Per gazebi, dehors, baracche su area pubblica è iniziato il countdown, ma forse il Comune di Gorizia non se n'è accorto.
di Marilisa Bombi
C’è chi parla di prassi da prima Repubblica, chi di
superficialità nella gestione della cosa pubblica, chi di abuso e chi, ahimè,
tace o ignora.
Ma ci si chiede: se oggi la dirigenza è decisa dal Sindaco,
quali strategie sottendono ai papocchi che giornalmente ci ritroviamo sott’occhio?
Abbiamo più volte sollevato la questione della piazza
Municipio, prima ancora venissero iniziati i lavori di sistemazione
evidenziando che l’area dell’edificio già sede del distributore di carburanti
avrebbe potuto/dovuta essere riacquistata dal Comune di Gorizia, in forza del
contratto stipulato a suo tempo con la ditta Zotter, (contratto rep. N. 88 notaio Sardelli a seguito di delibera Consiglio comunale del 10 agosto 1962
prot. n. 17653-62).
Ma chi, adesso, ha la necessità di transitare attraverso la
piazza ed è costretto allo slalom tra una scaletta e l’altra, non può non
interrogarsi su come sia stata gestita la “partita” della sistemazione della
piazza Municipio.
E’ inaudito, infatti, non sia stato tenuto in alcuna
considerazione il fatto che tra un anno scadrà, definitivamente, la concessione
del suolo pubblico sul quale la pizzeria ha realizzato il confortevole giardino
d’inverno, così come le restanti aree utilizzate a fini commerciali distribuite
sul territorio. E, pertanto, nella ponderazione degli interessi tra pubblico e privato, sarebbe stato forse utile valutare fin da oggi l'assetto complessivo della piazza e riconsiderare quindi la concessione edilizia a suo tempo rilasciata, in relazione al fatto che trattandosi di area pubblica dovrebbe contenere, inevitabilmente, l'ipotesi di revoca.
Infatti, il 16 luglio 2015, è stata raggiunta l’intesa in sede
di Conferenza unificata la quale fa, in un colpo solo, svanire nel nulla l’immobilismo
che per decenni ha paralizzato la questione dell’uso pubblico delle aree con le
rare eccezioni dei comuni illuminati, tra i quali va citato senz’altro quello
di Venezia che ha stabilito, con apposito regolamento, le aree massime
concedibili per uso privato. Valorizzando il fatto che strade, piazze, viali
pedonali che dir si voglia hanno, prima di ogni altro uso, una destinazione
pubblica.
Pare, peraltro, che ad una specifica interrogazione del consigliere comunale Bressan relativa all'area del ex distributore carburanti non sia stato dato riscontro o, perlomeno, riscontro esaustivo. E' il caso, pertanto, di rinnovare l'istanza di trasparenza, prima che i lavori di sistemazione della piazza siano portati a conclusione e ciò, anche con riferimento allo spazio pubblico utilizzato dalla pizzeria, d'estate e d'inverno, con un'opera che certamente non può definirsi precaria, alla luce delle norme in materia di edilizia privata.
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