Nessuna cattedra di Meteorologia o Fisica dell’atmosfera nelle università italiane: è dei primi di Aprile la notizia che tutti i professori ordinari di tali insegnamenti sono andati in pensione. Gli esperti della Commissione grandi rischi hanno così informato il Capo della protezione civile in una lettera.
di Maurizio Crisanti
In un Paese pieno di siti internet e previsioni meteo
commerciali, che gestiscono questi servizi nella più assoluta carenza di
regole, mancheranno pertanto anche autorevoli accademici, i quali non potranno
formare, a loro volta, nuovi studenti e ricercatori. Bisogna farsene una
ragione: in Italia un reale Servizio Meteorologico Nazionale non esiste, né è
normata la professione del meteorologo. Si parlò di Servizio Meteorologico
Nazionale in una norma del 1999, successiva alla tragedia di Sarno, ma dopo 17
anni non è ancora stato creato. Eppure negli altri Paesi europei esiste un
sistema nazionale.
Di questa carenza si avvantaggiano i servizi meteo
commerciali, che diffondono previsioni a lungo termine su base oraria, prive di
valenza scientifica, e diffondono comunicati stampa dai toni allarmanti, vero meteo
terrorismo. Tutto per fatturare con il link-baiting, ovvero con una ”esca” –
bait appunto, in inglese – per generare traffico sulle inserzioni pubblicitarie
ospitate. Abbiamo già scritto di quanto le previsioni meteo poco affidabili
possano condizionare i risultati dei parchi di divertimento e delle imprese
turistiche in generale.
Ma forse qualcosa si muove, lo scorso marzo l’allora
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Del Rio – ora Ministro delle
infrastrutture - ha dichiarato “Quando io sono arrivato il prefetto Gabrielli
mi ha sottolineato questo tema. Credo che tra poco lo risolveremo
definitivamente. Solo noi e la Grecia, mi pare, abbiamo il servizio
meteorologico in capo ai militari". Si parla sempre più di istituire il
Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito (SMND). Fa un po’ paura,
l’aggettivo “distribuito”, che dovrebbe mettere in rete i dati di tanti servizi
meteo delle Regioni, di quello dell’Aeronautica Militare ed altre fonti di dati
da satellite e rilevazioni di stazioni sul territorio. Del resto la scelta di
non creare un sistema nazionale ha parcellizzato le reti di rilevazione, di
proprietà di molti soggetti diversi e l'unica soluzione è, pertanto, quella di
mettere a sistema le stazioni meteorologiche presenti sul territorio. In ogni
caso, circolano bozze di decreto, chissà che il processo di messa in rete non
si realizzi. Sarebbe una buona notizia per le imprese turistiche e tutte le
attività economiche condizionate dalle condizioni meteorologiche.
La meteorologia è una scienza recente, fondata su modelli
matematici ed esperienza, magari però con l'istituzione di un Servizio Meteo
Nazionale si potrà liberare dagli interessi economici le previsioni meteo che
tutti consultiamo. Saranno più affidabili? Certamente non splenderà sempre il
sole, ma con uno strumento pubblico sarà più facile contrastare chi continuasse
a diffondere allarmi di uragani solo per conquistare un click, danneggiando
migliaia di imprese. Ce la faremo?
Maurizio Crisanti è il Direttore dell'Associzione di categoria dei proprietari e gestori parchi di divertimento.
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