lunedì 5 maggio 2014

Alluvione nelle Marche. Una testimonianza. E infinite riflessioni.

Pubblichiamo una testimonianza che arriva da Senigallia. L'autore è Marco Lion, e la sua storia rivela l'incommensurabile dissesto idrogeologico del nostro territorio, per il quale si continua a piangere i morti e pagare i danni delle devastazioni piuttosto che intervenire con investimenti, ricerca, progettazione, organizzazione, nuovi posti di lavoro.


"Questa è la terza alluvione di cui sono testimone diretto. La peggiore, e ogni volta capisci quanto siano fragili le nostre certezze e sicurezze.
Oggi l’acqua ha seguito percorsi nuovi e l’alluvione è avvenuta in una stagione che fino ad oggi non aveva avuto esiti così infausti.
Anche in questa occasione si è scelto di far saltare gli argini del fiume Misa a monte per non far arrivare la piena a Senigallia.
Solo che l’acqua era tanta, concentrata in pochi kilometri quadrati e il fiume non avrebbe mai potuto contenerla, tant’è che ha utilizzato le strade per scendere a mare…
Alle 10,00 Francesco, mio figlio, ha chiamato dal Liceo, che si trova a fianco del fiume, perché c’era l’allerta della Protezione civile e doveva essere portato via. Sono andato a prenderlo e con lui abbiamo iniziato a girare per vedere che stava succedendo in città, percorrendo strade, sottopassaggi e ponti che da lì a poco sarebbero stati travolti dalla piena.
Ho documentato il fiume che passa nel centro storico prima di riversarsi nel mare.
Ogni volta che vedo il Misa accarezzare le sponde degli argini rimango impressionato come se fosse la prima volta che vedo questa situazione.
Ma non su tratta né di uno spettacolo né di una sensazione estetica, è la rappresentazione di una forza ancestrale, travolgente, il cui impeto ti atterrisce. Ti senti come annichilito di fronte alla grande furia della natura.
Fatto il giro per la città, che era già presidiata dalla Protezione civile locale, sono andato a comperare del pane per mia madre. Ma non sono più riuscito ad arrivare a casa sua.
Nel giro di un ora infatti la situazione è precipitata.
Verso mezzogiorno un fiume d’acqua si è riversato sulla parte Sud di Senigallia, dove abito, e ha iniziato a lambire la casa dove (a piano terra) abitano i miei figli.
Dalla campagna circostante, seguendo vie di fuga tra strade, giardini, cancelli, orti, l’acqua è entrata prima lentamente poi sempre con più forza per le strade del mio quartiere entrando nelle case, tuffandosi nei garage, scorticando i giardini, dirigendosi verso il mare.
Per fortuna, proprio davanti alla nostra casa, il fiume di acqua e fango ha deciso di fare una curva e, grazie a una piccola pendenza, che naturalmente non avevo mai notato prima, si è riversata dalla parte opposta allagando le case di fronte.
Per qualche ora, e per pochi centimetri  (2, 3 o 4?), l’acqua ci ha ballato davanti ma non è entrata. Poi per 6 ore è mancata la corrente e la pompa non ha più scaricato l’acqua dal garage sotterraneo iniziando così a entrare alle nostre spalle.Con gli altri inquilini abbiamo cercato di costruire una qualche forma di barriera e, come sempre in questi frangenti, visto che sempre, quando serve, non sei attrezzato alla bisogna e non trovi più quello che ti serve, ci siamo arrangiati con tutto quello che ti capita a tiro, fino a fare anche due blitz in spiaggia per prendere la sabbia con cui riempire i sacchetti della spazzatura.
Abbiamo iniziato così a mettere sacchetti di sabbia davanti ai garage e a portare via metri cubi d’acqua con secchi e mastelli.
Ma alle 20,00 abbiamo ceduto alla stanchezza e ci siamo arresi. Bagnati, marci e senza più forze. Però, per fortuna, proprio in quel momento è ritornata la corrente e la pompa ha ripreso a funzionare.
Solo allora abbiamo capito che il fiume ci aveva risparmiato e quasi ci vergognavamo per il disastro che era tutt’attorno a noi e che aveva interessato i condomini vicini al nostro.
Foto e video che pubblico li ho fatti alla mattina, quando la situazione non era ancora precipitata. Le foto del disastro davanti casa non l’ho fatte: ero troppo impegnato con la pala e i secchi ed ero assieme a tanta gente disperata. E anch’io non mi sentivo proprio in vena…
Così è andata a noi, possiamo considerarci fortunati. Ma la prossima volta?"
Marco Lion

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