Pubblicata l'antologia delle poesie di Giovanni Fierro 2004-2015
di Roberto Dobran
Oggi come oggi - per determinati aspetti come ieri - lo
scrivere si traduce nell'urgenza di percorrere il tempo corrente che si fa
sempre più frazionato e sempre più esposto alle incertezze del divenire,
rispetto al passato. O forse no.
Nel caso del
poeta goriziano Giovanni Fierro, classe 1968, a prima vista certamente sì. Lo
si vede dai tratti distintivi della sua scrittura, ch'é frantumata e procede,
come afferma il poeta Francesco Marotta,
a scatti: Onora sempre le bolle di sapone // come l’uomo sono fatte di
fiato / provengono da un respiro // come il corpo umano sono una tessitura di
acqua // con trasparenza mostrano il silenzio. // Un soffio le fa volare
nell’aria e vanno / si rincorrono come baci // come la vita non ritornano.
La poesia di Fierro ha per lo più a che fare con
la sfera personale e familiare, mentre i luoghi non si distanziano di molto -
al massimo di qualche centinaio di chilometri circonferenziali - dal territorio
di appartenenza eppure, sia le situazioni sia i luoghi, posseggono entro di sé
una tale carica significativa da mettere a nudo l'universale fragilità
dell’esistenza.
L'antologia
ripercorre l'esperienza poetica di Fierro dagli esordi di
Lasciami così (2004) alla plaquette Oleandro e garaža (2015), passando
naturalmente per Il riparo che non ho (2011) che gli valse il premio “Ultima
Frontiera” di Volterra, Pisa, edizione 2012. Non lasciartela scappare.
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