Mentre la campagna isontina si tinge di giallo per le coltivazioni di girasoli, due sindaci si pongono a confronto rispetto alle politiche dell'ambiente e all'utilizzo del territorio.
di Marilisa Bombi
Non è frequente che questo Blog si occupi di questioni
provinciali o meglio che riguardino il territorio della provincia, ma quando si
tratta di vicende che interessano complessivamente economia ed ambiente,
qualche considerazione necessariamente va fatta. Di punto in punto, in queste
ultime settimane sono balzate agli onori della cronaca due notizie che, sotto
un certo punto di vista, possono essere considerate contrapposte.
Da un lato,
il sindaco di San Canzian d’Isonzo, Silvia Caruso che rivendica la volontà di
consentire la realizzazione di un centro commerciale a Pieris che, secondo le
indicazioni dei progettisti riguarderà un’area complessiva di 93.000 metri
quadri, di cui 16.000 al massimo di superficie coperta, alimentare e per
servizi (palestre o altro), per un totale di 175.000 metri cubi. Alle
considerazioni critiche di abitanti e di associazioni intervenute alla
presentazione del progetto, la rappresentante della Comunità ha sottolineato
che «L’amministrazione comunale in carica, che nel suo programma non ha mai
nascosto, anzi, di avere questo progetto, ha ricevuto un mandato pieno venendo
eletta nel 2012. Non so immaginare una forma più coinvolgente di partecipazione
- ha aggiunto - e quindi nel rispetto delle regole della democrazia noi andiamo
avanti. Che poi ci sia una fetta della comunità che non condivide il progetto
lo comprendo, ma in ogni caso qui si tratta di definire un’opportunità di
sviluppo e poi il privato interverrà se e quando avrà modo di farlo». Ogni
commento a questa affermazione risulta ovviamente superfluo se non suggerire
all’amministrazione comunale di San Canzian di esaminare i dati periodicamente
forniti dalla Camera di commercio per acquisire consapevolezza che in questi
ultimi 5 anni la situazione economica è probabilmente mutata e che, quindi, una
riflessione sulle scelte maturate in campagna elettorale nel 2012 dovrebbe
essere fatta anche perché l’ambiente è di tutti e quindi una posizione più
pragmatica sarebbe maggiormente costruttiva per il bene della Comunità stessa.
L’altro fatto che il web ha portato agli onori della cronaca
è stata la sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia depositata il 13 giugno. Il Tar ha respinto il ricorso della impresa di costruzioni che ha
visto modificata la destinazione d’uso di un’area di sua proprietà da parte del
Comune in occasione di una variante al piano regolatore comunale, approvata nel 2011 (all'epoca lo stesso sindaco oggi in carica) destinandola
a verde privato e non più edificabile C1. Secondo il Tribunale “l’obiettivo di
ridurre l’edificazione, in relazione al calo della domanda, in un momento di
diffusa denatalità, risulta invero uno scopo comune a numerosi strumenti
urbanistici e di per sé non sindacabile.” Una scelta coraggiosa, quella dell’amministrazione
comunale di Cormons che denota rispetto per l’ambiente quale risorsa da
tutelare, nel senso che l’utilizzo di aree già compromesse deve essere
considerato prioritario rispetto all’uso di nuovo territorio.
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