Si intitola (e sono le parole di un richiedente asilo)
"Abbiamo dovuto decidere immediatamente: o una morte certa o la
partenza verso lo sconosciuto e l'incerto": reportage del giornalista
Srdjan Cvjetović, affiancato dal fotografo Matej Leskovšek.
Un incontro fortuito sull'Isonzo, tra le pentole dove cuoceva il pasto del mezzodì e i bagagli di chi non ha un posto dove stare.
di Martina Luciani
Il reportage pubblicato oggi si impernia sulle interviste che Srdjan Cvjetović ha raccolto sul fiume il 18 agosto, poche ore prima che tutti i ragazzi fossero fatti sgomberare dalle forze di polizia, e sulle efficacissime immagini in bianco e nero di Matej Leskovšek. Lavoro giornalistico che ad un certo punto i due hanno interrotto per ripigliare l'automobile ed andare a comperare 30 bottiglie di acqua minerale, consegnate ai ragazzi dei bivacchi per evitare, seppur in minima parte, che bevessero l'acqua tutt'altro che potabile dell'Isonzo.
Srdjan Cvjetović, che parla con molta empatia inglese , italiano, francese e chissà che altro ancora, ha egli stesso risposto alle nostre domande. Una fra tutte: ma voi, in Slovenia, non avete richiedenti asilo?
Sono molto pochi, per ora.
" La Slovenia è un paese piccolo e quasi sconosciuto, non siamo finora stati considerati quale meta del viaggio attraverso i Balcani verso l'Europa. Tra l'altro la cosiddetta rotta balcanica punta verso l'Ungheria: quindi la Slovenia resta fuori dai transiti principali e finora non ha avuto particolari difficoltà."Srdjan Cvjetović, che parla con molta empatia inglese , italiano, francese e chissà che altro ancora, ha egli stesso risposto alle nostre domande. Una fra tutte: ma voi, in Slovenia, non avete richiedenti asilo?
Sono molto pochi, per ora.
Ma le cose stanno per cambiare. " La Macedonia fa passare oltre i suoi confini treni carichi di persone, molto velocemente; i profughi arrivano in Serbia, e vengono nuovamente mandati avanti, avanti verso i confini ungheresi. Sappiamo quel che sta succedendo su quel percorso, e cosa sta avvenendo per impedire l'accesso in Ungheria. Non resterà ai profughi che deviare verso la Slovenia. E cominceranno i problemi anche da noi. "
" A Belgrado la situazione è estremamente critica. Vicino alla stazione ferroviaria sono accampate almeno 2 mila e 500 persone, in attesa di partire verso l'UE. E centinaia continuano ad arrivare."
Srdjan ci ha pure dato una mano a cercar di far capire ai ragazzi accampati sulle rive una serie di problematiche, prima fra tutte quella riguardante le partenze da Gorizia con gli autobus verso destinazioni sparse in altre regioni italiane. Il terrore dei profughi che hanno incominciato qui le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiati è che il trasferimento impedisca loro di proseguire il percorso: quindi i momenti in cui vengono riuniti e fatti salire sui bus sono sempre tesissimi, e spesso i ragazzi spaventati scappano, mettendosi ovviamente in situazioni personali estremamente delicate.
Ho visto il servizio su TG3 del 18 agosto.
RispondiEliminaAndrebbe registrato e messo nel blog:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-210a4c3d-a8bf-4d90-8efc-b8da080bdc6e.html#p=0
(min. 03.01 fino a 05,23)
Riguardo l'Isonzo, mi pare strano che, almeno quelli che gravitano attorno a Straccis, non abbiano ancora scoperto la zona degli Scogli, dove l'acqua è pulita e dove pure Carlo Michelstaedter andava d'estate...
Buona giornata,
Diego Kuzmin
Ma perché invece di mandarli fuori dalla Caritas al mattino, nessuno organizza loro qualche corso di lingua o qualcos'altro per far passare loro in modo utile la giornata, invece di bighellonare per le strade?
RispondiEliminaNon posso credere che non ci sia nessuna associazione che non se ne occuperebbe, oppure invece è proprio così?
Rosa, gran bella domanda, la tua. E' stato finora organizzato molto poco. Una significativa quota di ragazzi, durante l'anno scolastico, frequenta i corsi di italiano per stranieri, che si svolgono allo Slataper. Per il resto, qualcosa viene organizzato dal volontariato. Ma tu capisci che la gente lavora, tiene famiglia ed è molto difficile trovare il tempo...delle associazioni non so cosa dirti...a parte l'encomiabile lavoro teatrale sviluppato a Gradisca con i ragazzi del CARA...per i progetti comunque ci vogliono soldi...che non ci sono mai.
RispondiElimina