venerdì 24 luglio 2015

Biomasse in città: oltre alla scienza negata, evidente il dispregio degli interessi diffusi nella programmazione del territorio.

Si è svolto nella sala della Fondazione Carigo il convegno voluto dal coordinamento #noBiomasseGO,  per mettere in fila con le necessarie competenze i "contro", le incongruenze e le ombre che gravano sulle centrali a biomasse: perché ora è questo che i cittadini di Gorizia sono costretti a fare nel tardivo dibattito, visto che nessuna informazione e condivisione è stata possibile lungo il percorso amministrativo che ha prodotto il consueto miracolo all'italiana.



di Martina Luciani


Il miracolo ( ben noto all'Unione Europea che ci sanziona con gusto e si avvia a rendere ancora più stringente la direttiva sulla Valutazione di impatto ambientale) risiede nello spezzettare un unico progetto industriale, probabilmente come tale pure finanziato, in tre distinte procedure, facili facili da amministrare e condurre in porto: solo dell'ultima i cittadini  sono riusciti ad avere consapevolezza., manifestando ampio e condiviso dissenso.
Numerosi elementi tecnici, ancora a noi profani  poco chiari, sono stati illustrati  durante l'incontro, intitolato " Energia da biomasse. Ricadute ambientali e aspetti sanitari",  relatori Aldevis Tibaldi, presidente del Comitato per la vita del Friuli rurale, Elena Rojac, tecnico ambientale e delegata di Trieste del CORDICOM FVG - Coordinamento dei comitati territoriali e dei  cittadini associati del Friuli Venezia Giulia , Graziano Ganzit, ricercatore e divulgatore di agricolture sostenibili.
Tra il pubblico anche alcuni rappresentanti dei comitati che nel pordenonese, in un territorio affollato di industrie insalubri, si battono contro l'utilizzo di rifiuti ( il cosiddetto CSS)  quale combustibile per far funzionare i cementifici, nella fattispecie quello di Fanna. Diverso problema ma stesso problema: la gestione partecipata dello sviluppo del territorio è una chimera. Pretenderla è una lotta faticosa e costosa, avendo interlocutori troppo spesso insensibili alla sofferenza ed alle conseguenze dei danni ambientali.
Aldevis Tibaldi ha individuato due ulteriori sottrazioni che peggiorano il rapporto sempre più sfiduciato dei cittadini verso chi li governa : il difensore civico è stato abolito e Agenda 21 è strumento bellamente ignorato e inutilizzato in barba agli impegni internazionali e alle esigenze fondative delle civili società contemporanee.
Amarissime considerazioni, quelle dei cittadini. Green economy non è da queste parti un concetto complesso e interattivo rispetto tutte le componenti di un territorio, è semplicemente un mantra pre- elettorale. Poi, ottenuto per tramite degli elettori il posto nella stanza dei bottoni, qualcosa si dovrà fare, non importa cosa e come.  Incassare un risultato ridipinto di verde alla buona, da esibire all'esterno per ottenere ottusi consensi e utilizzare all'occorrenza nelle oscure dinamiche del potere. Ogni occasione va bene: non importa se fasulla, mistificata,  terreno fertile per nuove amicizie tra politica e potentati economici; pazienza se inutile, inopportuna, non condivisa dalla popolazione; irrilevante se addirittura ed evidentemente disastrosa in termini ambientali e sociali.
Ulteriore informazioni sul convegno nel blog di Forum cultura Gorizia






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