Intervista all’assessore provinciale all’Istruzione Ilaria Cecot dopo l'intervento del dirigente scolastico provinciale nei confronti di tutte le scuole sulla questione contributi.
“Devo
sottolineare la prontezza con cui il
dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale ha colto la segnalazione che ho
inviato a proposito dei contributi scolastici e della
carente chiarezza e trasparenza nelle richieste formulate dalle scuole nei
confronti delle famiglie degli allievi. Tutte le scuole, di ogni ordine e
grado, con una lettera loro inviata il 7
marzo,sono ora chiamate a rendere conto dei contenuti delle richieste
economiche presentate in occasione delle iscrizioni degli allievi e delle modalità
con cui si rivolgono alle famiglie ”
Lo dichiara l’assessore provinciale Ilaria Cecot - tra le sue deleghe ha anche
quella all’Istruzione - che ha
preso l’iniziativa già sollecitata, ad
onor del vero, a diversi suoi
predecessori e inutilmente attesa ( o quantomeno mai concretizzata attraverso
effettivi risultati).
Il problema è stato stavolta segnalato con riferimento ad uno specifico istituto superiore riportando alla ribalta una questione che pervicacemente l’Italia vede riproporsi ad ogni anno scolastico e che nella nostra città aveva già suscitato, nel recente passato, vivacissime proteste e richieste di chiarezza e coerenza: anche a Gorizia le scuole pretendono dalle famiglie un contributo che la legge ( a partire dalla Costituzione) e la logica non prevedono se non in forma del tutto volontaria e mirata a specifiche voci ( miglioramento dell’offerta formativa, edilizia scolastica, dotazioni tecnologiche).
“ Ho ritenuto che il Dirigente scolastico provinciale fosse il mio unico interlocutore, sul piano istituzionale e rispetto questo tipo di problematica: giusto e doveroso riferirne all’opinione pubblica – precisa Cecot - ma solo la polemica non basta. E comunque non è compito mio alimentarla”
In sostanza, spiega ancora l’assessore, l’Ufficio scolastico ricorda che le famiglie hanno la facoltà e non il dovere di elargire contributi volontari a favore dell’istituzione scolastica. Precisa anche le caratteristiche della detrazione d’imposta riconosciuta dal TUIR ( art.15,comma 1, lettera i-octies: ovvero il 19 per cento dell’importo).
Il problema è stato stavolta segnalato con riferimento ad uno specifico istituto superiore riportando alla ribalta una questione che pervicacemente l’Italia vede riproporsi ad ogni anno scolastico e che nella nostra città aveva già suscitato, nel recente passato, vivacissime proteste e richieste di chiarezza e coerenza: anche a Gorizia le scuole pretendono dalle famiglie un contributo che la legge ( a partire dalla Costituzione) e la logica non prevedono se non in forma del tutto volontaria e mirata a specifiche voci ( miglioramento dell’offerta formativa, edilizia scolastica, dotazioni tecnologiche).
“ Ho ritenuto che il Dirigente scolastico provinciale fosse il mio unico interlocutore, sul piano istituzionale e rispetto questo tipo di problematica: giusto e doveroso riferirne all’opinione pubblica – precisa Cecot - ma solo la polemica non basta. E comunque non è compito mio alimentarla”
In sostanza, spiega ancora l’assessore, l’Ufficio scolastico ricorda che le famiglie hanno la facoltà e non il dovere di elargire contributi volontari a favore dell’istituzione scolastica. Precisa anche le caratteristiche della detrazione d’imposta riconosciuta dal TUIR ( art.15,comma 1, lettera i-octies: ovvero il 19 per cento dell’importo).
“ Viene ribadito – dice ancora Ilaria Cecot – che le spese
scolastiche per cui è prevista l’obbligatorietà del rimborso sono quelle per le assicurazioni individuali, libretti
delle assenze e per il modesto – questa è la parola usata - concorso agli oneri
derivanti dal consumo di materie prime utilizzate nelle esercitazioni pratiche.”
E viene individuato anche un altro punto dolente: se per un verso di deve dare massima pubblicità alla non obbligatorietà dei versamenti, per l’altro verso va evitato di richiedere, anche in futuro, le ricevute di tali versamenti per il perfezionamento delle pratiche di iscrizione.
E viene individuato anche un altro punto dolente: se per un verso di deve dare massima pubblicità alla non obbligatorietà dei versamenti, per l’altro verso va evitato di richiedere, anche in futuro, le ricevute di tali versamenti per il perfezionamento delle pratiche di iscrizione.
“L’Ufficio scolastico non si è limitato a queste pur
fondamentali precisazioni, probabilmente mai enunciate in precedenza con tanta
chiarezza – conclude Cecot – ma ha richiesto anche gli estratti
dei verbali del Consiglio d’Istituto relativo a delibere sui
contributi scolastici, copia di tutte le comunicazioni inviate alle famiglie in
merito e dei modelli d’iscrizione."
Ovvero, concludiamo noi genitori, di tutti quei documenti su cui si fonda la potestà impositiva, che non c’è, e che inducono le famiglie a ritenere obbligatorio il versamento dei contributi. E adesso speriamo che il dibattito si mantenga nei limiti operativi indicati dall'Ufficio scolastico e che le richieste e le pressioni per dare alla scuola pubblica le risorse finanziarie di cui ha bisogno prendano vie diverse dai bilanci familiari: piuttosto facciano parte dell'accoglienza riservata al presidente del consiglio in occasione delle sue visite alle scuole.
Ovvero, concludiamo noi genitori, di tutti quei documenti su cui si fonda la potestà impositiva, che non c’è, e che inducono le famiglie a ritenere obbligatorio il versamento dei contributi. E adesso speriamo che il dibattito si mantenga nei limiti operativi indicati dall'Ufficio scolastico e che le richieste e le pressioni per dare alla scuola pubblica le risorse finanziarie di cui ha bisogno prendano vie diverse dai bilanci familiari: piuttosto facciano parte dell'accoglienza riservata al presidente del consiglio in occasione delle sue visite alle scuole.
Quest'anno non ho dato soddisfazione alla scuola Ferretti, oltre ai 5 euro per l'assicurazione non ho dato nulla per la mia bimba che fa la IV elementare
RispondiEliminaPaolo Nanut