giovedì 21 maggio 2015

Gorizia, 23 maggio. Stefano Cosma chiede la convocazione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.


Il consigliere provinciale Stefano Cosma ( Futuro e Libertà) in vista del corteo di Casapound e delle contromanifestazioni di sabato, critica l'operato del sindaco Romoli e presenta  un'interpellanza al Presidente della Provincia  chiedendo sia sollecitata alla Prefettura la convocazione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Ciò al fine di assumere le decisioni più utili alla serena riuscita di èStoria e per evitare situazioni di scontro, che dal livello dialettico e politico stanno passando alle proteste diplomatiche della vicina Slovenia.




«Gorizia e l’Isontino devono essere luogo di incontro e di crescita comune e non di stupide provocazioni che ricordano posizioni estremiste superate da decenni o addirittura interventiste di un secolo fa. Trenta anni or sono, nel maggio del 1985 - afferma in una nota Stefano Cosma - sono entrato giovanissimo in consiglio comunale nelle fila del Msi e leggere sul sito di Casapound che “Le parole d’ordine della nostra manifestazione saranno ‘Risorgi combatti e vinci’ un auspicio di vittoria e di rinascita per questa nazione che mai come oggi ha bisogno dell’esempio ideale di chi, in quelle trincee, sacrificò se stesso per il bene del proprio popolo”, mi fa capire come alcuni siano rimasti indietro di mezzo secolo». Non va giù leggero Cosma,  e stigmatizza la posizione del sindaco:  critico sugli ospiti di èStoria (e non su Casapound), inattivo a difendere e a far crescere le manifestazioni cittadine, orientato a far cassa con il teatro dopo aver chiuso l'Auditorium e la Fondazione Musicale.
«Apprezzo la volontà di Gherghetta di fare da paciere, ma credo sia più opportuno prevenire situazioni incresciose e dannose alla città. Da un lato le forze dell'ordine, con Prefettura e Questura in testa, devono evitare ogni occasione di scontro, dall'altro la città deve continuare a lavorare per il rispetto e per l'armonia delle sue diversità, culturali, etniche, politiche, ideologiche. Il Centenario, per il quale ho visto fare ben poco dal Comune, è un'occasione di commemorazione dei milioni di caduti negli eserciti che si sono combattuti, di lavoro per costruire e mantenere la pace. I giovani del nostro Paese, "Giovani" a cui è dedicato quest'anno il Festival della storia, dovrebbero cantare "siam pronti alla vita, l'Italia chiamò!", piuttosto che alla morte, sempre foriera di distruzioni e di lacrime».

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