italiana – è pensare
realmente e concretamente a migliorare la qualità urbana. Perché è partendo dall’ambiente
e dalla tua tutela che deve partire la vera coesione. La città si sviluppa, infatti, lungo un fiume che è considerato - non a caso - tra i più belli d'Italia. Per non parlare dell'entroterra, le cui colline che fanno da cornice alla città, non soltanto sono ricche di storia ma dal punto di vista paesaggistico non hanno nulla da invidiare, tutt'altro, ad Umbria e Toscana che dell'ambiente hanno fatto un bussines.
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