Il volontariato ha garantito il supporto a Medici Senza
Frontiere nella gestione del campo
d’emergenza San Giuseppe per la prima accoglienza dei richiedenti asilo. Riuscita collaborazione con Croce Verde di Gorizia. Una nota del presidente dell'associazione di Gorizia Betlem onlus, Francesco Spazzali.
L’associazione goriziana Betlem onlus ha partecipato
quotidianamente alle fasi di prima attivazione del campo San Giuseppe di Medici
Senza Frontiere, in piena sintonia con la previsione statutaria relativa alla
promozione e gestione di servizi d’accoglienza, assistenza e integrazione
sociale per richiedenti asilo bisognosi di protezione umanitaria.
“ Ringrazio i volontari di Betlem che si sono impegnati a definire e a realizzare, a partire dal 22
dicembre scorso, un sistema operativo di
supporto a MSF – dichiara il presidente di Betlem Francesco Spazzali – e che
continueranno a collaborare e
coordinarsi nella gestione delle necessità della prima accoglienza, dalla
registrazione dei richiedenti asilo alla fornitura di materiali di prima
utilità, a partire dalle coperte,
asciugamani e indumenti messi a disposizione da Caritas.”
“ E’ stato utilissimo – prosegue Spazzali – anche il
supporto fornito da Croce Verde, con i suoi volontari e i suoi mezzi, a
dimostrazione della diffusa sensibilità attorno al problema dei profughi
presenti in città e privi di una convenzione che assicuri loro un trattamento
umano e dignitoso. ”
“ Il considerevole
impegno del volontariato e l’ampiezza della catena di solidarietà, attraverso l’azione di altre associazioni e
gruppi, non possono tuttavia far
dimenticare che i soggetti incaricati di realizzare la protezione umanitaria
secondo le norme vigenti sono istituzionali e pubblici: supportare non
significa sostituirsi. Ora che 96 persone sono state accolte al campo di Medici
Senza Frontiere, senza impegnare un centesimo di risorse pubbliche, attendiamo
con urgenza la piena attivazione delle competenze e dei ruoli degli Enti che
detengono la responsabilità delle richieste d’asilo. E auspichiamo che il
meccanismo dei trasferimenti delle persone accolte in altri siti regionali e italiani consenta di
esplicare pienamente, attraverso il turn over dei richiedenti asilo
inseriti, la funzione emergenziale della
struttura del San Giuseppe.”
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