Una nota di Alfiero Grandi, emanata poco fa, annuncia che il Comitato per il No al referendum costituzionale e quello contro l'Italicum intendono definire il progetto di rilancio dell'attività dei comitati nelle nuove condizioni create dal risultato del voto. L'attività dei 750 Comitati territoriali che si sono mobilitati per il referendum proseguirà, "mentre tuttora è in atto un tentativo mediatico strumentale, presente durante tutta la campagna elettorale di ignorare i Comitati di cittadini, di schiacciare il No sui partiti, perfino quando la loro presenza è stata irrilevante o tardiva nella campagna referendaria". Prima questione, la nuova legge elettorale.
" Straordinario risultato nel referendum del 4 dicembre che ha
bocciato la deformazione della Costituzione proposta dalla Renzi- Boschi e
insieme ha reso inservibile la legge elettorale ipermaggioritaria per la Camera
(Italicum), che per di più è in attesa del giudizio della Corte costituzionale.
Il primo grande risultato è l'affluenza al voto. Hanno
votato i 2/3 degli aventi diritto, in controtendenza con le recenti
consultazioni, confermando che gli elettori quando sanno di poter contribuire a
decidere partecipano e votano.
Grazie alle elettrici e agli elettori italiani per questa
prova di maturità e di impegno.
Per di più questo conferma che la Costituzione non è affatto
lontana dall'attenzione dei cittadini, che invece si sono dimostrati ben
consapevoli della sua importanza a garanzia della convivenza civile nel nostro
paese, della qualità della nostra democrazia, dell'attuazione effettiva di
diritti fondamentali (lavoro, salute, istruzione, ecc.) in essa ben descritti e
per la cui attuazione occorrono assetto istituzionale e modalità decisionali
coerenti con gli obiettivi.
Chi pensava che aumentando il numero dei votanti avrebbe
vinto il Si ha sbagliato i suoi conti.
Gli elettori hanno votato in tanti, anzi
hanno fatto le code per votare e per bocciare a stragrande maggioranza la
deformazione della Costituzione voluta dalla Renzi- Boschi. Noi non abbiamo mai
creduto a questa predizione, che in sostanza giudicava gli elettori immaturi.
Noi abbiamo sempre chiesto anzitutto agli elettori di andare a votare,
ritenendo che il voto sia una prova di maturità e di democrazia. Per questo la
nostra iniziativa referendaria ha sempre avuto fiducia negli elettori, nella
convinzione che convincere astenuti ed indecisi a votare è in sé un contributo
importante alla partecipazione democratica. Questo lo rivendichiamo con
orgoglio.
Il voto non lascia dubbi, il No ha stravinto. Dal 4 dicembre
scorso chiunque proporrà modifiche della Costituzione dovrà prestare grande
attenzione alla loro coerenza con lo spirito e l'impianto della nostra Carta
fondamentale, che non può e non deve essere stravolta nei principi
fondamentali. Inoltre in futuro dovranno essere sottoposte solo proposte chiare
agli elettori mettendoli in grado di scegliere, senza i confusi imbrogli della
deformazione Renzi- Boschi.
Ora occorre continuare non solo con la vigilanza sul
rispetto dell'esito del voto, ma pretenderemo che mai più ci siano
provvedimenti come jobs act, trivelle a gogò, buona (pessima) scuola, acqua non
più pubblica. Rivendichiamo il diritto di Comitati come il nostro, che sono
rappresentanti dei cittadini e da essi partecipati (oggi sono circa 750 i nostri
comitati territoriali) di essere ascoltati e messi in condizione di fare
circolare le loro opinioni. Mentre tuttora è in atto un tentativo mediatico
strumentale, presente durante tutta la campagna elettorale di ignorare i
Comitati di cittadini, di schiacciare il No sui partiti, perfino quando la loro
presenza è stata irrilevante o tardiva nella campagna referendaria. E' una
lettura del referendum e della vittoria del No sbagliata e strumentale che
vuole nascondere il ruolo dei cittadini protagonisti del risultato, che ignora
il grande ruolo non solo dei Comitati ma anche dell'Anpi, della Cgil e
dell'Arci e che vuole oscurare la loro rappresentanza, come del resto è già
stato fatto per mesi, con una vera e propria discriminazione , in assenza di
una reazione vera dell'Agcom.
Per questo faremo
sentire in tutti i modi possibili la nostra opinione sul futuro della legge
elettorale, che deve essere una svolta di sostanza rispetto non solo al
porcellum ma anche all'Italicum che ne è l'erede. Italicum di cui abbiamo
promosso l'abolizione e l'incostituzionalità. La nuova legge elettorale deve
avere questi capisaldi: rispetto dei principi fondamentali della Costituzione,
scelta degli eletti da parte degli elettori, voto uguale per tutti i cittadini
e quindi senza premi di maggioranza tali da contraddire il principio di parità.
Una legge elettorale
coerente per Camera e Senato deve essere approvata rapidamente dal parlamento,
che si deve assumere la responsabilità politica di consentire alle italiane e
agli italiani di andare a votare appena possibile, per dare vita ad una
rappresentanza parlamentare rinnovata e credibile.
Per approfondire
questo ed altri aspetti sono convocati i direttivi del Comitato per il No e
quello contro l'Italicum il 14 alle 10 per definire il progetto di rilancio
dell'attività dei comitati nelle nuove condizioni create dal risultato del
voto. L'attività dei Comitati che si sono mobilitati per il referendum
proseguirà. La richiesta corale che viene dai territori è di proseguire e siamo
intenzionati ad accettare questa sfida e di rilanciare la nostra iniziativa,
forti di 750 comitati territoriali. Quindi non ci sarà nessun rompete le righe
dei nostri Comitati nazionali e territoriali ma il proseguimento vigile,
attento e combattivo dell'iniziativa nei prossimi mesi, per questo verrà
convocata l'assemblea nazionale dei comitati entro la metà di gennaio 2017.
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