corso Italia, settembre 2016 |
Più di 100 mila euro spesi dal Comune soltanto dieci anni fa per rifare le aiuole di corso Italia: non è rimasto più niente. Gorizia non è più una città giardino perchè abbandono e desolazione imperano anche in pieno centro.
di Marilisa Bombi
Mentre a Bergamo, città alta, ci celebra il “verde” con la
manifestazione "I maestri del paesaggio", evento che, inaugurato mercoledì 7 si protrarrà
fino al giorno 25 settembre, e non si contano le analoghe iniziative da Nord a
Sud d'Italia, all’estremo Nord-Est, ovvero a Gorizia, si consuma l’ennesima
sconfitta. Il verde pubblico è morto. Sconfitto dalla politica? Dall’apparato burocratico del Comune incapace di dare
dignità a questa città che soltanto qualche decennio fa veniva denominata la
città giardino? E' decisamente inutile cercare capri espiatori perché purtroppo l’amara e
triste realtà è davanti agli occhi di tutti: la tutela del verde non soltanto non è
tra le priorità dell’amministrazione comunale, ma neppure – con molta
probabilità - un capitolo di spesa.
Come altrimenti giustificare l’incuria in cui versano i
rosai impiantati soltanto dieci anni fa lungo il corso Italia e che dovevano rappresentare
l’inizio di una rinascita? L’intervento, allora, era costato più di 100 mila
euro per delle rose appartenenti alla collezione David Austin. All'epoca, alcuni
esperti contestarono questa scelta perché sarebbe stato più opportuno
orientarsi verso rosai rifiorenti e resistenti. Caratteristiche queste che i
rosai di corso Italia sembravano non avere e forse, difatto, non avevano se a
distanza di soli dieci anni non è rimasto più nulla.
Insomma, Gorizia, nonostante gli eventi primaverili che vi
vengono organizzati non è più "in fiore" ed i diversi evento/concorso che venivano
organizzati dall’Amministrazione comunale: dal balcone fiorito, alla vetrina
fiorita fino all’aiuola fiorita, lungi dall’essere un bel ricordo sono la
dimostrazione del declino inarrestabile di questa città che ha smarrito la propria anima. Il verde pubblico, infatti, non è tanto, o meglio non solo, un elemento che porta
un miglioramento estetico complessivo, ma soprattutto è un fattore di miglioramento
della qualità della vita e di sviluppo del territorio.
Sottoscrivo. Credo che l'aridità intellettuale e la pochezza dell'anima, la mancanza di identità culturale e una generica grettezza dello spirito si stiano sforzando in tutti i modi di essere gli unici elementi di classificazione di questa città: non stanno nei programmi elettorali, dove si esibiscono virtù tanto brillantinate quanto transitorie, ma trasudano la loro essenza nell'andazzo quotidiano della programmazione e della gestione pubblica. Dal punto di vista evidenziato da Marilisa, ritengo che i privati siano coloro che ancora si sforzano di conservare l'immagine di questa città, curando i giardini che sono di proprietà ma che in quanto elementi del paesaggio urbano lo definiscono; mantenendo facciate in ordine e cancellate dipinte; balconi verdeggianti e davanzali fioriti; portoni verniciati e androni ordinati e puliti. Non è semplicemente la manifestazione di un gusto hobbistico e solipsistico. E' il vecchio gusto di stampo mitteleuropeo alla bellezza, alla grazia e al decoro, ormai solo una prerogativa dei cittadini. Dovrebbe essere il Comune a pagare l'IMU ai proprietari virtuosi che contribuiscono con denaro e impegno a contrastare lo sfiorire triste di questa nostra città.Martina Luciani
RispondiElimina