martedì 13 maggio 2014

CIE di Gradisca d'Isonzo: la Procura della Repubblica faccia chiarezza sui fatti dell'agosto scorso.

Tenda per la Pace e di Diritti di Staranzano e  Melting Pot Europa  hanno presentato ieri, 12 maggio, un esposto al Tribunale di Gorizia. Stessa cosa è accaduta e accadrà nei prossimi giorni a Roma, Palermo, Napoli, da parte di altre associazioni, sempre con il coordinamento di LasciateCIEntrare.


di Martina Luciani

Il concetto/pilastro su cui si fonda l'argomentazione dell'esposto è che, per quanto siano complesse le problematiche legate all'immigrazione e per quanto gravi siano valutate le conseguenze sul piano dell'ordine e della scurezza pubblici i flussi migratori incontrollati,  la dignità personale è un diritto universale, inviolabile  ed appartiene alle persone non in quanto partecipi ad una comunità politica ma in quanto esseri umani.
L'esposto ricostruisce i disordini, le rivolte e le repressioni attuate all'interno del Cie di Gradisca a partire dall'8 agosto 2013, la cui gravità continua ad essere oggetto di drammatica attenzione, in particolare dopo aver saputo della morte, dopo mesi di coma, del giovane caduto dal tetto del Centro.
Il documento descrive la situazione attraverso le testimonianze delle persone che riuscirono ad entrare al CIE, entra nel dettaglio delle condizioni delle strutture e della gestione, denuncia la somministrazione di psicofarmaci ai detenuti, l'utilizzo di lacrimogeni altamente tossici in ambienti chiusi, riporta documenti, relazioni, interrogazioni, dichiarazioni, norme e sentenze.


C'è anche uno stralcio dell'atto con cui il Tribunale di Gorizia dispose la  scarcerazione di due persone del CIE  accusate di danneggiamento alle strutture: si affermava  la necessità di dove tener conto del " contesto sociale nel quale il reato è stato commesso"
e che  " le alienanti condizioni di vita cui sono stati sottoposti gli ospiti del CIE -come sopra documentate- lungi dal legittimare le condotte ascritte agli indagati, integrino, tuttavia, un dato che non può essere trascurato".
Ma se non bastasse la dovizia ricostruttiva dell'esposto, c'è la cronaca di quel periodo.
Ricordiamo tutti , ad esempio, che il senatore Luigi Mancone, presidente della Commissione  straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, dopo il suo un sopralluogo alla struttura di Gradisca ai primi di settembre 2013,  dichiarò che là dentro c'erano " 44 persone che vivono peggio dei carcerati. E' illegale". 
Dal
5 novembre 2013, dopo ulteriori proteste, inclusi impressionanti atti di autolesionismo da parte dei migranti,  uno sciopero della fame messo in atto da molti dei trattenuti e l’incendio di materassi e suppellettili varie, il C.I.E. di Gradisca d'Isonzo è stato  chiuso su iniziativa del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale.
Ora numerose associazioni, parlamentari, amministratori, politici, cittadini chiedono  sia verificato il sussistere della totale assenza dei requisiti strutturali per il trattenimento di persone e chiedono sia accertato se vi sia stato uso improprio della forza da parte della polizia .
Comunicato stampa e
informazioni sulle pagine di Memoria e Impegno .


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