sabato 17 dicembre 2016

Poveri noi! Gorizia è al 19simo posto per la qualità della vita. E allora?

da www.blublog.net

Riflessioni in vista del 2017: dovrebbe partire dalla tutela dell'ambiente una proposta elettorale credibile in vista delle prossime elezioni amministrative.


di Marilisa Bombi



Strano Paese il nostro, vittima della passione del gioco, ahimè non a seguito della interpretazione dei numeri, il che potrebbe anche essere intrigante, come un tempo quando si faceva la fila davanti allo sportello del gioco del lotto, una sola volta alla settimana, e si sperava nella sorte.  Oggi non si giocano più i numeri sognati o collegati alla cosiddetta smorfia. Oggi, il gioco, è l’azzardo in senso stretto: sia attraverso quello che sembra un innocuo gratta e vinci (diomio quanti euro gettati al vento) sia le terribili slot machine a proposito delle quali mi sono molto spesso soffermata e forse anche dilungata. Sta di fatto che è proprio notizia di ieri, del riciclaggio internazionale dei proventi da imposte non pagate su gioco online e vlt che ha visto tra gli arrestati il “Re delle Slot”, l’ex parlamentare Amedeo Laboccetta (mai il brocardo nomen omen fu più azzeccato) e vari professionisti, con il sequestro per centinaia di milioni.
Non può che essere infatti che un beffardo gioco dei contrasti, quello che quasi nello stesso giorno ha viste contrapposte due analisi svolte da soggetti altamente qualificati: da un lato l’elaborazione dei dati forniti dall’Istat da parte del Sole 24 ore a proposito della qualità della vita e che vede in testa Aosta, Milano e Trento. Dall’altro, l’analisi/indagine, svolta da Openpolis, una associazione che, di giorno in giorno accresce la sua credibilità in relazione al lavoro svolto di acuto osservatore della società e della politica.

Ma se Debora Serracchiani, come riporta il quotidiano economico, esprime la sua soddisfazione per il fatto che tutte le quattro province della regione si sono classificate entro le prime 20, qualche riflessione va fatta circa il fatto che la provincia di Gorizia, tra le quattro, è quella che si è classificata più in basso, ovvero al diciannovesimo posto. Anche se, va detto, si deve riflettere sui parametri che sono stati utilizzati per la stesura della classifica in questione che, come ha rilevato il sindaco De Magistris, sono quelli del consumismo, del denaro e della proprietà privata, ipotizzando (ironicamente?) di fare domanda per escludere il territorio partenopeo da rilevazioni di questo genere. Insomma, come dargli torto se la qualità della vita viene basata su elementi economici e non sulla effettiva qualità della vita come comunemente intesa, ovvero – come ci spiega correttamente Wikipedia – “Quando un ambiente qualsiasi o città ha una buona qualità di vita, significa che la maggioranza della sua popolazione può fruire di una serie di vantaggi politici, economici e sociali che le permettono di sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità umane e condurre una vita relativamente serena e soddisfatta”

E diventa interessante, allora, l’altra indagine presentata in questi giorni da Openpolis, chiamata – non a caso - “Poveri noi” e pubblicata sul numero 11/2016 della collana di approfondimento MiniDossier. L’impostazione di data journalism consiste nella verifica, analisi e comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre punti di vista nuovi e diversi.
E’ partendo, pertanto, dal dato oggettivo di quanto siamo poveri rispetto a quello effimero del “che bene che stiamo” che dovrebbe partire l’analisi di quale futuro immaginiamo per la nostra città. Una città che ricca non è, ma che ha alcuni potenziali che dovrebbero essere valorizzati, come più volte abbiamo sostenuto anche dalle pagine di questo Blog. E’ tempo, insomma, di rimboccarsi le maniche, ma senza trionfalismi da diciannovesimo posto. Piuttosto guardando alla realtà, pur senza pessimismo o rancori, a quali possibilità di sviluppo ci sono ancora, nonostante siano stati persi importanti tasselli, come del resto nelle altre province italiane. E’ la progettualità che manca a Gorizia. Un disegno complessivo in cui coinvolgere tutte le categorie economiche che ancora possono o vogliono investire in questa città. Ma prima di tutto, ciò che serve a Gorizia – come in ogni città italiana – è pensare realmente e concretamente a migliorare la qualità urbana. Perché è partendo dall’ambiente e dalla tua tutela che deve partire la vera coesione. La città si sviluppa, infatti, lungo un fiume che è considerato - non a caso - tra i più belli d'Italia. Per non parlare dell'entroterra, le cui colline che fanno da cornice alla città, non soltanto sono ricche di storia ma dal punto di vista paesaggistico non hanno nulla da invidiare, tutt'altro, ad Umbria e Toscana che dell'ambiente hanno fatto un bussines.

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