Si avvicina il 2 novembre, giorno della commemorazione dei morti, ed il cimitero centrale di Gorizia dimostra, brutalmente, il disinteresse del Comune
di Marilisa Bombi
«Preghiere per i morti
- tutta qui la mia fede? - So solo che ogni sera, così rispondo, aguzzo la mia
povera vista nel buio per scoprire chi più m'aspetta, chi mi fa cenno di là
d'un'asciutta e tersa primavera del '40, '41 all'austera ombra dei platani e se
e come io lì potrò col mio corpo risorgere, ombra protettiva e tremante fra le
care tre ombre così intente a conversare che né l'erbaccia che il giardino
ingombra né la luce ormai presta a declinare fa per loro le dalie meno chiare».
I versi sono di Giovanni Raboni (Tutte le poesie,
(1951-1993), Garzanti 1997), il poeta che ha esortato a non dimenticare che
siamo un'umanità di vivi e di morti, che la nostra identità si rafforza in
questa comunione con chi ci ha preceduto. Un'identità che gli ebrei
sottolineano con il termine Toledoth, le generazioni: le generazioni ci
identificano. Un personaggio di uno dei libri di Fulvio Scaparro (Vecchi leoni,
Rizzoli editrice, 2003) dice: La mia vita e quella altrui non è che l'arcata
visibile di uno sterminato ponte gettato tra chissà quali sponde su chissà
quale fiume. Ogni arcata poggia su due pilastri: la nascita e la morte. La mia
arcata è preceduta da innumerevoli altre e infinite altre forse ne seguiranno.
[...] I due pilastri possono essere il fondamento etico che giustifica il
rispetto non solo della mia arcata ma dell'intero ponte.
Una delle tante tombe sconnesse al cimitero di Gorizia |
Che il Comune di Gorizia non abbia minimamente a cuore il rispetto per i morti lo
abbiamo già dimostrato in diverse occasioni denunciando lo scempio compiuto dal taglio di cespugli originariamente previsto dai progettisti ed il mancato ripristino con altre essenze arboree ma, come spesso succede in questi casi, nulla è stato detto e nulla è
stato fatto. Il cimitero è soltanto una pratica, come lo sono i giardini, le scuole, il mercato e le strade. E così, ci si avvicina al 2 novembre, giorno della commemorazione
dei morti con la consapevolezza che non è stato fatto quanto sarebbe stato
necessario od opportuno: dalla informatizzazione dei dati che anche comuni
minori hanno provveduto a realizzare o alla sistemazione dei vialetti sconnessi
in porfido, o ancora ad un servizio di informazione circa la situazione delle
tombe. Non è difficile immaginare lo sconcerto ed il dolore di quei parenti
alla vista di sepolcri semidistrutti. Ma per fornire servizi e vedere risultati
ci vuole capacità, professionalità e disponibilità, caratteristiche
evidentemente queste di cui, con amarezza bisogna riconoscere, sono sprovvisti tecnici, dirigenti ed
amministratori responsabili dei servizi cimiteriali del comune di Gorizia.
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