lunedì 16 maggio 2016

Terna ha capito o no che la VIA dell’elettrodotto Udine Redipuglia va rifatta da capo? La Regione FVG e il Governo sembrano succubi dell’arroganza industriale e del profitto.



Il Movimento 5 Stelle interpella il Governo: chi tutela gli interessi dei cittadini? ha chiesto Giorgio Sorial nell’aula di Montecitorio.  Il Ministero dell’Ambiente ha eluso questa e le altre le domande dell'interpellante.
Oggi Terna comunica sulla stampa locale il deposito dello studio progettuale e di impatto ambientale: nuovo termine di 60 giorni per il deposito di osservazioni da parte del pubblico.
La nota stampa del consigliere regionale M5S Cristian Sergo, l'intervento dell'on.Sorial in Parlamento e la risposta del sottosegretario del Ministero dell'Ambiente.


Ma non può essere elusa la sostanza. Innanzitutto nella sentenza  del Consiglio di Stato si parla di vizio radicale del procedimento di VIA dell’elettrodotto Udine Ovest - Redipuglia, e non sta scritto da nessuna parte che sono “salvati” gli atti procedimentali diversi dal parere del Ministero dei beni culturali. 
Terna  insiste a riproporre lo stesso progetto: oggi è comparso sulla stampa l'avviso  con cui il proponente comunica di aver depositato lo studio progettuale e di impatto ambientale, sul quale i cittadini potranno esprimere, per i prossimi 60 giorni, le proprie osservazioni, fermo restando che il materiale è lo stesso su cui si fonda l’istanza di rideterminazione dalla VIA presentata a novembre 2015 e che interrare è impossibile, anche solo per brevi tratti, più impattante, più costoso per gli utenti e via dicendo.
Evidentemente la società ( a capitale pubblico, anche se non sembra vista la quantità di contenziosi in cui è contrapposta ad enti e cittadini) è  convinta di poter ottenere una sanatoria per la sola parte procedimentale sulla quale il Mibact si è esposto alla gravissima censura del Consiglio di Stato, e giocando la carta dell’attualizzazione, interpretando questo concetto come “stato di avanzamento dei lavori”. Ma se nulla cambia, resteranno comunque valide tutte le precedenti censure e le problematiche di prevalenza dell’interesse alla conservazione del paesaggio tutelato dall’art.9 della Costituzione e di salvaguardia dei diritti dei cittadini.
 In più è improbabile il Ministero dei beni culturali perseveri ripetendo l’errore di sviamento di potere, rificcandosi nella condizione così duramente sancita dal Consiglio di Stato : “ha di fatto abdicato, sulla soverchiante base di un suo inammissibile bilanciamento con altri interessi, ad esercitare correttamente l’indeclinabile funzione di tutela di cui è esso per legge titolare… Il Ministero invero, anziché occuparsi, come debito suo compito, di curare l’interesse paesaggistico (e di valutare, quindi, in termini non relativi ad altri interessi l’impatto paesaggistico dell’intervento), ha illegittimamente compiuto una non consentita attività di comparazione e di bilanciamento dell’interesse affidato alla sue cura (la tutela del paesaggio) con interessi pubblici di altra natura e spettanza (essenzialmente quelli sottesi alla realizzazione dell’elettrodotto e, dunque, al trasporto dell’energia elettrica). Non ad esso, ma ad altre Amministrazioni competeva esprimere, nel confronto dialettico proprio della conferenza di servizi, quelle valutazioni, indicandone le rispettive ragioni”. Ad oggi, inoltre, continua a mancare la fondamentale alternativa progettuale dell’interramento.

Il deputato Giorgio Sorial ( M5S) ha sottolineato nel suo intervento che  la regione FVG pare voler dare ascolto solo a Terna e continua a sostenere che per completare l'opera manca una carta e vengono mantenute salve le valutazioni ambientali già effettuate sul progetto relativo alla precedente procedura di VIA e che «non risultano, pertanto, oggetto di nuova verifica gli aspetti relativi ad analisi di possibili alternative progettuali».
Ed è stato molto preciso nel chiedere conto: "
volete chiarire per cortesia quali siano state e quale esito abbiano prodotto le indagini ministeriali volte ad individuare gli autori delle inadempienze che ho citato prima ? Quali siano le misure introdotte per impedire l'abuso di posizione dominante, esercitato proprio da Terna ? Cosa vuole fare il Governo per evitare il ripetersi di simili circostanze e dei danni che ne conseguono, patiti dalla pubblica amministrazione e soprattutto dai privati cittadini ? Quali siano le iniziative assunte per evitare che le conseguenze degli errori oppure degli eventuali abusi passati e futuri di Terna siano addebitati al pubblico Erario e all'utenza ? Chiedo, inoltre, quali siano le iniziative in corso o le iniziative adottate per garantire che il nuovo procedimento, che, tra l'altro, è attualmente in corso, si svolga nell'esclusivo interesse della collettività e della tutela del paesaggio, è scritto all'articolo 9 della Costituzione tra i Principi fondamentali della Repubblica, valutando, quindi, ogni possibile alternativa progettuale – cosa che non è stata fatta, in questo caso, con Terna –, senza reticenze, collusioni, condizionamenti di sorta, nella piena trasparenza e con l'adozione della pubblica inchiesta.

Mettiamo a disposizione qui la nota del consigliere regionale del M5S Cristian Sergo che, tra l’altro, sottolinea quanto sia beffarda, per cittadini, la seguente considerazione di Terna: “vista la morfologia pianeggiante del territorio interessato, e la vocazione prevalentemente agricola, assume particolare significato la presenza di elementi di mascheramento che attenuano fortemente la percezione del paesaggio circostante e comunque limitano le visuali osservabili. Tra il tracciato dell’elettrodotto in esame ed un potenziale osservatore, infatti, si frappongono una serie di elementi del paesaggio, occupanti piani visuali diversi, che influenzano a tal punto la percezione da renderla talvolta impossibile”.
Infine - scrive Sergo -  Terna aggiunge anche che se i piloni appaiono grandi e impattanti è colpa dell’osservatore che sta troppo vicino agli stessi, infatti, secondo i progettisti allontanandosi dai piloni, prima o poi si troverà un ostacolo pronto a mascherare l’opera (in pianura?) e quindi basta allontanarsi fino a che l’elettrodotto risulterà “difficilmente percepibile a distanze ancora maggiori”. Come a dire che a Venezia non lo vedono e quindi non c’è impatto paesaggistico.
Forse i proponenti si sono confusi, speriamo non si confondano anche i funzionari chiamati a redigere i pareri di questa Rinnovata Procedura di Via, che in quanto tale deve poter valutare anche le alternative di progetto.”
Qui invece abbiamo raccolto integralmente l'intervento dell'on. Sorial, la risposta all'interpellanza del sottogretario del Ministero dell'Ambiente Silvia Velo e la replica del parlamentare. 

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