Gli apicoltori del Consorzio provinciale denunciano un agrofarmaco, a sorpresa autorizzato pochi mesi fa dal Ministero della salute. Sostanza su cui pesano gravi incognite: dannoso per le api oltre che per tutti i pronubi e pure inutile in agricoltura?
di Giancarlo Stasi
foto di Luca Allais
“Mieli senza confini” è il sito del Consorzio obbligatorio fra gli apicoltori della Provincia di Gorizia: dalle sue pagine riportiamo l’allarme per la moria delle api segnalata nei giorni scorsi, nei comuni di Villesse, Sagrado e Romans d’Isonzo. La responsabilità del disastro, riscontrato in tutto il Friuli e nelle altre regioni, è attribuita alle semine di mais conciato con prodotti chimici, in particolare uno appartenente alla famiglia dei neonicotinoidi, il Thiacloprid, componente di un agrofarmaco che paradossalmente è pubblicizzato come non nocivo per le api. Non è questa l’opinione degli apicoltori, che denunciano la correlazione tra semine di mais conciato con le sostanze incriminate e spopolamento degli apiari: tra le conseguenze dell’avvelenamento da neonicotinoidi, le api perdono il senso dell’orientamento, non riescono a tornare all’alveare e muoiono.
L’uso come conciante delle sementi per tre pesticidi appartenenti alla stessa famiglia è stato cautelativamente sospeso per due anni dall’Unione Europea. L’Italia, contraria al provvedimento di sospensione europeo, l’ha comunque recepito e ha autorizzato, a dicembre 2013, l’uso per la concia delle sementi del mais del Thiacloprid, sostanza molto simile a in precedenza sospese.
E ciò nonostante l’ EFSA- l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare - ha dichiarato che sono da rivedere i protocolli di studio sugli effetti collaterali degli agrofarmaci rispetto tutti gli impollinatori, api e altri insetti che in natura hanno la stessa fondamentale funzione ( e dei quali sappiamo quasi nulla). Li chiamiamo, api e compagni, con un termine molto suggestivo, pronubi, perché “sposano le piante”, e sono gli artefici insostituibili di quegli eventi senza i quali l’intero ecosistema va in crisi assoluta.
Oltre alle accuse degli apicoltori, sussistono ulteriori dubbi sull’opportunità d’uso del Thiacloprid, che è utilizzato sulle sementi di mais per contenere, nella futura coltivazione, i danni prodotti dagli elateridi, cioè insetti le cui larve divorano le giovani piante. Infatti sperimentazioni pluriennali, condotte da qualificati ricercatori nel nord Italia, hanno messo in evidenza che per elateridi e in genere per tutti gli insetti che vivono nel terreno . Quindi l’impiego di queste sostanze deve sgravarsi da una duplice incriminazione: l’inutilità per la produzione e agricola e la tossicità per le api.
Scrive il presidente del Consorzio apicoltori della provincia di Gorizia, Pierantonio Belletti:
Venerdi 11 aprile. Sono le 3 e mezza e suona la sveglia…è ora di alzarsi e andare a caricare il furgone. Nonostante il giorno prima siamo andati a letto poco prima di mezzanotte, siamo felici, siamo con le nostre api. Poco prima delle 9 la prima telefonata…un apicoltore di Codroipo, un apiario completamente spopolato, vicino hanno appena seminato del mais.
9.17, arriva una seconda chiamata, questa volta zona San Daniele del Friuli, apiario distrutto…non ci sono più bottinatrici, vicino hanno appena seminato del mais.
Ore 10.04, terza chiamata, zona Ravosa di Povoletto, apiario senza bottinatrici….ancora semina del mais.
Altre cinque chiamate prima di mezzogiorno…ancora spopolamenti ancora mais.
Nel pomeriggio la musica non cambia…
Ricordo ancora il 29 gennaio 2008 quando fui chiamato a moderare il primo workshop in Italia sul CCD –Colony Collapse disorder, allora si cercava di capire le cause che portavano agli spopolamenti degli alveari.
Alla fine io trassi le mie conclusioni: varroa e insetticidi (concia del mais, trattamenti su frutteti e trattamenti su vigneti).
Tutti preoccupati per la moria degli alveari, interpellanze al nostro caro Ministero della Salute.
Ci vollero anni prima di bloccare la concia con neonicotinoidi.
Dopo alcuni anni di divieto assoluto, il Ministero della Salute ha irresponsabilmente autorizzato per la concia del mais il preparato Sonido della Bayer a base del neonicotinoide Thiacloprid e… puntuali sono ricomparsi i fenomeni di spopolamento
L’Unaapi invita gli apicoltori a prestare la massima attenzione e a segnalare immediatamente eventuali spopolamenti sospetti. Ricordiamo che non è sufficiente l’osservazione dall’esterno: non si vedono infatti mai api morte, ma alveari privi di bottinatrici. Nel caso di spopolamenti è necessario segnalare subito, con diligenza alla ASL di competenza, e alla rete Beenet, e attivarsi affinché siano effettuati campionamenti ufficiali di api morte o morenti.
E' assai difficile, se non in molti casi impossibile, recuperare le api per effettuare il campionamento. In generale non ci sono api morte nei pressi dell'alveare, semplicemente non ci sono più api negli alveari.
Le analisi sul campione di api morte possono trovare con più probabilità traccia della molecola killer solo se le api sono prelevate al mattino presto, prima del primo volo, sul fondo degli alveari e immediatamente congelate. Il tempo di degrado della molecola è infatti brevissimo.
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